Abbiamo raccolto le considerazioni di Angelo Lainò, esperto di calcio, opinionista e grande tifoso rossazzurro, dopo il pareggio casalingo contro il Sorrento. Un’analisi a tutto tondo che tocca i temi più caldi: dall’avvio di campionato dolce-amaro agli infortuni che tornano a condizionare la stagione, fino alla gestione tecnica e all’importanza delle prossime trasferte.
Le prime sensazioni stagionali
“Le prime cinque giornate di questo campionato mi hanno lasciato sensazioni dolci-amare. Eravamo partiti in maniera splendida, anche se va detto che due delle prime tre avversarie erano di livello mediocre, e lo conferma la classifica. Diverso il discorso per il Monopoli: non è affatto una squadra scarsa, anzi, è ben allenata e messa in campo molto bene. Ricordiamoci che se il nostro portiere Dini non avesse fatto quella grande parata sul loro centravanti, forse la partita avrebbe preso un’altra piega. L’avvio era stato positivo e pensavo che qualcosa fosse cambiato anche nell’atteggiamento, ma purtroppo le ultime due partite ci hanno riconsegnato un Catania molle, pauroso, non all’altezza delle aspettative. Resta comunque la convinzione che questa squadra abbia potenzialità notevoli: con l’organico a disposizione, può giocarsela con chiunque, ma deve cambiare atteggiamento”.
Il problema degli infortuni
“Si sta ripetendo lo stesso problema dello scorso campionato: troppi infortuni muscolari. È una cosa molto strana. Ricordo che l’anno scorso, quando la società decise di richiamare Colombino, improvvisamente non si registrarono più guai muscolari e il Catania fece un ottimo girone di ritorno, fino a conquistare i playoff. Poi, a mio parere, quei playoff furono compromessi da scelte inspiegabili, soprattutto nella partita casalinga col Pescara: dovevamo portare a casa lo 0-0 e giocarcela al ritorno, considerando che fuori casa vincevamo regolarmente. Ormai è acqua passata, ma il punto è che sugli infortuni bisogna capire le cause: possono dipendere dalla vita extra-campo, ma parliamo di professionisti ben pagati e non dovrebbe essere questo il caso. Oppure da una preparazione non adeguata a calciatori più avanti con l’età, che soffrono carichi di lavoro pesanti, come ha lasciato intendere anche Celli. O ancora da una gestione atletica che non riesce a dosare questi stessi carichi”.
Tifoseria e prospettive
“Temo molto queste due trasferte che ci attendono, perché veniamo da un momento particolare e sono già iniziate contestazioni, come era prevedibile. Catania è una piazza straordinaria: lo dissi già quando la squadra fu promossa dalla D alla C. È una città che ti porta in alto, alle stelle, ma nello stesso tempo può anche buttarti giù, perché la tifoseria dà tanto e giustamente pretende tanto. A Catania ci sono due cose intoccabili: Sant’Agata e la squadra rossazzurra. Se le cose vanno bene sei osannato, se vanno male rischi di precipitare nelle peggiori stalle.
Ci sono state comunque sorprese positive: Casasola, Donnarumma, D’Ausilio, Aloi… giocatori importanti che possono dare molto. Cicerelli lo conoscevamo, ma sorprende che non abbia ancora trovato il ritmo dell’anno scorso, forse per una posizione non ideale in campo. Il problema è questo cambiamento repentino: dalle prime gare a quelle attuali sembra un’altra squadra. Ora incrociamo le dita per le due trasferte, perché sono fondamentali per il prosieguo. Se dovessero andare male, il rischio è di staccarsi troppo da realtà come Salernitana e Benevento, che viaggiano a mille. Recuperare dopo sarebbe difficilissimo”.
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