ESCLUSIVA – Avv. Rapisarda: “Fallimento pilotato? Vi spiego. Su possibile snellimento Sigi e modifica statuto…”

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L’avvocato Giuseppe Rapisarda, tifoso ed opinionista da sempre vicino alle vicende del Catania, è intervenuto nel corso della trasmissione Città Rossazzurra (appuntamento dal lunedì al venerdì ore 19/20), su Radio Antenna Uno in collaborazione con TuttoCalcioCatania.com.

Situazione societaria estremamente grave, quanto è alta la tensione in questo momento attorno alla squadra?
“Dovremmo un pò tutti allentarla questa tensione attorno alla squadra, che fa quello che può evidenziando buona volontà, carattere ma anche degli evidenti limiti tecnici soprattutto nel settore arretrato. Quanto di buono fatto dalla squadra viene rovinato da questioni economiche della controllante al 100% del Catania. Vi è parecchia preoccupazione da parte dell’ambiente per una situazione che non solo è drammaticamente complicata sotto il profilo economico-finanziario, ma credo abbia toccato uno dei punti più bassi della credibilità stessa del Calcio Catania”.

Si parla anche dell’ipotesi di fallimento pilotato per consentire al Catania di mantenere la categoria…
“La mancata ricapitalizzazione in atto di Sigi, l’assenza di un interlocutore che si ponga nei confronti della Sigi come acquirente intenzionato a concludere domani mattina – ovviamente spero di essre smentito – e la mancanza di apporti finanziari interni ed esterni fanno sì che, secondo me, attraverso questa via, si possa consentire perlomeno il salvataggio del titolo sportivo e della categoria. Consegnando le carte in Tribunale, producendo un’istanza di fallimento proprio perchè il Catania è in una situazione di insolvenza strutturale, condizione stessa del fallimento. Facendo in modo che il curatore possa mettere all’asta tutti gli asset del Catania. A quel punto, in raccordo con la Federazione e la Covisoc, qualora vi sia un acquirente serio può rilevare la società pagando tutta la parte dei debiti sportivi del Catania, poi gli altri tipi di debiti – ad esempio quelli erariali e con il Comune di Mascalucia – seguirebbero la sorte del fallimento e si soddisferebbero del ricavato eventuale dell’attivo o di beni del Catania. Questa diversificazione tra debiti sportivi da acquisire lasciando da parte quelli di natura erariale potrebbe essere una strada. Io so che è una delle opzioni in atto dentro la Sigi ma, ripeto, la premessa del mio ragionamento è l’apertura di una strada all’interno delle garanzie previste dalla legge per salvare il titolo sportivo. L’altra strada è quella della ricapitalizzazione, noi abbiamo visto buoni propositi ma l’ultimo verbale di assemblea di Sigi non è stato risolutivo e la ricapitalizzazione serve come il pane. E’ necessaria adesso”.

Come si allaccia Torre del Grifo in questo contesto?
“Si allaccia perchè è un bene del Catania. Qualora si acquisisse il Catania si avrebbe una corsia privilegiata per rilevare Torre del Grifo ma bisogna mostrare al curatore e soprattuto al Credito Sportivo che ha erogato il mutuo una disponibilità economica volta a coprire le rate di mutuo che per diversi milioni di euro andranno a maturare. Se si salva il titolo sportivo, Torre del Grifo seguirà il Catania, altrimenti con il dissolvimento del Catania andrà all’asta al migliore acquirente e potrebbe anche non avere una sorte più legata al Calcio Catania”.

Snellire la Sigi può rappresentare una soluzione?
“E’ corretto nei termini prospettati anche da Gaetano Nicolosi ma purchè si provveda alla ricapitalizzazione. Il fabbisogno del Catania, al di là delle scadenze non onorate, è di 3 milioni. Se si vuole ristrutturare la Sigi e permeare la Sigi di 2 o 3 soci Sigi come ha correttamente indicato Nicolosi, bisogna mettere mano al portafogli attraverso la ricapitalizzazione, fare all-in e prendere le restanti quote della Sigi a chi non è più in grado oggi di mettere soldi dentro il Catania. Il permanere di questo folto numero di soci non produrrà alcun effetto sperato, è un nodo strutturale, un cappio che si sta stringendo ogni minuto attorno al Catania. Perdere tempo è assolutamente negativo, ritengo inadeguata la compagine societaria così com’è struttuata, anche con quello statuto. La richiesta di modifica dello statuto è avvenuta già a luglio 2020 da parte di un grosso gruppo industriale catanese, ma il Presidente Ferraù non ha inteso modificarlo. E’ uno dei tanti errori di cui a bocce ferme parleremo. Nicolosi detiene il 48% di capitale ma la sua rappresentanza è limitata al 30% in seno al CdA. Questo era stato proposto di modificarlo da chi chiese a Ferraù di acquisire, evidenza fondi alla mano, il 51% delle azioni del Catania. Sono stati fatti diversi errori, non solo nella trattativa con Tacopina”.

Binomio squadra-tifosi. Cosa ne pensa dell’abbraccio della Curva Nord ai giocatori?
“Questi ragazzi hanno avuto il supporto di almeno una delle due curve ed è stato importante psicologicamente come forma coreografica e nella sostanza. Anche perchè sappiamo cosa può dare la Nord alla squadra. Molti rossazzurri sono dei giovani alle prese con problemi più grandi di loro. Bene, dunque, il ritorno parziale della tifoseria fermo restando che c’è uno scollamento importante tra Catania e questa proprietà, questo modo improprio dal punto di vista anche dell’apparire con dichiarazioni a volte non mantenute l’indomani. La partecipazione romantica della Curva non può nascondere questa ferita. Non si può metabolizzare un campionato di Serie C lottando per la salvezza. Devi vincere in C, altrimenti la città non risponde”.

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