mercoledì, 10 Settembre 2025
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PASTORE: “Mi piace stare zitto e lavorare. Il Catania si comporta da società seria con Jimenez. Leonardi deve crescere”

Il direttore sportivo del Catania Ivano Pastore in conferenza stampa, quando si avvicina la trasferta di Cosenza, fa il punto della situazione in casa rossazzurra:

A me piace stare zitto, lavorare, essere vicino a squadra e mister, cercando nel mio piccolo di risolvere eventuali problematiche che sorgono. Soprattutto evitare di far nascere i problemi. Quando crei un gruppo il merito è di tutti. Quando tu dai alle persone, puoi anche chiedere. Quando non dai non puoi ricevere. Ho sempre seguito questa filosofia nei gruppi di lavoro e continuo a farlo. Non ci manca niente, partendo dalla proprietà che ha dato la possibilità di fare un certo tipo di lavoro passando per tutti quelli che lavorano all’interno della società. Tutti dobbiamo sempre fare qualcosa in più. Devo provare a semplificare il lavoro anche di magazzinieri e dottori, perchè avere un giocatore disponibile in tempi brevi può essere un valore aggiunto, dandoti la possibilità di guadagnare tempo e punti”.

“Jimenez? Non è scontato che chi va in scadenza rinnovi. Un professionista si comporta come tale fino alla fine, ci sono giocatori con cui avevamo già degli accordi, vedi Dini. Cicerelli è stato voluto perchè si tratta di un giocatore importante. Si è rivelato determinante in una piazza diversa da Catania ma in C è un calciatore che sposta gli equilibri. Tenerlo a scadenza non ci sembrava corretto per le strategie societarie. Qualcun altro rinnoverà a breve, ne abbiamo diversi giocatori a scadenza ma il professionista si vede anche in queste situazioni. Su Jimenez l’ho detto tante volte, credo che abbiamo formulato una proposta importante, le scelte vanno rispettate. Kaleb si sta comportando da professionista, la società si sta comportando da società seria perchè tanti club pensano anche a non far esprimere al massimo i calciatori in scadenza, invece per noi Jimenez rimane un giocatore importante e speriamo capisca quello che la società fa per lui”.

Di Tacchio è rientrato dall’infermeria. Sta facendo tutto con la squadra. Già da 15 giorni lavora a regime. Speriamo che possa essere convocabile per la partita di Cosenza. Rolfini, Caturano e Celli svolgono lavoro differenziato; l’anno scorso abbiamo avuto determinate problematiche, in questa stagione avendo una rosa che ci permette anche di fare rifiatare un calciatore se non è al 100%, preferiamo non rischiare niente”.

“Leonardi? La trattativa nasce da una intuizione del direttore generale, seguendo una linea condivisa con tutte le componenti. Noi eravamo proiettati a completare la squadra, abbiamo appreso la possibilità di acquisirlo definitivamente. Dopo averne parlato per un pò di tempo – serviva il placet di tutti affinchè si portasse avanti l’operazione economica – abbiamo deciso di fare il passo successivo e portarlo a Catania. Il ragazzi ha mostrato nel suo percorso di avere dei colpi e qualità, necessita di giocare con continuità, cosa che forse a Catania non avrebbe avuto. Deve crescere. Non doveva avere la responsabilità di un città sulle sue spalle, e noi sappiamo che quando sei di Catania ci si aspetta sempre il 200%, quindi abbiamo scelto di darlo in prestito. C’erano 2-3 squadre interessate, poi il calciatore sceglie in base alle sensazioni ed al miglior progetto tecnico secondo lui. Ha scelto Terni, ci aspettiamo una continua crescita giocando più partite possibili e che torni a Catania con un bagaglio d’esperienza utile“.

“A fine mercato ogni società pensa di avere operato per il meglio, io credo che il Catania debba pensare unicamente a se stesso. Personalmente c’è stata un pò di delusione su una trattativa ma fa parte del gioco. Ci auguriamo che non ci sia bisogna a gennaio di fare chissà quali interventi sul mercato, vorrebbe dire che abbiamo lavorato bene e stanno tutti bene a Catania. Qualora dovessimo intervenire in entrata non lo faremmo mai su un obiettivo che non ha avuto la convinzione di venire a Catania. Io ho chiamato dei giocatori la sera e la mattina dopo hanno preso l’aereo e sono venuti giù, vedi Casasola. A me piace avere gente così, Catania non la puoi rifiutare a prescindere, non puoi temporeggiare”.

Sono arrivato a Catania in punta di piedi e sono rimasto così fino alla fine. Dovevo cercare di fare da raccordo tra giocatori, mister e società, Daniele Faggiano ha avuto un problema serio e c’era bisogno inizialmente di una figura come la mia. Quando entri in un posto dove un collega e amico lavora è giusto che cerchi di operare in disparte portando il massimo dei benefici. Mi fa piacere che qualcuno abbia cambiato idea sul mio conto, ma non è merito mio se i giocatori corrono fino al 97′. Abbiamo un allenatore che anche nella scelta dei giocatori ci ha semplificato le cose perchè conosce i giocatori, le persone, inoltre abbiamo un preparatore atletico molto bravo e lo ha dimostrato negli anni“.

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