CHIRICO’: “Sono nato col pallone. Vi racconto le mie 4 promozioni in B. Catania, non vedo l’ora”

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foto Catania FC

Intervista tra passato, presente e futuro per il neo acquisto rossazzurro Cosimo Chiricò, ai microfoni di Chancebet News. Ecco le parole evidenziate:

“Sono cresciuto a Brindisi in una famiglia numerosa. Io e i miei fratelli già da bambini nel quartiere Sant’Elia giocavamo tanto a calcio, siamo nati col pallone. Mia madre e mio padre ci hanno cresciuto sempre con tanto impegno. Mi faccio chiamare Mino perché sarebbe il diminuitivo di Cosimino, come mio nonno, sin da bambino mi hanno chiamato sempre così. Non è un soprannome. Ho iniziato a giocare a Lamezia in D, l’anno dopo Casarano e poi prima volta nel professionismo a Lanciano vincendo il campionato in Sicilia contro il Trapani giocando la finale addirittura con un uomo in meno”.    

“Ad Ascoli arrivò la mia seconda promozione in B, più avanti ricevetti la chiamata di De Zerbi. Era il 29 dicembre. Mi trovavo a casa, il procuratore mi ha detto che il mister avrebbe voluto parlare con me, il Foggia in quel momento era primo nel girone C, io non ci credevo. Dopo 5 minuti mi chiamò De Zerbi dicendomi «Guarda Mino, ti seguo da due anni e mi farebbe piacere averti in squadra». Io pensavo fosse uno scherzo, dissi subito a che ora. Dopo 2-3 giorni si fece l’operazione e da Prato passai al Foggia cominciando a riprendere la carriera. A Foggia ottenni la mia terza promozione in Serie B vincendo anche Coppa Italia e Supercoppa Lega Pro. Le emozioni che mi ha dato Foggia finora non me le ha date mai nessuno in carriera perchè sono stato davvero bene lì, amato dai tifosi. Ricorderò a vita quell’esperienza in una città che vive di calcio e dove allenatori come Stroppa e De Zerbi mi hanno dato tanto sia calcisticamente che, soprattutto, sotto il profilo umano”.   

“Un’altra telefonata importante ricevuta fu quella del Monza, Berlusconi comprò il club e con Galliani fecero una squadra nuova. In Brianza ho conseguito la mia quarta promozione in B. Appena arrivato a Monza si vedeva che Berlusconi e Galliani avessero fatto calcio a livelli mondiali perchè in pochi mesi hanno costruito una squadra forte e tutto quello che ci mettevano a disposizione era fuori categoria. Sono stato benissimo ed ho conosciuto gente di valore”.      

Mi ritengo un papà modello perchè con i miei figli sono sempre presente, molto affettuoso. Leonardo è ancora piccolino mentre con la femminuccia, Giulia, facciamo anche discorsi fuori dal normale. Sono un papà solare, scherzo tanto con loro, li portiamo quando possibile al parco, in centro commerciale. Per loro non è facile cambiare spesso scuola dopo avere fatto molte amicizie, magari resterò a Catania per tanto tempo e risolveremo il problema. A proposito di Catania, quando ho risolto il contratto con il Crotone lo feci proprio perchè volevo venire qui. Negli ultimi anni sono stato sempre accostato a questo club, per vari motivi non si è mai conclusa l’operazione. Quest’anno è arrivata l’occasione giusta per fortuna. Quando hanno chiamato il mio procuratore dissi di chiudere subito, mi hanno parlato davvero bene di Catania e desideravo provare questa esperienza. Avevo 2-3 squadre interessate ma la scelta prioritaria era Catania ed è stata fatta subito l’operazione. Ho avuto pochissimo tempo per vedere un pò la città, non vedo l’ora di scendere in centro per visitarla e vivere la tifoseria”.

I compagni appena sono arrivato mi hanno accolto in un modo incredibile, si vede subito se un gruppo è sano e questo è il caso del Catania. Dico la verità, sono stato davvero contento dell’accoglienza ricevuta da parte di tutti. Io mi diverto in campo, al di là di tutto sono un giocatore che salta l’uomo, fa una giocata importante e allora in campo nel mio piccolo creo qualcosa di artistico, ecco. Perché mi piace il numero di maglia 32? L’ho preso per la prima volta a Padova, da lì ho iniziato a fare qualche golletto in più e da quel momento non me ne sono più separato. Un compagno di squadra che ho avuto ed a cui sono particolarmente legato? Andrea Dini, portiere del Crotone, un carissimo amico, ci vogliamo bene e andiamo molto d’accordo. Dove mi vedo da qui a dieci anni? Ancora calciatore (ride, dr). In verità ci penso poco adesso, vedremo”.

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