domenica, 7 Settembre 2025
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FAGGIANO: “L’incidente, il trapianto, i momenti bui. Il Catania e Catania mi sono stati vicini. Riparto con ancora più entusiasmo”

L’ex direttore sportivo del Catania, attualmente operativo alla Salernitana, torna sul calvario che ha vissuto negli ultimi due anni, nell’intervista concessa a La Gazzetta dello Sport. Tutto è iniziato con un brutto incidente stradale: “In autostrada, a San Benedetto, stavo andando a Modena e mi sono rotto due vertebre. Però sono uscito dall’ospedale firmando, contro la volontà dei medici. E una volta a casa, mio padre e mio suocero mi hanno rimandato a farmi vedere”. Pian piano è emerso il vero problema: “Avevo dei valori sballati, ho fatto controlli su controlli e non andava bene. I medici erano preoccupati, hanno capito che il fegato non funzionava. Così ho cominciato a girare gli ospedali, sono stato ricoverato a Torino e Ancona”.

Faggiano, alto 1.90, in quel periodo pesava quasi 140 chili: “La dieta è stata la prima cosa, poi ho fatto altre cure e preso medicinali, pensavo di guarire così. Sì parlava di trapianto, ma non era urgente”. Nel frattempo ha trovato squadra, andando nell’estate 2024 a Catania. “Ma non stavo bene – ricorda – e dopo la partita a Biella con la Juve Next Gen sono stato male. Grazie al dottor Ciampi dell’ospedale a Catania abbiamo capito la situazione e mi ha mandato all’Ismett a Palermo dal dottor Gruttadauria che ha preso in mano la situazione. Prima mi hanno fatto un piccolo intervento, poi è diventato urgente il trapianto”.

Il Natale del 2024 è quello che ricorderà per tutta la vita: “Il 19 dicembre ero a cena con i miei genitori e mister Toscano, è arrivata la telefonata: entro tre ore dovevo essere a Palermo per il trapianto”. Una volta operato, c’è stato forse il momento più difficile per Faggiano: “Un calvario, pensavo di non uscirne. Momenti bui, non li auguro a nessuno. Sono stato 100 giorni in ospedale, avevo vicino mia moglie Giorgia e i miei genitori, la mia forza. Come il Catania, da Pelligra e Grella a tutti i tifosi. E gli infermieri, diventati come fratelli: solo per portami in bagno, facevano una fatica enorme”. Non è stato facile gestirlo in quei giorni: “Ho provato dolore, rabbia. Una volta non capivo perché negli ospedali le finestre sono chiuse, me ne sono reso conto quando volevo aprirne una e scappare. Ma pensavo alla famiglia, alla bambina, agli amici veri che hanno sofferto con me e mi sono sempre vicini: sono venuti a trovarmi Perinetti, Ausilio e Baccin, poi giocatori come Torregrossa e Inglese”.

Faggiano, infine, commenta il girone C di Serie C di quest’anno: “Il girone è tosto, oltre a Catania e Benevento ci sono anche Cerignola, Crotone, Monopoli, Potenza, e poi l’Atalanta U23. Spero di trasmettere la mia carica alla squadra. Essere qui mi ha dato forza e ora affronto questo impegno con l’entusiasmo di prima. Anzi più di prima, come se fossi resuscitato”.

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