SIGI – TACOPINA: dai sorrisi iniziali alle parole al vetriolo, quanto tempo sprecato…

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foto calciocatania.it

Se il futuro del Calcio Catania 1946 è in serio pericolo una consistente responsabilità è legata alla vicenda SIGI-Tacopina. Le trattative tra le parti si sono protratte per circa otto mesi senza mai arrivare ad una svolta positiva. L’errore più grande da parte della SIGI è stato quello di aver accettato la clausola di esclusività nel contratto preliminare senza dotarsi di un piano B. L’avvocato italo-americano, del resto, si è dimostrato un semplice businessman più che un vero tifoso (come invece dichiarato a più riprese), cercando in tutti i modi di ottenere delle condizioni economiche quanto più favorevoli possibili.

Il percorso di avvicinamento tra l’avvocato newyorkese ed il club rossazzurro risale già alla stagione 19/20 con i sondaggi effettuati dall’entourage dello stesso Tacopina con la vecchia proprietà. Lo stesso Tacopina ipotizzò il 23 Luglio scorso di partecipare al bando, indetto dal tribunale, per l’acquisizione del club di Via Magenta salvo poi tirarsi indietro per “mancanza di tempo sufficiente per esaminare le carte”. Dopo la formalizzazione dell’acquisto da parte della Sigi, l’interesse dell’italo-americano si manifestò concretamente con la stipulazione, nell’Ottobre 2020, di un accordo di riservatezza ed esclusività tra le due parti. Nonostante il tycoon americano abbia sempre posto come conditio imprescindibile per la chiusura della trattativa la riduzione formale del debito (con tanto di certificazione del tribunale), da ambo gli interessati si è assistito a dichiarazioni troppo ottimistiche riguardo l’esito finale, con un’alternanza di date sul probabile closing (e le consequenziali smentite) che hanno solamente destabilizzato l’ambiente.

Sebbene fin da subito la situazione non apparve così idilliaca e nonostante l’eccessiva propaganda mediatica, dei passi in avanti vennero effettuati solamente verso la fine di Gennaio con la firma del preliminare che sembrò essere il preludio verso il lieto fine. Purtroppo gli imprevedibili tempi della burocrazia italiana riconducibili al mancato accordo con Agenzia delle Entrate e Comune di Mascalucia, fecero posticipare per ben due volte le date del closing fino a quando, alla fine del mese di Aprile e dopo un versamento di circa 630.000€ in favore dell’Elefante, l’avvocato statunitense decise di sciogliere il contratto non avendo ottenuto la certificazione sulla riduzione debitoria.

Tacopina, trinceratosi dietro alla questione dell’omologa del tribunale, interruppe bruscamente il “cortese” dialogo tra le parti dopo l’invio dell’ultima offerta dichiarata “inammissibile” dai soci SIGI. Da quel momento in poi si sono susseguite dichiarazioni al vetriolo che hanno solo fatto il male del Catania contribuendo a dividere e gettare nel caos la tifoseria. Tanto, troppo tempo sprecato. Adesso che le strade tra Joe Tacopina ed il Catania sarebbero più lontane (con le mire dell’avvocato newyorkese focalizzate sulla Spal) – a meno di clamorosi colpi di scena – per il bene della piazza si spera che, in qualche modo, si trovi una soluzione per salvare i 75 anni di storia rossazzurra e rilanciare il Calcio Catania.

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