L’EDITORIALE | E’ il tempo di ponderare e agire, prima e meglio degli altri

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Le giornate appena trascorse hanno restituito alla città di Catania un senso di appartenenza profondo, che unisce memoria e voglia di un futuro all’altezza di un passato importante. L’inaugurazione del murale dedicato a Stefania Sberna – in via Fava, firmato dallo street artist Giuseppe D’Amico – ha rappresentato molto più di un tributo. È stato un momento di verità, nel quale la città ha mostrato di non dimenticare chi ne ha raccontato la passione. Stefania non era soltanto una giornalista: era la voce del cuore rossazzurro. Il suo modo inconfondibile di raccontare il calcio, e il Catania in particolare, vive ancora nei pensieri di chiunque ami questi colori. Per chi scrive, ogni gol del Catania è ancora accompagnato – idealmente – dal suo annuncio, carico di emozione, energia e amore.

Ma il tempo del ricordo si intreccia con quello della responsabilità. Il Catania si affaccia all’estate che porterà alla stagione 2025-26 con l’obbligo morale – oltre che sportivo – di costruire una squadra e un’organizzazione all’altezza delle ambizioni. L’obiettivo è chiaro: conquistare la promozione in Serie B. Un traguardo che non può più essere rimandato. Ecco perché ogni decisione, in questi giorni, pesa più di quanto possa sembrare.

La conferma di Mimmo Toscano in panchina – come annunciato dal vicepresidente Vincenzo Grella – è un primo passo. Toscano ha ancora un anno di contratto e avrà l’opportunità di dare continuità al suo lavoro, partendo da una base che, con i giusti innesti e una maggiore stabilità tecnica, può ambire ai vertici. Tuttavia, non basta. È ora di definire anche la questione legata alla direzione sportiva: la posizione di Daniele Faggiano è ancora oggetto di valutazioni, ma il tempo per decidere stringe. Per costruire una rosa competitiva servono idee chiare e una guida operativa da subito. Nessuno può permettersi di arrivare tardi sui propri obiettivi di mercato.

In arrivo c’è Alessandro Zarbano, destinato a ricoprire il ruolo di direttore generale. Un innesto manageriale che potrà garantire ordine ed efficienza, due elementi che in passato sono mancati. Ma l’appuntamento decisivo sarà quello con il presidente Ross Pelligra, atteso in città nella prossima settimana. La speranza è che la sua visita non si riduca a parole di circostanza, ma che rappresenti il momento per definire, una volta per tutte, un progetto chiaro: sul piano societario, su quello degli investimenti sportivi e – non meno importante – sul fronte delle infrastrutture. Il tema delle strutture, vera spada di Damocle nella stagione appena conclusa, deve diventare una priorità reale, non un alibi ricorrente.

Infine, una riflessione doverosa: anche la comunicazione di proprietà e dirigenza dovrà essere all’altezza del contesto. La piazza di Catania è tra le più attente ed esigenti d’Italia. Non bastano più slogan o promesse generiche. Dopo un’annata che ha lasciato l’amaro in bocca e un rilancio d’orgoglio avvenuto troppo tardi rispetto alle aspettative, i tifosi chiedono trasparenza, competenza e risultati. La Serie B non può essere un sogno per questa piazza: deve essere un obiettivo concreto, da meritare sul campo, ma da costruire anche con scelte giuste, investimenti mirati e una gestione finalmente all’altezza della storia e del potenziale del Catania.

Ora è il tempo di ponderare, certo. Ma anche – e soprattutto – di agire. Prima, e meglio, degli altri.

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