LIVIERI: “Dai primi calci in oratorio al Pisa, sono cresciuto tanto. Catania, sogno la A con questa maglia”

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foto Catania FC

Intervento a 360 gradi di Alessandro Livieri, neo acquisto rossazzurro che difenderà i pali della squadra di Luca Tabbiani. Il portiere milanese riparte da Catania con grande entusiasmo e voglia di essere protagonista. Ecco le parole di Livieri a Chancebet News evidenziate:

“Sono molto legato alla famiglia, mi hanno trasmesso tanti valori e fatto stare bene sin da subito. Ho ricevuto soprattutto l’insegnamento che il valore più importante è il rispetto, saper parlare al momento giusto, non mancare di rispetto a nessuno. Io sono stato sempre bravo a scuola, soprattutto in matematica. Ho iniziato il percorso universitario perché ti fa fare sempre qualcosa in più ed è importante avere una strada parallela al calcio che ti permetta un domani di essere un pò più tranquillo. Frequento scienze motorie, penso che il calciatore debba curarsi anche a livello fisico e studiando in questa facoltà sto capendo tante cose importanti”.          

“Ho iniziato a giocare a calcio all’oratorio a Vimodrone. Il mister, che è molto amico di famiglia, mi ha messo difensore, dopo qualche mese però io volevo fare a tutti i costi il portiere. Al punto che piangevo. Sentivo che quello sarebbe stato il mio ruolo e potessi far bene. Da lì è iniziato tutto. Alla Primavera del Milan mi sono goduto il momento, del resto quando sei giovane è più facile farlo, allora non capivo neanche che il calcio potesse essere il mio lavoro, prendevo tutto alla leggera, poi i compagni con cui mi allenavo sono diventati amici fraterni. Ci trovavamo molto bene con squadra, staff e mister Brocchi. Nel 2015 terzo portiere del Milan? Dopo l’infortunio di Diego Lopez il preparatore dei portieri della prima squadra del Milan mi ha chiamato, ho iniziato questo percorso che mi ha dato tanto perché ho capito davvero cosa significasse fare il calciatore. Ho collezionato una ventina di panchine, bellissima esperienza stare con giocatori di altissimo livello, viaggiare. Fu molto emozionante la prima volta a San Siro, avevo 17-18 anni, entrando in uno stadio del genere alzai la testa e quasi non vedevo il cielo talmente era immenso. Mi tremavano un po’ le gambe. Sono cresciuto tanto, allenandomi con portieri che adesso sono tra i più forti al mondo come Donnarumma”.

“Quando lascia la Primavera del Milan feci tre anni alla Feralpisalò trovandomi abbastanza bene in una società sana con un presidente ed uno staff capaci. Arrivammo per tre stagioni di fila ai playoff. Si trattò della mia prima volta fuori casa, ma a sbloccarmi mentalmente facendomi tirare fuori quel fuoco che avevo dentro furono i primi sei mesi a Pisa, non venivo mai considerato ed ho capito che il calcio non ti aspetta, se molli un attimo sei fuori. Da lì sono andato ancora in C a Lecco con un’altra mentalità e fame. Tutte le esperienze ti devono dare qualcosa, anche quando non giochi. Adesso siamo qua, a Catania, e sono diventato uomo. Oggi mi sento un portiere maturo, spesso tanti ragazzi giovani non concepiscono l’errore. Soprattutto in porta quando il portiere sbaglia viene subito insultato. Nell’errore invece devi caprie che pure in A e Champions sbagliano, fa parte del gioco. Prima facevo mezzo errore e mi buttavo giù, adesso so che devo reagire e la prendo con più serenità. Questo ti porta a non ripetere certi errori”.

“A Pisa ho effettuato tanti step, sono molto legato alla città, ai tifosi e anche in società mi vogliono tanto bene. Sono partito da Pisa che ero alla fine della giostra però mi sono tirato su le maniche, sono andato avanti per la mi strada fissando sempre l’obiettivo, focalizzato dove volevo arrivare. Pian piano mi hanno fatto sentire più importante fino agli ultimi due anni che me la sono giocata fortemente con Nicolas, adesso siamo qui e sono contento di iniziare quest’avventura a Catania, voglio sentirmi protagonista. Io avevo già la mezza idea di andare a giocare, sentirmi importante, aspettavo una chiamata. Quando è arrivata la chiamata del Catania sinceramente mi ha lusingato molto perché so che piazza è avendoci anche giocato contro, so l’attaccamento della tifoseria ai colori e l’atmosfera che i tifosi rossazzurri sanno creare allo stadio”.

“Giocare a calcio ti porta via tanto, ci alleniamo tre ore al giorno ma nel pomeriggio pensi se hai fatto un allenamento sbagliato, se hai discusso col mister o con il compagno. Perdi tante energie mentali, allora devono essere brave le persone che ti stanno vicino a darti supporto. Mi ritengo uno zio modello, sto già facendo calciare la palla anche se sono piccoli ai miei nipotini, gli dico di calciare forte, di non fare il portiere ma l’attaccante. Il portiere è un ruolo particolare, meglio l’attaccante, che guadagna anche di più (ride, ndr). Sono legatissimo a loro, quando mi vedono mi fanno delle feste incredibili. Inoltre mi piace molto stare a contatto con la gente, vivere i luoghi e nuove culture. Non sopporto l’arroganza nelle persone e prendersela con chi è più debole”.

“La pesca? E’ tra le mie passioni. Un momento in cui stacchi la testa dal mondo, sei solo tu concentrato a prendere più pesci possibili, uno sport rilassante. Anche l’anno scorso a Pisa andavo spesso a pescare, spero anche qua e di prendere magari più pesci perché a Pisa prendevo poca roba. Io sono anche una buonissima forchetta, mi piace molto mangiare, assaggiare cose nuove. So che qua si mangia davvero bene, non vedo l’ora di mangiare granite, brioche col gelato e altro ma stando attenti alla dieta perchè se no il mister si arrabbia. Qui anche la qualità della verdura è estrema, inoltre mi piace molto cucinare”.

“Il mio portiere preferito? In giro ce ne sono tanti portieri forti e completi, il più determinante penso sia Courtois, difficile segnargli, dà proprio l’impressione che copra tutta la porta, un muro. Io abile nel calcio di rigore e nel gioco con i piedi? L’abilità nei rigori è importante ma penso ci siano altre mille cose più importanti. Ad esempio giocare coi piedi al mister piace tanto, anche a Pisa avevamo questa mentalità, mi piace tantissimo giocare con i piedi e penso che per una squadra giocare bene poi porti tanti frutti. Sogno nel cassetto? Il mio sogno è giocare in Serie A. So che ogni giocatore ha il suo percorso, io adesso sono in C ma in una piazza gloriosa e importante che ti fa sentire tutto tranne che militare in C. Spero che questa squadra mi aiuti e addirittura di arrivare in A proprio con il Catania. Bravi dovranno essere i nostri tifosi a supportarci”.

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