SPINOSA (prep. portieri Catania): “Portiere, una passione nata all’età di 6 anni. Intensità e concentrazione caratteristiche principali”

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Riportiamo l’estratto di un’intervista rilasciata anni fa a ilportiere.net da Pietro Spinosa, attuale preparatore dei portieri del Catania che ha preso il posto di Matteo Tomei. Un modo per conoscere meglio una delle figure più importanti dello staff tecnico rossazzurro che, a breve, compirà 61 anni:

“La passione nel ruolo di portiere è diventata anche la mia professione visto che fortunatamente l’ho fatto sempre a livello professionistico sia da giocatore che da allenatore. Utilizzo molto il pc per creare archivi in cui inserisco immagini di portieri, attaccanti ecc.. Tutto quello che può essere utile per avere e dare informazioni ai portieri che alleno. Bisogna stare al passo coi tempi”.

La passione del ruolo è nata prestissimo (avevo 6 anni) e siccome dicevano che ero bravino ho continuato. Non avevo purtroppo una struttura fisica che potesse ambire a categorie superiori alla serie C dove comunque ho collezionato circa 400 partite. Ho giocato prevalentemente al sud in piazze anche molto calde come la Fidelis Andria e la Turris. A Castel di Sangro invece ho vissuto un momento di gloria quando sono entrato all’ultimo minuto dei tempi supplementari nella finale a Foggia contro l’Ascoli e parando il rigore decisivo per la promozione in serie B. L’anno successivo ho anche esordito a 34 anni, piccole soddisfazioni professionali”.

“Ho iniziato ad allenare i portieri già quando giocavo ad Altamura (C2) in quanto l’allenatore Di Benedetto mi disse che il preparatore dei portieri non c’era e quindi me ne dovevo occupare io. A Castel di Sangro stessa storia, ero il 12° ed allenavo De Juliis, il portiere titolare. Conquistata la promozione in serie B il mister Osvaldo Jaconi mi disse chiaramente che era giunto il momento di cominciare ad allenare in modo ufficiale i portieri. È a lui che devo dire grazie se oggi sono ancora qui ad allenare. L’ho seguito per sette anni consecutivi fino a Livorno dove poi le nostre strade si sono divise per motivi sportivi. A Livorno mi sono fermato per diversi anni facendo tutte le categorie dalla serie B alla serie A e collaborando con tanti bravi allenatori. Sono poi stato al Genoa, ho fatto esperienze in Belgio e Romania per poi ritornare in Italia al Chievo Verona e nuovamente a Livorno”.
Nello staff amaranto ha anche conosciuto Lucarelli, che poi ha proseguito il lavoro con lui alla Ternana e, adesso, a Catania.

Durante gli allenamenti la caratteristica che più ricerco oltre all’intensità è la concentrazione. Condizione che fa la differenza durante le gare. La testa prima di tutto. Essere un portiere per me significa prima di tutto amare questo ruolo, dedicarsi con passione giorno dopo giorno per raggiungere un obbiettivo senza mai pensare di essere arrivato perché l’errore è dietro l’angolo. Essere propositivo tatticamente, avere coraggio, essere un leader nello spogliatoio. Naturalmente le qualità fisiche e mentali sono molto importanti ed è per questo che ci sono le categorie”.

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