L’EDITORIALE: Catania tra campo ed extra-campo, la piazza ha fame di calcio vero

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Simbolo di Catania

Archiviati i primi giorni di ritiro, si apre una nuova settimana in casa Catania. La truppa guidata da Francesco Baldini preme forte sull’acceleratore, carichi di lavoro subito pesanti con una mentalità ben precisa da acquisire: essere il Catania, simbolo di appartenenza, dedizione e sacrificio. Chiunque indossi quella maglia, deve dare tutto quello che ha, spingendo al massimo delle proprie possibilità. E’ il messaggio che Baldini intende imprimere nella testa dei giocatori, facendogli comprendere il peso della maglia che indossano ed il senso di responsabilità da assumere per affrontare al meglio la stagione 2021/22.

Una stagione che, a detta del presidente Sigi Giovanni Ferraù – che ha già avuto modo di confrontarsi con la squadra ricavando impressioni incoraggianti per serietà e cultura del lavoro – dovrà vedere il Catania lottare per la promozione in Serie B. I rossazzurri non potranno vivacchiare, ma puntare in alto. Parole ambiziose seppure in un contesto societario incerto. L’auspicio è che il pensiero di Ferraù trovi fondatezza sul rettangolo verde, anche perchè sarebbe un grosso errore illudere la piazza in un momento molto difficile nella storia del club.

Intanto si è sbloccato il mercato del Catania che, nei prossimi giorni, metterà sotto contratto altri giocatori per completare i reparti scoperti senza dimenticare la necessità di effettuare anche movimenti in uscita. Collocando altrove i cosiddetti esuberi o chi, per esigenze di cassa, potrebbe essere ulteriormente sacrificato dopo alcuni addii eccellenti. Mentre la dirigenza è attiva sul piano sportivo per la costruzione dell’organico, sul fronte extra-campo sarà rispettata la scadenza federale del 2 agosto e c’è attesa per la due diligence dei maltesi che, dopo avere versato la somma di 500mila euro necessaria ai fini dell’iscrizione della squadra al campionato, potrebbero entrare in società attraverso una quota inizialmente minoritaria.

Ferraù è ottimista in questo senso, sperando anche che l’imprenditoria locale faccia qualche passo avanti e nuovi investitori diano respiro alle casse societarie rilanciando, finalmente, l’Elefante. Lo scetticismo non manca, idem perplessità e dubbi. Alla proprietà del Calcio Catania il compito di lavorare, in qualche modo, allo scopo di dare certezze e stabilità. Trovando le figure adatte allo scopo di riportare in alto una piazza da troppo tempo sofferente ed affamata di calcio vero.

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