Vincere era diventata una tappa obbligata per il Catania. Gli etnei non potevano contemplare un risultato diverso dalla vittoria contro la Reggina. Del resto la Juve Stabia vola in testa alla classifica ed è tempo di macinare punti in casa rossoazzurra. L’auspicio è che Catania-Reggina rappresenti il trampolino di lancio per la squadra di Andrea Sottil che, pur soffrendo, ci ha creduto fino alla fine ed è stata premiata. Avversaria insidiosa questa Reggina, lo avevamo ricordato nei giorni scorsi. Non a caso gli amaranto hanno anche messo in difficoltà, precedentemente, la sopra citata Juve Stabia fermandola sul pari in campo neutro.
La partita ha detto che, nel primo tempo, gli etnei hanno costruito cinque occasioni per andare a segno di cui almeno 2-3 nitide contro una Reggina che badava prevalentemente a difendersi. Vassallo spingeva sulla corsia di sinistra accentrandosi spesso. Nel lato opposto, invece, Barisic faticava a saltare l’uomo. In mezzo al campo, Rizzo buona diga in coppia con Biagianti. Ma l’incapacità di sbloccare il risultato ha determinato un secondo tempo di sofferenza. Perchè poi è affiorata la stanchezza e aumentata la frenesia. Con il passare dei minuti, Catania con meno lucidità sbagliando anche le cose più elementari. Il mister, allora, ha messo dentro forze fresche per cambiare l’inerzia della gara. Con Llama, Manneh e Curiale i rossoazzurri sono passati dal 4-2-3-1 ad un 4-2-4 d’assalto.
Centrocampo meno equilibrato, Catania proiettato in avanti che ha il coraggio di osare e rischiare, al cospetto di una Reggina più insidiosa nelle ripartenze e che, se avesse sfruttato meglio un paio di opportunità, avrebbe potuto persino trovare la via del gol. Per diversi tratti della ripresa il Catania ha faticato sul piano del gioco ma la svolta è arrivata quando Llama e Manneh hanno schiacciato l’acceleratore sulle corsie esterne. Fino ad arrivare all’ottima intuizione dell’argentino che, al minuto 88, ha pensato bene di calciare forte il pallone direttamente da corner. Confente, estremo difensore reggino, si fa sorprendere dalla sfera bagnata e non la trattiene. Marotta è appostato lì e non sbaglia. A questo punto i giochi sono fatti. Quando l’arbitro decreta la fine delle ostilità il rammarico è grande tra le fila calabresi, mentre il Catania può tirare un sospiro di sollievo per avere incamerato tre punti d’oro. Nella consapevolezza che c’è ancora tanto lavoro da sostenere per migliorare.
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