JEAN FREDDI GRECO: dalle giovanili della Roma al Catania, la scheda del neorossazzzurro

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foto Il Romanista

Con l’arrivo di Jean Freddi Greco prosegue la campagna di ringiovanimento della rosa etnea. Il classe 2001, approdato in prestito secco dal Pordenone, rappresenta un buon innesto, in grado di unire qualità, quantità e fisicità. Il nativo di Andohatapenaka (Madagascar) è stato adottato da una famiglia italiana all’età di tre anni ed ha mosso i primi passi calcistici con la maglia della Lodigiani prima di essere ingaggiato dalla Roma nel 2017. Con le giovanili capitoline si è dimostrato uno dei tasselli più importanti, vincendo sia il campionato che la Supercoppa di categoria con l’under 17 allenata da Francesco Baldini e disputando anche quattro gare in Youth League (la Champions dei giovani). Dopo due stagioni e mezzo tra le fila della Roma, il Torino scommise sulle sue qualità e lo inserì nella formazione Primavera.

Con i piemontesi il duttile centrocampista centrale continuò il proprio percorso di crescita disputando complessivamente 51 gare e mettendo a referto 4 gol ed altrettanti assist. Archiviate le tante esperienze con le giovanili, dal 4 Luglio di quest’anno il calciatore ha firmato un contratto da professionista (fino al 2024) con il Pordenone che lo ha prontamente girato in prestito al Catania per “fargli fare le ossa” in un campionato lungo e logorante come la Serie C. Le aspettative sul ragazzo sono sicuramente molto elevate anche perché, oltre alle indiscutibili doti tecniche ed atletiche, possiede anche una notevole duttilità che gli permette di giostrare con uguale efficacia sia come mezzala mancina che come laterale sinistro (ed all’occorrenza pure da terzino).

Tutte queste qualità gli hanno anche permesso di disputare ben 42 gare (all’attivo 1 gol contro la Svizzera) con la maglia della Nazionale italiana under 17 ed under 19. Nonostante quella di Catania sia la prima vera avventura da professionista, appare abbastanza evidente che il ragazzo abbia tutte le carte in regola per ritagliarsi il proprio spazio (in più bisogna considerare che alla guida degli etnei c’è un tecnico che lo conosce molto bene), sebbene alla fine sarà il campo a stabilire se l‘italo-africano sia effettivamente pronto per un’esperienza così importante come quella rossazzurra.

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