Il Catania torna da Casarano con una scoppola pesante, una di quelle che lasciano il segno e costringono a guardarsi allo specchio senza più alibi. Il ko del “Capozza” non è soltanto una sconfitta nella corsa al vertice: è soprattutto una prova di maturità clamorosamente fallita, in un momento della stagione in cui ogni passo falso pesa il doppio. Se si vuole competere fino all’ultimo centimetro di questa appassionante lotta al primato, partite come questa non possono e non devono essere sbagliate.
Al di là del risultato, che racconta già molto, a preoccupare è stato l’atteggiamento. Un approccio timido, confuso, inspiegabilmente molle, che ha consegnato l’inerzia della gara al Casarano fin dal primo contropiede. Errori individuali, scelte discutibili, incapacità di incidere anche dopo i cambi: un mix che ha reso il pomeriggio dei rossazzurri una salita ripida e senza mai un vero sussulto. Gli ingressi dalla panchina non hanno invertito l’inerzia e questo, forse, è l’aspetto più allarmante.
A tutto ciò si somma un arbitraggio non all’altezza della posta in palio. Episodi dubbi, come il rigore non concesso su Rolfini, rischiano di pesare enormemente quando tre squadre stanno correndo punto su punto. In un campionato tanto equilibrato, in cui basta una scintilla per cambiare la classifica, la qualità della direzione arbitrale non deve mai diventare un fattore determinante. E invece, ancora una volta, ci si ritrova a parlare di decisioni che quantomeno meritano riflessione.
Ma il Catania non può aggrapparsi solo alle scelte del direttore di gara. Questa sconfitta deve essere letta per ciò che è: una lezione dura, ma utile. Un bagno d’umiltà che, se metabolizzato correttamente, può rappresentare un punto di ripartenza. Le squadre che vogliono vincere non sono quelle che non cadono mai, ma quelle che trasformano ogni caduta in una crescita.
Servono concentrazione, cattiveria, lucidità. Serve soprattutto capire che nelle partite che contano davvero non basta “esserci”: bisogna dimostrare di valere il ruolo di protagonista. La stagione è lunga e il margine per raddrizzare il percorso c’è tutto. A patto, però, che il Catania reagisca subito, con la consapevolezza che le ambizioni si confermano nei momenti difficili, non in quelli comodi.
Quella di Casarano può diventare una ferita o una svolta. Dipende solo dal Catania.
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