PEPPE DI STEFANO: “Alcuni aneddoti su Grella ed il mercato del Catania. C’è un progetto. Sostenibilità necessaria”

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Il noto giornalista catanese di Sky Sport Peppe Di Stefano, ospite di Chancebet News, è intervenuto da Milano spendendo parole estremamente positive per l’attuale proprietà del Catania ed il vice presidente Vincenzo Grella. Ecco quanto evidenziato:

“Quando c’era l’assegnazione del bando, ricordo che Pelligra presentò la propria partecipazione ed io conobbi in quella occasione anche Grella. Ho capito che parlavamo di un profilo completamente diverso rispetto agli altri soggetti interessati. E’ stato un percorso bellissimo, l’ho vissuto anche da tifoso. Ho raccontato a Caltanissetta il giorno della promozione del Catania salendo sul pullman della festa. Abbiamo finalmente dato respiro nazionale alla squadra della nostra città. Al di là della promozione c’è un progetto, qualcosa di più grande”.

“Ci sono due aneddoti che mi piace raccontare di Grella, capendo la voglia di Catania e del suo lavoro. Prima di Catania, Grella lavorava come procuratore – bravissimo – in un gruppo tra i più importanti forse del mondo ed in Europa. Quando poi fu assegnato il Catania al Gruppo Pelligra, Grella mi disse di volere fare l’amministratore delegato non semplicemente di una squadra ma di una città, lì capì che non lo spaventava la categoria ma l’inizio in difficoltà perchè non avevano dei riferimenti, cominciarono ad essere operativi in un albergo, poi pian piano la strada fu spianata. Tempo fa a Milano Grella mi spiegò la scelta di puntare su Tabbiani. Lui avrebbe potuto prendere ogni tipo di allenatore, ma mi disse che il Catania aveva bisogno di un’identità attraverso una guida tecnica che potesse trascinare la squadra nel tempo dalla C alla B, poi dalla D alla A, in un percorso efficace anche se lento. La scelta di Tabbiani è stata tra le più belle e coraggiose, non scontata. Nel primo anno di gestione Pelligra ho capito la forza societaria, nel secondo ho capito il progetto”.

“Quando Grella acquista un calciatore non lo punta semplicemente e lo prende. Lui fa una storia d’amore, ti spiega e racconta perchè devi scegliere Catania rispetto ad altri posti che danno meno adrenalina. Quando un giocatore non lo convinci con la forza dei soldi ma delle idee tu hai vinto ancora prima di giocare e di mettere la maglia rossazzurra. Il nome di Catania è tornato a frequentare anche reti nazionali grazie a questa proprietà, ed io sono fiero di potere raccontare e vivere il Catania. Tanti catanesi fuori dalla Sicilia e sparsi in giro per il mondo sono aggrappati a questa bella realtà”.

“Vi svelo qualche aneddoto di calciomercato. Guido Angelozzi mi raccontò che il Catania avrebbe potuto centrare un altro colpo in stile Chiricò e Di Carmine: Bidaoui. Angelozzi da catanese voleva spingere Bidaoui verso Catania, facendogli capire la passione che c’è alle pendici dell’Etna e che avrebbe trovato un bel mondo. Una volta Angelozzi stava assistendo a Milan-Monza in tribuna, in occasione del trofeo Berlusconi. C’era stato un contatto tra Laneri – che ha un grande rapporto con Angelozzi – ed il terzino catanese Mario Sampirisi, che ha militato nel Frosinone. Angelozzi disse a Sampirisi che, riducendosi l’ingaggio, trasferendosi al Catania avrebbe trovato il posto giusto per chiudere la carriera. Questo per far capire come anche chi non lavora per il Catania, ma è catanese, fa in modo di spingere il Catania affinchè torni nelle categorie più belle. Vorremmo vedere quanto prima il Catania nuovamente superare il confine di Roma ed essere ad un passo dalla gloria”.

“La prima promozione del Catania in C era quasi d’obbligo. C’era la “violenza” dell’intervento, è stata fatta la squadra vincendo tante, troppe partite. Adesso c’è una programmazione più ponderata e se non crei un club sostenibile, parola che a volte ai tifosi sta antipatica, non vai da nessuna parte. Puoi avere tutti i soldi che vuoi ma non bastano per rimanere ad alti livelli, dunque oggi più che mai investire sul settore giovanile è un passaggio importante dalla Serie A in giù, perchè fai delle plusvalenze che prima erano incalcolabili, più del marketing, degli abbonamenti e tutto il resto. E’ un valore che crea differenza. Se non hai una proprietà solida non vai da nessuna parte”.

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