CATANIA: Moro-dipendenza? Non è proprio così. Focus sul lavoro di squadra

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Colui che più di tutti sta trascinando il Catania verso il raggiungimento dei propri obiettivi stagionali è senza ombra di dubbio Luca Moro. Il ragazzo patavino infatti si è reso protagonista di una stagione stellare realizzando, finora, 16 gol e 2 assist in 13 partite (siglando peraltro una tripletta e quattro doppiette) ed attirando conseguentemente l’attenzione di molti club importanti (Monza, Sassuolo ed Atalanta solo per citarne alcuni). La grande capacità realizzativa del numero 24 ha aperto un dibattito sulla dipendenza dell’Elefante dal suo bomber principe e, attraverso un’analisi poco lucida ed attenta, potrebbe anche apparire così.

Il 58% delle marcature etnee totali è stato siglato proprio dal classe ‘01 (64% calcolando anche gli assist) gonfiando la rete praticamente ogni 56 minuti. Dati più che impressionanti per un ragazzo di appena vent’anni e che potrà ancora migliorare nel prossimo futuro, tuttavia analizzando più a fondo il cammino del Catania appare evidente come le statistiche del canterano del Padova siano state propiziate tanto dalla squadra quanto dall’idea tattica proposta dal tecnico toscano, frutto di una manovra corale ed avvolgente che si basa sulla volontà di imporre il proprio gioco, sfruttando gli spazi e soprattutto gli inserimenti senza palla di terzini e centrocampisti oltre che la tecnica e velocità degli esterni.

Vista la filosofia calcistica del nativo di Massa, nel reparto mediano diventano fondamentali due interpreti come Greco e Rosaia, in grado di abbinare corsa, qualità e soprattutto sostanza. Le prestazioni sontuose garantite dai due centrocampisti stanno facendo la differenza nell’economia generale delle partite, interrompendo le trame offensive avversarie e consentendo così alla squadra di poter ripartire. Importanza che si ripercuote anche in fase di non possesso con i numerosi inserimenti senza palla che hanno consentito ad entrambi di entrare nel tabellino dei marcatori (l’ex Carrarese contro il Campobasso mentre l’italo-malgascio contro il Monterosi). Gran parte delle fortune del Catania ‘21/22 transitano anche dalla forma fisica delle ali. L’Elefante possiede una delle batterie di esterni offensivi più complete dell’intera Serie C, composta da ragazzi dotati di spiccate qualità tecniche, spirito di sacrificio e senso di appartenenza.

Caratteristiche incarnate alla perfezione da Simone Russini, che sta disputando una delle migliori stagioni in carriera, avendo già collezionato 5 reti ed 1 assist in 15 partite di campionato. Numeri che eguagliano la positiva annata ‘20/21 in quel di Cesena e che non possono lasciare indifferenti considerando peraltro che ancora non siamo arrivati neanche a metà stagione. Tuttavia, al di là dei numeri, ciò che rende davvero unico ed indispensabile il numero 20 è l’espressione di un calcio totale frutto di continui ripiegamenti difensivi e ripartenze. Molte volte l’atleta napoletano ha dato man forte ai terzini ed ai centrocampisti abbassandosi fino alla propria area di rigore per poi, una volta riconquistata la sfera, ripartire molto rapidamente verso la porta avversaria, mantenendo anche una certa lucidità sottoporta.

Se l’ex Cesena sta entrando nel tabellino dei marcatori con una certa continuità, Tommaso Ceccarelli ed Andrea Russotto devono ancora riuscirci. L’ex Feralpisalò in questo momento possiede una condizione fisica migliore rispetto al numero 7, testimoniata anche dalle recenti prestazioni dove il classe ‘92 ha dato sfoggio del proprio repertorio tecnico attraverso giocate utili e di qualità. Per ciò che si è osservato sul terreno di gioco è solo questione di tempo prima che anche il ventinovenne romano sigli la prima marcatura con la maglia del Catania, fermandosi per il momento a 3 assist in 12 presenze. Russotto invece ha già dimostrato negli anni quanto vale e quanto può effettivamente offrire al club di Via Magenta. Purtroppo il fantasista rossazzurro ha pagato una precaria tenuta fisica, dunque per il momento non si è ancora visto il miglior Russotto, ma il calciatore osservato nel secondo tempo contro il Potenza lascia intravedere un percorso di crescita che lo potrebbe riportare ai livelli precedenti.

Infine un capitolo a parte lo merita Leon Sipos. Il centravanti croato, dopo lo sfolgorante inizio di torneo (doppietta all’esordio contro la Fidelis Andria), si è un po’ perso, pagando sia l’esplosione di Luca Moro che l’handicap della lingua (il ragazzo non parla ancora l’italiano). Dopo diverse panchine, nelle ultime apparizioni stagionali l’ex Dinamo Zagabria è stato richiamato in causa risultando però protagonista in negativo col Foggia (sbagliando due facili occasioni da rete) ma riscattandosi ampiamente a Taranto, quando il suo ingresso nella seconda frazione ha fornito maggiore vivacità alla manovra offensiva, consentendo peraltro di riaprire la gara grazie al suo terzo centro in campionato. L’ottimo impatto avuto allo “Iacovone” ha permesso a mister Baldini di riproporlo nuovamente in tandem con Moro in una sorta di 4-4-2 mascherato che di fatto era più un 4-2-4. Il classe ‘00 possiede caratteristiche diverse dal bomber veneto rappresentando, grazie ad una stazza fisica molto consistente, il perfetto centravanti-boa in grado di catalizzare i palloni alti e smistati per i propri compagni. Contro il Potenza il nativo di Varazdin ha dimostrato di potersi amalgamare perfettamente con Luca Moro, compiendo quel lavoro oscuro nelle due fasi che di fatto consente all’attaccante patavino di rendersi più “libero” sfruttando meglio le energie e gli spazi a disposizione. Purtroppo Sipos ha evidenziato ancora dei limiti in fase realizzativa, ma i requisiti per migliorare non mancano.

Dall’analisi appena effettuata risulta abbastanza evidente come il Catania non sia effettivamente Moro-dipendente ma che piuttosto abbia trovato nel giovane attaccante veneto il finalizzatore ideale del proprio gioco, colui che con freddezza, lucidità e precisione ribadisce in rete la mole di gioco costruita dall’intera squadra.

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