ESCLUSIVA – Raffaele Esposito: “Catania piazza difficile ma ricca di passione, l’imprenditoria risponderà. Quel gol all’Atletico…”

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Raffaele Esposito

Sono giorni difficili in città per il clima di ansia che si respira intorno al futuro dell’Elefante, ma un pò di ottimismo non guasta. Quello manifestato dall’ex centrocampista del Catania Raffaele Esposito ai microfoni di TuttoCalcioCatania.com, relativamente all’acquisizione del club ed alla ripartenza dal campionato Serie D. Esposito, attuale allenatore del Termoli reduce dalla vittoria del torneo di Eccellenza, ne approfitta per aprire anche una finestra amarcord ripercorrendo la trionfale stagione ‘98/99 che ha visto la società etnea trionfare nel Girone C della C2.

Partiamo dall’attualità. Il fallimento del club era preventivabile?
Visti gli enormi problemi finanziari purtroppo mi aspettavo questa fine. Diciamo che hanno voluto prolungare l’agonia anche se si sapeva che sarebbe finita molto male. Io sono a tutti gli effetti un tifoso del Catania dunque in cuor mio ho sperato in un miracolo, accantonando del tutto la mia razionalità ed auspicandomi che qualcuno potesse risollevare le sorti del club. A malincuore però bisogna accettare la realtà e comprendere che sarebbe stato veramente difficile salvarlo con quel monte debitorio. Purtroppo nel calcio episodi del genere succedono. È capitato anche a squadre altrettanto importanti come Parma, Napoli, Bari, Palermo, inoltre i tifosi rossazzurri hanno già vissuto un percorso di ripartenza similare ripartendo addirittura dall’Eccellenza, pertanto i sostenitori etnei sono forti e sapranno fronteggiare questa situazione. Non sarà semplice risalire ma con sudore, sacrificio e tanta passione sono sicuro che il Catania risalirà dove merita. Io sono più che convinto che i tifosi resteranno sempre e comunque accanto a questi magnifici colori a prescindere dalla categoria di militanza.

Rispetto ai mesi scorsi questa volta saranno in tanti a farsi avanti per ricostruire il calcio in città?
Secondo me si. Catania è una piazza veramente importante e, data l’assenza totale di debiti, credo che prendere il Catania adesso sia molto più conveniente rispetto al passato, per cui mi aspetto che in tanti si facciano avanti per rilanciare il calcio etneo partendo, mi auguro, dalla Serie D. Prima purtroppo il discorso era molto più complicato a causa del monte debitorio e soltanto trovando un imprenditore-tifoso si sarebbe potuta salvare la situazione. Ci sarebbe voluto un grandissimo appassionato dei colori rossazzurri disposto a perdere tanti soldi pur di salvare il club, ma ormai il calcio di oggi è diventato più che altro business per cui soltanto adesso ritengo che il Catania sia diventato veramente appetibile. Agli occhi degli imprenditori molto probabilmente non era conveniente prendere la società prima del fallimento, per questo, pur sperando fino all’ultimissimo istante in un miracolo, in cuor mio sapevo già che avrebbero fatto fare una brutta fine al Calcio Catania 1946.

Al timone del Termoli Calcio ha appena vinto il campionato di Eccellenza molisana. Quali difficoltà potrebbe incontrare il nuovo Catania nelle categorie dilettantistiche?
In maniera molto pratica dico che in queste categorie già il solo fatto di chiamarti Catania ti renderà la vita molto difficile perché tutte le avversarie avranno una voglia matta di sconfiggerti. Tutti giocheranno sempre con il coltello tra i denti cercando in ogni modo di farti cadere e questo accadrà tanto in Eccellenza quanto in Serie D, ma pure in C ho notato spesso e volentieri una determinazione negli avversari che in altre gare non ho visto. Il consiglio che mi sento di dare alla futura proprietà è quello di puntare su giocatori di categoria che abbiamo ancora tanta fame e voglia di mettersi in mostra. Prendere nomi altisonanti che hanno già dato al mondo del calcio e che quindi si sentono arrivati sarebbe controproducente e si farebbe davvero tanta fatica ad uscire dalle sabbie mobili del dilettantismo. Spero vivamente che il club possa ripartire dalla Serie D anche perché più si scende di categoria e più sarà difficile risalire, specialmente quando ti chiami Catania. Tuttavia se le cose saranno fatte per bene, affidandosi a persone esperte e grandi conoscitori della categoria, il Catania potrebbe ritornare immediatamente tra i professionisti. L’importante sarà prendere giocatori forti, affamati e vogliosi, in grado di offrire in campo il 110% e dare quel qualcosa in più degli avversari.

Alle pendici dell’Etna lei ha vissuta la sua prima esperienza da professionista. Ci parli un po’ di quell’avventura.
Ho fatto tutta la trafila nelle giovanili del Padova Calcio arrivando anche in prima squadra ma senza mai riuscire a scendere in campo. Poi mentre disputavo le gare della poule scudetto con la Primavera biancorossa il direttore sportivo degli etnei mi visionò e l’anno dopo mi portò al Catania. Dunque quella etnea fu a tutti gli effetti la mia prima vera esperienza nel mondo del calcio professionistico. Avevo 19 anni quando arrivai alla corte di Piero Cucchi e, forse anche grazie all’incoscienza della gioventù, riuscii a disputare una grandissima stagione in una piazza molto difficile ma ricchissima di passione. Durante le gare casalinghe si sfioravano sempre le 20mila presenze e tutto il pubblico ogni domenica ci spingeva ed incitava a vincere quante più gare possibili provando ad abbondare il campionato di C2 dopo diversi tentativi andati a vuoto. Fortunatamente noi riuscimmo a centrare quell’obiettivo per cui, dal lato sportivo, non avrei davvero potuto chiedere di meglio. Anche sul piano personale ebbi un’annata davvero fantastica vivendo in una città meravigliosa e stupenda, in grado far innamorare qualsiasi persona che venga a scoprirla. Le bellezze che questa città ha da offrire lasciano davvero senza fiato.”

C’è stata una partita che ricorda con più nostalgia?
Premettendo che ricordo con grandissimo affetto tutta la mia esperienza in rossazzurro forse la gara che mi ha aiutato ad entrare nel cuore della gente è stata la sfida di Coppa Italia contro l’Atletico Catania. Prima di quel match il club rossazzurro non era mai riuscito a vincere la stracittadina dunque la gara è stata vissuta con ancora maggiore emotività. Lo stadio era una bolgia e credo addirittura che ci fosse il tutto esaurito. Segnai la rete del 2-1 ad una decina di minuti dal termine e quel gol ci permise di vincere e spezzare finalmente la maledizione. Da quel momento in poi diventai un vero e proprio idolo per i tifosi rossazzurri che ancora oggi mi ricordano quel momento e di quanto quel successo fosse fortemente voluto e desiderato da tutto l’ambiente. Quando ripenso a quella rete e riguardo le immagini mi vengono i brividi ricordando la gioia e l’emozione che provai. Si tratta della partita che ricordo con più affetto e nostalgia, tuttavia anche la trasferta di Benevento è ben impressa nelle mia memoria. In quella partita un mio assist al minuto 93 permise a Lugnan di segnare il gol dello 0-1 e di regalarci i tre punti. Tra le altre cose quello fu il mio esordio da titolare che, disputando io una grandissima partita, mi permise anche di scalare le gerarchie. Da quel momento in poi infatti mister Cucchi puntò con decisione su di me dandomi piena fiducia e non togliendo praticamente mai dal rettangolo verde.

Mister, sulla panchina della Casertana ha affrontato per 3 volte i rossazzurri. Quanto sono state emozionanti per lei quelle sfide e che effetto le ha fatto ritornare al “Massimino” da avversario?
Gareggiare con i rossazzurri è stato sicuramente molto emozionante anche se nelle due gare giocate a Caserta, nelle quali ho ottenuto due pareggi, la concentrazione ha sicuramente prevalso su tutto il resto. Al “Massimino” invece, nonostante il risultato non ci sorrise, provai un’emozione fortissima. Appena entrai in campo calpestando nuovamente il terreno di gioco mi riaffiorarono in mente tutti i bei momenti vissuti a Catania e fui pervaso da un mix di sensazioni contrastanti. Nonostante l’ovvia delusione per la sconfitta della mia Casertana, ritornare in quello stadio mi fece sicuramente un grandissimo effetto. Vedere questa gente e questo popolo relegato in terza serie mi provocò un enorme senso di tristezza. Adesso addirittura si dovrebbe ripartire dalla Serie D e quindi il percorso sarà ancora più doloroso, però spero con tutto il cuore che chiunque possa acquisire questo fantastico club sia una persona realmente seria ed in grado di comprendere la storia e l’importanza della società che andrà a rilevare riportandola nelle categorie che questa città e questi tifosi meriterebbero. Il mio augurio per il futuro è che la nuova proprietà possa riportare il Catania in Serie A nel più breve tempo possibile perché una realtà così appassionata e calorosa non è giusto che si ritrovi in campionati poco importanti. Vorrei approfittarne per salutare calorosamente tutti i tifosi rossazzurri.”

Si ringrazia Raffaele Esposito per la cortesia, la disponibilità ed il tempo concesso per l’intervista.

 

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