Un passato da calciatore indossando le casacche di squadre importanti come Salernitana, Genoa e Catania, un presente da allenatore con oltre 300 panchine in Serie B. Roberto Breda è intervenuto ai nostri microfoni per esprimere il suo punto di vista sul Girone C di Serie C che vede granata e rossazzurri tra le principali contendenti per la vittoria del campionato. L’ex centrocampista ha messo in evidenza l’equilibrio che si è venuto a creare in vetta al raggruppamento più a sud della terza serie con formazioni dai valori importanti tra cui quella etnea, la quale può contare su un Emmanuele Cicerelli che ha raggiunto ormai la piena maturità calcistica.
L’equilibrio regna sovrano nel Girone C di Serie C con quattro formazioni raccolte in un fazzoletto di quattro punti. Questa situazione si protrarrà ancora per tante giornate oppure intravedi una squadra che prenderà il sopravvento sulle altre?
«Il Girone C è sicuramente quello più complicato, perché appunto davanti sono in tanti e sono tutte squadre forti in quanto hanno strutture, società solide, piazze importanti. Vedo difficile che una vada più avanti rispetto alle altre. Per chi partecipa anche la fortuna quest’anno è importante perché già un infortunio di un certo livello potrebbe condizionare. Quindi fare tanti calcoli adesso diventa difficile poiché Catania, Salernitana e Benevento sono squadre che hanno storia, tradizione e tutte quante per motivi diversi hanno necessità di salire ed è logico che diventa veramente complicato. Per fortuna c’è ancora il mercato di gennaio, però potrebbe essere che più avanti gli episodi facciano la differenza perché perdere un mese o avere un rendimento un pochino più basso vuol dire veramente rischiare di essere fuori dai giochi e per un motivo o per un altro nessuna di queste squadre può permetterselo».
In quali aspetti si differenziano le squadre coinvolte nella lotta promozione?
«Alla fine sono realtà sicuramente diverse. La Salernitana ad esempio viene da due anni negativissimi, dove il rapporto tra proprietà e piazza ne ha risentito e quindi c’è bisogno anche da quel punto di vista di ricreare un rapporto. Altre realtà invece come Catania hanno una storia e una potenzialità di piazza che fa sì che la Serie C stia stretta, però è logico che viene da un percorso diverso e anche da una rosa diversa. Alla fine sono tutte squadre forti, che hanno veramente dei valori importanti. Fare un pronostico sul Girone C diventa quasi impossibile».
Il Catania come si colloca in questo contesto?
«Il Catania magari ha fatto fatica un po’ all’inizio però c’è stato il mese in cui ha vinto due scontri diretti che ha dato grandi segnali di forza. L’ultimo passo falso può essere che in tanti non se lo aspettavano ma secondo me ci può stare un pochino di appiattimento dopo un certo tipo di percorso e la conquista del primato. Credo che è meglio averle in questi momenti della stagione certe difficoltà, perché in quel caso vuol dire anche lavorare su aspetti diversi e avere la possibilità di recuperare e sviluppare quei tipi di percorsi che poi creano le squadre virtuose».
C’è qualche giocatore che ti ha colpito particolarmente tra le fila rossazzurre?
«Tanti li conosco perché li ho anche allenati. Penso a Casasola, Di Gennaro, Forte, però il giocatore che sia l’anno scorso che in quest’ultimo periodo ha dimostrato di fare la differenza è Cicerelli. È sicuramente un attaccante che ha raggiunto una maturità e una condizione che in C cambia letteralmente la squadra. Per le potenzialità che ha sicuramente poteva fare una carriera diversa, però alla fine tante volte fai fatica anche a dire i motivi. Credo che sia importante pensare sempre al presente e non guardarsi mai indietro».
Il mercato di riparazione potrebbe cambiare le carte in tavola?
«Sono squadre che stanno facendo bene, quindi fai fatica anche a migliorarle. Può essere ci siano o degli scontenti che tante volte è meglio magari far andar via al di là delle qualità o anche situazioni in cui vai a lavorare su certi settori dove numericamente non hai le alternative giuste. Però credo che ci sia ancora tanto tempo. C’è tutto metà novembre e tutto dicembre per capire cosa serve. Tante volte più che ricambiare la rosa per chi sta davanti c’è bisogno magari di capire se c’è qualche infortunato di troppo e che abbia le alternative».
Si ringrazia Roberto Breda per la gentile concessione dell’intervista.
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