Il jolly rossazzurro Gabriel Lunetta, ai microfoni di Globus Television commenta il gol messo a segno sabato scorso con assist di Casasola soffermandosi su molti altri temi che riguardano il Catania, la sua carriera ed il campionato. Ecco quanto evidenziato:
“Se non avessi fatto gol probabilmente un urlone Tiago me lo tirava (ride, ndr). E’ il classico movimento ‘fuori linea’ degli attaccanti che preparavo anche in allenamento, quando riesce e viene bene provi gusto, sicuramente anche i collaboratori di Toscano saranno contenti perchè lo proviamo in settimana. Il mio ruolo preferito? Il campo. Il mister mi chiede di fare un pò tutto ormai. Nei giorni scorsi mi aveva detto di vedermi attaccante contro il Monopoli, mi aveva già accennato la sua idea tattica. Faccio spesso la differenza a gara in corso? Se vinciamo sempre 4-0 e faccio gol va bene pure se gioco 10 minuti (ride, ndr)”.
“Entrare in campo al ‘Massimino’ è senza dubbio un’emozione, ti trasformi. Io che sono un passionale quando vedo quel pubblico mi scatta un’energia importante dentro, devo solo ringraziare il pubblico per quello che fa in ogni partita. In Serie C non esiste un tifo del genere. Rappresenta un uomo in più e non è una frase fatta ma la realtà. L’esultanza? E’ un gesto venuto fuori la scorsa stagione con un mio ex compagno di squadra prima di una partita, segnai col Messina e poi ho continuato ad esultare così. Una cosa da spogliatoio, una sorta di movimento a svitare la lampadina, un pò come togliere la luce all’avversario, qualcosa del genere“.
“Mister Bonacina nelle giovanili dell’Atalanta è stato uno dei miei primi maestri in panchina, mi sono trovato molto bene nel settore giovanile dell’Atalanta che è una scuola autentica, mi è servita molto l’esperienza anche sul piano umano e caratteriale, non solo tecnico. Ti forma molto. E’ un settore giovanile che ti fa dare tanto. La mia avventura in Croazia? Per mio bagaglio personale volevo provare qualcosa di diverso. Con il Rijeka mi sono divertito molto, praticando un calcio completamente diverso, strutture importanti, società importante che veniva da tanti anni di Champions league disputate e vittorie di campionati. Mi sono calato subito bene nella dinamica del calcio croato, poi dopo poche partite con il cambio di allenatore – Serse Cosmi alla guida tecnica – siamo tornati un pò al calcio all’italiana”.
“La cosa principale a differenza della scorsa stagione a Catania è la serenità nel lavoro quotidiano. L’anno scorso ci sono state tante vicissitudini, io e Guglielmotti ci siamo allenati un mese a parte, l’ufficialità del tesseramento è arrivata negli ultimi giorni di mercato. Quest’anno il lavoro è stato molto più tranquillo, incentrato sul campo, in più c’è la spina dorsale dell’anno scorso e una mentalità che continuiamo a portare avanti. Questo ha determinato qualcosa di positivo, dimostrando in campo il nostro valore, soprattutto mantenendo un atteggiamento voglioso, grintoso, che poi deve essere la base per una squadra che vuole vincere“.
“Se ho ricevuto richieste per andare via? Io volevo rimanere a Catania, qualche avvisaglia c’è stata ma non rispondevo al telefono. Questa è la mia prima esperienza al sud e sono stato bene l’anno scorso. Come ho più volte detto, Catania ha riacceso la fiamma che avevo un pò perso negli ultimi anni. Non avevo alcun motivo valido per lasciare la piazza, non ho ascoltato nulla. Se vorrei restare anche in caso di B? Intanto pensiamo a concludere al meglio l’annata, ma sarebbe un piacere e un onore poter giocare qui anche nell’ipotesi di un eventuale promozione in cadetteria“.
“Pelligra? Tutte le volte che viene – anche lo scorso anno nei momenti di difficoltà – ho riscontrato sempre la sua positività, energia. E’ sempre un piacere vederlo. A parte che quando viene quasi sempre vinciamo, è una sorta di amuleto. Ha un progetto importante che vuole portare avanti e si percepisce la sua voglia di creare qualosa per Catania ed il Catania Calcio“.
“La presenza del dg Zarbano? La parte più di campo la cura il ds Pastore, Zarbano ci dà quella tranquillità che le cose vengono fatte in una certa maniera. Si nota subito la sua figura altamente professionale. La comunicazione da parte sua con la squadra è molto pacata, lascia fare giustamente il più delle volte a Pastore ma rappresenta una figura importante che riconosciamo all’interno del gruppo. Il calciatore deve fare il calciatore, quando non pensa ad altro è la cosa più importante. Poi non è detto che se ci sono altre dinamiche non si vinca, però la vicinanza della società ed essere tranquilli aiuta”.
“Nella passata stagione sono stato condizionato da infortuni muscolari che si sono protratti nel tempo e mi hanno fatto perdere un pò di continuità. Quest’anno sono sicuro che andrà meglio da questo punto di vista perchè abbiamo svolto una preparazione di un certo tipo e sono cambiate le dinamiche. Spero fili tutto liscio. Tanti giocatori vanno a segno? E’ cambiata la dinamica di squadra, con giocatori differenti in organico, il tipo di gioco espresso è leggermente diverso rispetto allo scorso anno”.
“Rolfini? E’ un giocatore che fa della potenza fisica una sua prerogativa, attacca bene la profondità, vede la porta, ci darà una mano. Ha avuto questo problema ma speriamo rientri il prima possibile. Chi è il più burlone del gruppo? Stiamo bene insieme. Quello col carattere un pò più aperto c’è. Forse direi Ierardi, che peraltro conosco dai tempi del Sudtirol. Siamo sempre pronti a scherzare all’interno del gruppo. Mario devi spostarlo con la gru, perchè una maglia tirata non basta per fermare 100 kg di uomo! Giocatore con una forza fisica fuori categoria. E’ anche veloce abbinando una buona tecnica, sicuramente un calciatore importante. Lui i gol di testa li fa e li ha fatti più volte in passato. Poi noi siamo una squadra prettamente fisica e abbiamo giocatori che calciano molte bene le palle inattive come Cicerelli, Jimenez e Donnarumma, ci passiamo tanto tempo durante la settimana perchè le palle inattive possono aiutarti a sbloccare gare in cui l’avversario si chiude in difesa”.
“Mi aspetto un campionato non facile, vai in campi e ambienti difficili. Il Crotone lo metto tra le favorite per la vittoria finale perchè è una squadra forte con giocatori importanti ed ha mantenuto un’ossatura importante, confermando lo stesso allenatore. Poi c’è questa Atalanta U23 che da ex so come lavora, conosco anche tanti giocatori lì e sono di qualità. Hanno programmazione, strutture, persone competenti. Hanno investito sul centro sportivo, che è una chicca incredibile. Lo stadio dell’Atalanta è diventato anche un lusso in Italia. C’è una programmazione dietro di tantissimi anni, il presidente Percassi non fa le cose a caso e si vedono i risultati”.
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