AVV. PUCCI: “Dubbi su chiusura anticipata esercizio provvisorio. Comune, impegno molto gravoso”

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L’avvocato Lorenzo Pucci, tifoso ed opinionista, ai microfoni della trasmissione ‘Calcionate – I Commenti in Casa RossAzzurra’ su Globus Television, si sofferma sull’interruzione dell’esercizio provvisorio ed i paletti principali a cui farà riferimento la procedura di vendita  del Comune di Catania:

“L’interesse dei curatori non era quello di portare a termine il campionato, nè di far disputare i playoff al Catania. L’unico intento era la salvaguardia dei creditori e la prosecuzione dell’esercizio provvisorio fino alla data stabilita. Sul perchè l’interruzione prima del 19 aprile, anch’io vorrei una risposta. L’aver anticipato così bruscamente i tempi rispetto a quelli previsti, oltre a determinare il nostro profondo dolore per la prematura scomparsa del Catania ha portato allo sconquassamento di un campionato sotto tutti i profili. Considerata la valenza dei tre curatori, non penso abbiano potuto stimare un esercizio provvisorio sulla previsione di cassa ma sulla provvista già in cassa. Altrimenti sarebbe un errore. Perchè non sono stati accettati i soldi dei privati? Sarebbero serviti a fronteggiare un debito che i curatori avrebbero sostenuto da qui alla fine del campionato. Nel momento in cui, in concomitanza con la pronuncia di decadenza di Mancini, hanno richiesto alla Lega il finanziamento, hanno pubblicamente dichiarato di aver esaurito la provvista a disposizione. Non si poteva richiedere una erogazione per andare a pianificare un’esposizione debitoria futura, ovvero il costo di 4 partite nel giro di 15 giorni. C’è qualcosa che non ha funzionato nella tempistica, soltanto i curatori possano sapere il motivo della chiusura anticipata dell’esercizio”.       

“Paletti stabiliti nel bando? Le famigerate NOIF prevedono dei paletti per coloro i quali abbiano assunto cariche rappresentative e che siano in qualche modo collegati a delle vicissitudini nelle quali siano incorse le società sportive. Da quando Sigi ha acquisito il controllo del Calcio Catania, in realtà il Calcio Catania non aveva una sua componente societaria bensì era soggetta alla governance della controllante. Considerando che gli unici elementi rappresentativi del Calcio Catania erano i due amministratori unici, Le Mura prima e Santagati dopo, il monitoraggio non so se opera su coloro i quali si presume abbiano causato il fallimento non ricapitalizzando. Se chi ha avuto cariche rappresentative nella Sigi siano destinatari di questo divieto di ingresso nella nuova costituenda società. La procedura esplorativa che il Comune deve gestire è molto importante. Gravina ha ritenuto che il Comune svolgerà quasi una funzione di notaio, garantendo alla Federazione che vi siano i requisiti per la onorabiità della costituenda società, ed è un impegno molto gravoso“.

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