EX ROSSAZZURRI – Alvarez: “Mi manca tutto di Catania. Ci tornerò. Spero che il club risalga in fretta. Simeone, Mihajlovic e Cosentino…”

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“Lottavamo sempre per la salvezza, ma nei momenti di difficoltà si vedeva la forza del gruppo. Con quei compagni ho un ottimo rapporto e ancora oggi parliamo. Con gli argentini abbiamo la chat ‘Catania record’, poi a volte sento Biagianti che ora è in società: sono contento per lui perché ama il club”. Parole dell’ex difensore del Catania Pablo Alvarez, ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com.

Alvarez ha aggiunto: “Lo Monaco? Quando sono arrivato c’erano solo Izco e Bizzarri, oltre a Martinez e Vargas. Siamo stati i primi della colonia argentina. Con il direttore spesso litigavamo, ma alla fine posso dire che avevamo un bel rapporto. Il Monaco voleva comprarmi, ma quando glielo dicono al ‘Cholo’, lui si oppose perché voleva che restassi e non c’era un sostituto. Io mi arrabbiai, ma con il club eravamo rimasti d’accordo che se fosse arrivata un’offerta nel prossimo mercato l’avrebbero accettata. Arrivò il Catania e Simeone mi disse che per lui sarei dovuto andare in un club più importante. Con lui ho litigato, ci siamo messi le mani addosso, abbiamo discusso, ma è stato il migliore che ho avuto”.            

“Ho dormito più col Papu che con mia moglie. Dopo il Mondiale è venuto qui in Argentina con la sua famiglia e ci siamo incontrati. Tra i migliori ricordi di quell’esperienza c’è la salvezza con Mihajlovic, un allenatore che rimarrà sempre nel mio cuore e che mi manca. Gli vorrò sempre bene, mi ha lasciato tanto fuori e dentro al campo. Mi sarebbe piaciuto essere allenato da lui per più tempo. Quando andò alla Fiorentina c’era la possibilità che mi portasse con sé, ma poi i club non hanno trovato l’accordo”.        

“Quando nel 2013 decisi di non rinnovare, il Catania mi mise fuori rosa. Quella fu una delle prime decisioni sbagliate da parte del club, il direttore Cosentino poi è stato arrestato…La storia è a mio favore. Poi sono andato ad allenarmi al QPR, ma non è stato trovato l’accordo per il contratto e così sono tornato in Argentina”.          

“Il Catania non merita questa situazione, deve stare in Serie A o al massimo in Serie B, ma per lottare per il primo posto, non dove è ora. Purtroppo sono state fatte cose sbagliate e ora c’è questa realtà. Spero che possano risalire nel più breve tempo possibile. È il club dove ho giocato di più: sono stato 6 anni e mia figlia è nata lì. Mi manca tutto: la città, il clima e la gente. Un giorno ci dovrò tornare con la famiglia”.

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