venerdì, 10 Ottobre 2025
HomeCatania NewsESCLUSIVA – Davide Baiocco: “Il Catania deve avere stabilità, bisogna costruire basi...

ESCLUSIVA – Davide Baiocco: “Il Catania deve avere stabilità, bisogna costruire basi solide per il futuro. Da allenatore insegno ai ragazzi ad essere coraggiosi in campo”

Condottiero di mille battaglie in campo indossando la maglia rossazzurra, Davide Baiocco è intervenuto in esclusiva ai microfoni di TuttoCalcioCatania.com per commentare l’attualità rossazzurra con un occhio di riguardo alle tematiche tattiche e le strategie future del club presieduto da Ross Pelligra. In chiusura l’ex centrocampista ha parlato della sua attuale mansione da allenatore del settore giovanile della società umbra del Bastia spiegando i principi che orientano il suo lavoro con i giovani.

Con il Siracusa è arrivata una vittoria che fa morale ma soprattutto classifica…
«Vincere fa sempre bene, il Catania era da un po’ che non vinceva. È a quattro punti dalla prima e a un punto dalla seconda, in linea con il campionato che doveva fare. Otto partite giocate, 15 punti, quasi due punti di media a partita (1,88 ndr). Penso vada bene a livello numerico, a livello di gioco non posso esprimermi non avendo visto le partite. Per me il risultato è importante ma è importante anche come lo si ottiene. Quando giocavo a Catania spesso mi capitava di essere arrabbiato dopo una vittoria perché la squadra non aveva giocato bene o con la giusta mentalità e invece felice anche dopo una sconfitta perché la squadra si era espressa in una certa maniera. Bene i risultati, perché alla fine 15 punti in otto partite non sono pochi, vicino alle prime, in linea con il campionato che deve fare il Catania».

Fatta eccezione per la batosta di Cosenza, questa squadra tende a subire pochi gol.
«Sicuramente la storia delle squadre di mister Toscano dice questo. Una squadra compatta, solida. Io da allenatore preferisco le squadre coraggiose, propositive, che creano occasioni e cercano di dominare la partita con il gioco, con il possesso. Meno speculari ma più coraggiose, anche prendendo tanti gol ma facendone altrettanti. Il risultato si può ottenere in tanti modi differenti. Mister Toscano la città lo conosce bene. Sa quali sono le sue idee di calcio, i suoi principi, sicuramente uno di questi è la solidità difensiva. Penso sia uno dei punti di forza della squadra di Toscano».

Reputi che un gioco speculare possa penalizzare i giocatori offensivi?
«Io credo di si. Un giocatore che sa giocare tanti palloni, soprattutto in mezzo al campo, o l’attaccante che magari viene servito in maniera più diretta e verticale in base alle caratteristiche che ha potrebbe risentirne del gioco speculare. A me piace che i giocatori tocchino più palloni possibili, si sentano sempre nel vivo dell’azione o comunque si divertano nel giocare a pallone. A me è capitato di fare entrambe le cose: giocare più speculare e diretto, pensando prima a non prenderle che a darle, oppure in una squadra come il Catania di Pasquale Marino dove cercavamo sempre di fare la partita e avevamo sempre la palla noi. Per me quello era più divertente. Sicuramente la società e il mister hanno parlato di quanto sia importante il risultato e di come intendano raggiungerlo».

Quali squadre vedi in lizza per le prime posizioni di classifica?
«Benevento, Cosenza, il Crotone che ha fatto la cadetteria per tanto tempo, il Monopoli negli ultimi anni ha fatto sempre bene. Chiaramente Salernitana, Benevento, Catania e Cosenza sulla carta hanno qualcosa in più, però è un campionato difficile quello del Girone C di Serie C. C’è anche l’Atalanta U23 che era partita bene poi ha perso con Salernitana, Benevento e Crotone. È molto equilibrato questo campionato e difficile come sempre».

In estate ci sono stati cambiamenti significativi all’interno dell’organigramma del Catania. È arrivato Alessandro Zarbano a ricoprire la carica di Direttore Generale, mentre Ivano Pastore è stato promosso nel ruolo di Direttore Sportivo dopo la partenza di Daniele Faggiano. Come valuti queste novità a livello manageriale?
«Da fuori si può commentare poco e secondo me non sarebbe corretto esprimere valutazioni. Inserire persone nuove significa avere capacità di demandare. Sicuramente se li hanno scelti li avranno valutati bene e per quelle che potevano essere le esigenze della società. Non posso dire se hanno fatto bene o male, mi fido. Ho letto l’intervista al Presidente Pelligra in cui diceva di voler portare con il tempo il Catania in Serie A, magari nelle coppe, allontanando i ragazzi dalla strada e valorizzando il materiale umano che abbiamo a Catania, dando la possibilità a questi ragazzi di giocare con il Catania in Serie A. Un progetto giovani, che riguardi anche il brand e il marchio Catania che è bello e forte in tutto il mondo. Una squadra di calcio non può essere soltanto prima squadra. Deve essere strutture, che ti danno sicurezza e stabilità, giovani, pubblicità, merchandising, marchio, brand. Affinché il Catania non fallisca più e duri per sempre tocca creare basi solide».

Non si rischia di essere facilmente travisati quando si parla di Serie A e coppe europee?
«Conoscendo Catania starei attento a fare certe dichiarazioni. La Serie A è un obiettivo ma non ha una scadenza temporale. Il Catania deve avere stabilità, senza rischiare più il fallimento da un giorno all’altro. Essere sano economicamente parlando, e poi con il tempo pensare alle strutture, i giovani, potenziare il marchio e raggiungere la categoria che merita, la Serie A. Ma questo deve avvenire contestualmente, non pensando soltanto di spendere soldi per la prima squadra o l’attaccante forte. Il tifoso fa il tifoso ed è giusto che lo richieda e va rispettato. Il calcio però non è il subbuteo, è un gioco di interazioni tra giocatori. Per me è importante che il Catania non fallisca più, che abbia strutture, che lavori sui giovani, che sia un brand riconosciuto e riconoscibile in tutto il mondo».

Attualmente guidi la formazione Allievi Regionali del Bastia (squadra umbra, ndr). Come ti stai trovando ad allenare i giovani?
«Io alleno da quattro anni, ho allenato in Promozione (Casa del Diavolo), in Seconda Categoria (PGS Don Bosco Perugia), la Primavera del Gubbio. Mi piace vedere i ragazzi che evolvono, migliorano, che hanno potenziale, che giocano con gioia, personalità, coraggio, con dei principi moderni in cui loro si divertono e fanno divertire anche chi li guarda. Lavorando in un certo modo ho avuto la riprova sul campo che si può riuscire ad ottenere un calcio valoriale. Il nostro obiettivo da formatori è aiutare i ragazzi a crescere calcisticamente. Se io prendo un giocatore coraggioso, che si prende delle responsabilità è normale che io gli formi il carattere. Se uno ha coraggio, personalità, io gli do più autostima, più sicurezza di se e quindi sto anche lavorando sul carattere, sulla persona, non solo sul calciatore. Questo è il mio obiettivo. Non voglio un giocatore remissivo o che si accontenta. Voglio un giocatore coraggioso, che si prende delle responsabilità e quindi la scelta di fare un certo tipo di gioco è voluta anche per formare il carattere e la personalità di questi ragazzi».

Si ringrazia Davide Baiocco per la gentile concessione dell’intervista.

***CLICCA QUI per seguirci sulla nostra pagina Facebook***