TOSCANO: “La testa muove tutto, la squadra deve mettere in campo quel pezzettino mancante. Società sempre presente”

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foto Catania FC

Vigilia di Catania-Trapani. Ha parlato l’allenatore rossazzurro Domenico Toscano in sala stampa, tornando sulla sconfitta di Crotone e proiettandosi sul match in programma al “Massimino”:

E’ la testa che muove tutto. Col Trapani affronteremo una squadra partita per vincere il campionato come tante altre. Noi dobbiamo offrire una grande prestazione, questo è sicuro. Nell’arco di queste 14 partite i ragazzi, a tratti e a volte con continuità, hanno dimostrato di avere le qualità per fare grandi prestazioni. Come nel secondo tempo di Foggia e Crotone, in occasione della gara col Benevento, potrei citare tanti incontri. Se lo hanno fatto, vuol dire che possono farlo ancora. E’ il momento di stringere la cinghia, fare qualche sacrificio e corsa in più durante la gara, con un’attenzione maggiore nei dettagli perchè anche a Crotone abbiamo pagato a caro prezzo gli episodi negativi che ci siamo portati dalla nostra parte. Nella ripresa però ho visto una squadra viva, incazzata come me. Questa deve essere energia positiva da trasferire in campo domani, in un match di livello“.

“Jimenez? Mi è piaciuto tanto allo ‘Scida’. Anche a Vicenza quando l’ho incontrato da avversario ha giocato in quella posizione. Può dare qualità e dinamicità al reparto, in questo momento di emergenza è una soluzione da considerare. Possibile reintegro di Chiricò? Oggi ci dobbiamo concentrare su chi abbiamo a disposizione, chi vuole dare tanto il proprio contributo al Catania. Dobbiamo pensare solo al Trapani”.

L’aspetto mentale è la cosa più importante in una prestazione. Pensiamo a cosa serve al Catania e alla squadra, non a me singolo giocatore o allenatore. Avevamo iniziato bene a Crotone mettendo sotto l’avversario, poi al primo episodio negativo abbiamo perso le distanze e una squadra forte non deve farlo. Nell’intervallo ci siamo riassestati facendo un secondo tempo da Catania, cosa che deve accadere con più continuità. Una squadra come la nostra, con calciatori che hanno fatto diversi campionati di un certo tipo, deve rimanere lucida e non uscire dalla partita, a prescindere se sei in svantaggio o in vantaggio. Anche perchè abbiamo dimostrato di potere mettere in difficoltà le avversarie quando facciamo quello che serve”.

“C’è da lavorare sul fattore psicologico. I campionati sono fatti di tanti momenti. Conosco cosa serve per non entrare in quel circuito che ti vede al primo episodio negativo non rimanere in partita. Per questo motivo ho cercato fin dall’inizio di mettere sempre sotto pressione mentale i ragazzi affinchè, nelle situazioni in cui si trovassero, rimanessero sempre lucidi. Da questi momenti si esce solo lavorando, pensando al bene della squadra, non del singolo“.

La società è sempre presente. Anche oggi è venuto Grella, il direttore ha un continuo confronto con squadra, società e allenatore. Non è quello che manca. E’ dentro le partite che manca un pezzettino da mettere. Dopo la partita di Crotone ci siamo guardati negli occhi dicendo che quel pezzettino è il momento di aggiungerlo. Gestione dei portieri? Le scelte fatte con lo staff sono ponderate e logiche seguendo un discorso di meritocrazia, lo stato di forma fisico e mentale di un calciatore in qualsiasi reparto. C’è stata una dinamica iniziale che si è innescata quando non avevamo a disposizione Adamonis, poi siamo andati avanti sempre per meritocrazia, guardando gli allenamenti che per me è fondamentale”.

“Quando si prende gol o si fa, il merito o il demerito è di tutta la squadra, non del singolo. Se l’attaccante ed il centrocampista fanno una corsa in più, la palla dentro l’area probabilmente non arriva. Concentrazione e attenzione collettiva, questo ci manca. Non ho mai creduto nel colpevolizzare un singolo calciatore per l’errore commesso, perchè quando si fa bene vale per tutti, viceversa tutti dobbiamo dare di più quando le cose non vanno per il meglio. Lavorando con maggiore concentrazione da parte di tutti, l’errore individuale non accade oppure lo limiti, puoi riconquistare palla più velocemente anzichè arretrare costringendoti a difendere più basso“.

“Il Trapani? E’ uno stimolo in più affrontare una squadra prolifica che ti può sollecitare tanto, dunque devi essere ancora più concentrato e determinato. La solidità che avevamo all’inizio era determinata dal lavoro di tutta la squadra – penso ad una salvataggio sulla linea di porta di Sturaro che difensore non è – che assicurava in campo qualcosa in più. Dobbiamo ritrovare quell’atteggiamento, così da non mettere il reparto difensivo in situazioni in cui può andare in difficoltà. L’attacco del Trapani è uno dei reparti avanzati più determinanti in questo campionato del Trapani, è affascinante confrontarsi con l’attacco granata. Le squadre costruite per vincere il campionato hanno negli attaccanti e nei singoli elementi che possono determinare in diverse situazioni. Il Trapani lo dobbiamo limitare in questo senso”.

Se non hai una tenuta fisica importante non spingi come abbiamo fatto col Messina, nel finale a Crotone e nel secondo tempo a Foggia. Contro il Crotone, leggendo i dati, abbiamo avuto un indice di pericolosità più alto nell’arco dei 90′, poi che negli episodi dovevamo fare di più spingendo fino alla fine è una cosa oggettiva. Quando non arrivano le vittorie che vorresti e subentra la frustrazione è sbagliato, al contrario devi continuare a correre, convinto delle tue capacità per portare gli episodi dalla propria parte. Dobbiamo trovare gli equilibri giusti, il calcio è fatto di questo. Al di là che giochi con una o più punte, lavorando bene di squadra puoi sopperire a qualsiasi situazione di gioco. Se lavori sotto il livello che serve al Catania non troverai mai l’equilibrio giusto“.

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