venerdì, 4 Luglio 2025
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L’EDITORIALE | Tra addii, attese e dubbi: il Catania ha bisogno di certezze

In casa Catania si apre una nuova stagione, e con essa un bivio: costruire una squadra competitiva sin dalle fondamenta oppure rischiare, ancora una volta, di inseguire certezze a stagione in corso. La sensazione, purtroppo, è che i tempi si stiano allungando oltre il dovuto.

La società ha scelto di iniziare il mercato partendo dalle uscite. Una linea anche logica sotto il profilo gestionale – liberare spazio salariale e ridurre l’organico extralarge – ma che oggi rischia di rallentare la definizione dell’organico definitivo. Le prime cessioni sono già ufficiali: Castellini, di nuovo ai saluti, e Gega, che lascia senza mai aver davvero convinto. A breve andranno via anche a Maffei e Peralta, due profili che non rientrano nei piani tecnici. Prima di loro è toccato a Inglese. Silenzio sul rinnovo, l’ex DS Daniele Faggiano ha colto subito l’attimo portandolo a Salerno. L’attaccante ha dimostrato di poter essere ancora decisivo, perderlo ora rappresenta un brutto colpo, non solo sul piano tecnico, ma anche simbolico.

Il messaggio è chiaro: si vuole ripartire da un gruppo più snello e più coerente con l’idea dell’allenatore. Tuttavia, per restituire entusiasmo e prospettiva alla piazza, serve ora un’accelerazione forte anche in entrata. I “colpi” veri non si vedono, e il rischio di trovarsi a preparare il ritiro con una rosa incompleta non è trascurabile. E proprio lì si gioca gran parte della credibilità di questa dirigenza: imparare dagli errori delle passate stagioni, quando si è dovuto correre ai ripari con innesti dell’ultima ora.

In parallelo, la società ha deciso di affidare l’incarico di team manager ad Antonio Varsallona, promosso dal settore giovanile. Una scelta interna che porta con sé una responsabilità importante. Il team manager è figura centrale nel quotidiano della squadra: dovrà saper essere mediatore, supporto, collante tra lo spogliatoio e la dirigenza. Anche lui, come tanti, sarà chiamato a dimostrare di meritare fiducia sul campo, non solo per l’esperienza pregressa ma per la capacità di reggere una pressione che, a Catania, non manca mai.

Siamo nel cuore di un momento cruciale. Qui si disegna la fisionomia del Catania che verrà. Serve fiducia, certo, ma anche attenzione e spirito critico. Perché il passato recente ha insegnato quanto possa essere fragile un progetto fondato solo sulle buone intenzioni. Questa volta serve concretezza, lucidità e – soprattutto – tempestività.

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