sabato, 28 Giugno 2025
HomeCatania NewsL'EDITORIALE | Catania che vince, Catania che attende...

L’EDITORIALE | Catania che vince, Catania che attende…

C’è una Catania che vince. Che lotta. Che non si arrende. E c’è una Catania che ancora rincorre se stessa, intrappolata nel peso della sua storia e nel tormento delle promesse da mantenere, già dalla prossima stagione.

Meta Catania, Ekipe Orizzonte, Catania Beach Soccer. Tre realtà che nello sport hanno fatto grande Catania, unite da un solo cuore rossazzurro che batte forte su campi diversi: il parquet, la piscina, la sabbia. Imprese che hanno portato la città sul tetto d’Italia – e in un caso (quello del beach soccer) addirittura d’Europa – senza clamori roboanti, senza proclami, ma con il sudore, l’organizzazione e la tenacia di chi sa cosa vuol dire costruire nel tempo. La Meta Catania di Enrico Musumeci è campione d’Italia nel futsal (ma ha vinto quest’anno anche la Supercoppa). Una cavalcata storica, entusiasmante, che ha fatto esplodere il PalaCatania in un abbraccio commosso di sport e appartenenza. L’Ekipe Orizzonte, targata Tania Di Mario, continua a dominare – a livello nazionale – la pallanuoto femminile con la consueta classe e una mentalità vincente che da anni rappresenta il modello da seguire. Un altro tricolore, un’altra bandiera issata. Il Catania Beach Soccer, guidato dal duo Giuseppe Bosco-Francesco Di Paola, si è preso l’Europa, la Supercoppa e sta lottando per Coppa Italia e scudetto. Una squadra che, stagione dopo stagione, è diventata sinonimo di eccellenza.

Queste non sono meteore. Sono squadre costruite nel tempo, con passione e visione, con dirigenti che hanno dato tutto – e continuano a farlo – per tenere alto il nome di Catania. È un patrimonio sportivo e culturale che merita sostegno, non solo applausi. Perché vincere non è mai un caso. Serve una città che ci creda, che spinga, che valorizzi, che difenda queste eccellenze.

E poi c’è l’altra faccia della medaglia: il Catania, che ancora cerca la sua vera rinascita, ancora inchiodato in una Serie C che pesa come una condanna. Il popolo rossazzurro vuole tornare a sognare, a riempire gli stadi per una squadra che, però, da troppo tempo vive di stagioni interlocutorie e delusioni cocenti.

In settimana è arrivata la presentazione della nuova struttura dirigenziale: Alessandro Zarbano direttore generale, Ivano Pastore direttore sportivo, Giuseppe Sapienza nell’area comunicazione, conferma di Mimmo Toscano in panchina. Una riorganizzazione necessaria, ma che – lo diciamo da mesi – va accompagnata da fatti concreti, da una campagna acquisti ambiziosa (non rivoluzionaria) e da un ritiro che, lontano dalle distrazioni di casa, permetta di prepararsi con serietà e determinazione.

Il paragone con le altre discipline fa male, sì. Ma non è un attacco: è un richiamo. Un invito a riscattarsi. Perché se futsal, pallanuoto e beach soccer- ma anche altre sono le realtà che quotidianamente si adoperano a buoni livelli – dimostrano che Catania può primeggiare, non si vede perché il calcio debba restare al palo, soprattutto viste le potenzialità economiche espresse da Ross Pelligra. Vincenzo Grella quest’anno deve dimostrare di aver imparato dagli errori commessi in passato.

I tifosi non chiedono miracoli, ma programmazione vera. Vogliono trasparenza, competenza e un progetto che non si esaurisca nel tempo di una conferenza stampa.

Catania è una città di sport, e lo dimostra ogni giorno con orgoglio. Che le imprese di Meta, Ekipe e Catania Beach Soccer siano d’ispirazione. Che smuovano coscienze e orgoglio. Perché se vincono loro, può farlo anche il Catania in Serie C. Ma servono coraggio, idee e una sola parola: fatti.

***CLICCA QUI per seguirci sulla nostra pagina Facebook***