L’EDITORIALE | Monopoli e Foggia, doppia delusione: serve un cambio di rotta per essere davvero competitivi

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foto Catania FC

C’è delusione dopo la sconfitta casalinga, la seconda in tre partite disputate al “Massimino”, rimediata ieri sera con il Foggia. Una frustrazione che fa nascere delle riflessioni sulla squadra rossazzurra, dalla costruzione della rosa da parte della dirigenza all’apporto dell’allenatore, passando per la qualità tecnica dell’organico stesso. Pensieri che si fanno largo comprensibilmente dopo il deludente rendimento delle prime quattro partite, con una sola vittoria all’attivo.

Catania, famelica di riscatto (anche calcistico), non può accettare un inizio così e comincia ad interrogarsi: può l’applicazione di un’idea di gioco propositivo appagare quanto un risultato positivo? Molti hanno già risposto di no, rispolverando il concetto secondo cui è la sostanza dei fatti concreti a fare la differenza a dispetto dei ghirigori del caso. Ma anche sul gioco in realtà ci sarebbe molto da ridire dopo le ultime due prestazioni. Sì, col Foggia un riscatto dal punto di vista dell’impegno e della corsa, ma in quanto a manovre degne di nota quello visto ieri non può essere definito un Catania che fa calcio champagne. Per prima cosa c’è un problema vero che si chiama “cabina di regia”, che al momento – spiace dirlo – non funziona. Tanto il gioco sulle fasce, si tenta qualche sventagliata, si cerca con insistenza Chiricò, il vero faro di questa squadra: tantissima qualità e predisposizione al sacrificio, gli è mancato però il cinismo e quindi il goal. Le soluzioni sono sempre le stesse, il che rende il Catania prevedibile (ad eccezione per le invenzioni del già citato Chiricò).

L’altra faccia della medaglia, altrettanto corretta e sacrosanta è rappresentata dalla necessità di dare tempo a questa squadra di trovare la migliore condizione in tutti i propri interpreti, di lubrificare i meccanismi e darsi qualche partita in più per un giudizio definitivo. Il club ha fatto una scelta chiara ad inizio stagione: prediligere una idea di gioco e costruire un progetto pluriennale. Su questo c’è stata sempre chiarezza. Ma Tabbiani quanto tempo ha a disposizione affinché il suo progetto tecnico attecchisca? Questo dovrà deciderlo la società. Intanto bisogna avere pazienza e attendere che anche gli ultimi calciatori arrivati dal mercato si integrino a dovere, sperando che si creino i presupposti per una risalita e per l’acquisizione di una mentalità vincente che sia utile quest’anno e negli anni a venire per l’assalto alla vetta e quindi, alla Serie B.

Se i problemi del centrocampo sono riconducibili alla regia del gioco, in attacco bisogna sbrogliare la matassa della zona-goal, della concretizzazione delle azioni create, della finalizzazione in porta. Sarao ieri impalpabile, come del resto anche Di Carmine quando subentrato. Palloni veramente buoni da giocare in area? Zero, e questo è un fattore impietoso che mette tutti sulla graticola. Troppi cross, sempre preda della difesa avversaria sono troppo poco per una squadra come il Catania.

Serve un cambio di passo, e serve al più presto. Si tratta del primo vero momento di difficoltà che il club di Ross Pelligra si trova a dover affrontare. Come se non bastasse i rossazzurri sono attesi da un tour de force complicato tra impegni di campionato da recuperare e Coppa Italia di categoria.

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