La partita che i catanesi aspettavano. Quella che poteva dare uno slancio ulteriore al Catania nella corsa playoff. Impegno tosto, difficile, l’ideale per misurare le proprie ambizioni. Dopo avere superato gli ostacoli Giugliano e Potenza, l’asticella si è alzata al cospetto del Pescara. Con una differenza rispetto alle due precedenti apparizioni: gare di andata e ritorno, fine del doppio risultato su tre a disposizione. Vantaggio, stavolta, a beneficio degli avversari.
Motivo per cui l’auspicio, in casa rossazzurra, era quello magari di incamerare l’intera posta in palio all’andata. Il campo, invece, purtroppo per il Catania ha detto il contrario. A vincere, di misura, è stato infatti il Delfino che, adesso, ha addirittura tre risultati disponibili, potendo nella peggiore delle ipotesi accontentarsi anche di una sconfitta interna con un gol di scarto. Chiaro che la strada si è fatta in salita per il Catania. Ma giusto provarci. Perchè così deve essere. Perchè ti chiami Catania e i tifosi pretendono di sudare fino in fondo la maglia, dando veramente tutto per i colori rossazzurri. Perchè la squadra negli ultimi mesi ha trovato una certa quadratura, al netto di sbavature ed ingenuità che talvolta si nascondono, talvolta riaffiorano.
“Crediamoci” è l’imperativo di Toscano. Questo Catania può davvero, realisticamente, realizzare l’impresa? I progressi emersi soprattutto da marzo in poi hanno donato alla squadra chance di avviare bene il percorso playoff. Fino ad arrivare al match d’andata del primo turno nazionale col Pescara che ha premiato i biancazzurri, ma il Catania visto nel primo tempo non è dispiaciuto per organizzazione, tenuta del campo, possesso palla e personalità mancando però quel pizzico di cinismo che, in gare del genere, fa la differenza.
Nel corso della ripresa, invece, la sensazione è che la stanchezza si sia fatta sentire sulle gambe dei rossazzurri, appesantite dalla serie di incontri ravvicinati. In questi casi i cambi sarebbero dovuti venire in soccorso. Così non è stato per il Catania. La buona volontà di Dalmonte non è bastata, da un elemento carismatico come Sturaro ci si doveva attendere più del semplice compitino.
In generale i subentranti non hanno assicurato quel cambio di passo necessario. A differenza del Pescara, soprattutto con l’inserimento di Meazzi tra le linee al posto dell’infortunato Valzania. A conti fatti, poi, l’inserimento di un attaccante in più (Montalto) al posto di Celli nel finale, sbilanciando il Catania in avanti, non si è rivelata una mossa felice, concedendo spazi invitanti ad un giocatore letale come Merola.
Priva degli squalificati Ierardi e Sturaro, la squadra di Toscano mercoledì può mettere in difficoltà i padroni di casa sul piano dell’intensità, del ritmo. Purchè riesca a farlo con continuità nell’arco dei 90′ più recupero. Vincendo i duelli, sapendo interpretare la partita con intelligenza e maturità, spingendo con frequenza sulle corsie laterali, colpendo il Pescara al momento opportuno, capitalizzando al massimo le occasioni.
Tutto questo è possibile SOLO se ogni singolo giocatore in campo darà il 100% alla causa. Al di là delle scelte tattiche, tutti dovranno fornire una prova eccelsa e alzare il livello della prestazione, compresi i ragazzi con più qualità da cui è lecito attendersi molto di più (Stoppa e Jimenez su tutti, sperando anche nel recupero di Lunetta). Attenzione, lucidità, determinazione e concentrazione nel contesto di una squadra che si presenti compatta, ben messa in campo, aggressiva e concreta. Queste le basi per provare a realizzare un’impresa molto difficile, ma non impossibile.
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