SOTTIL, l’importanza del difensore moderno in una tesi del corso Master 2012-13

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Andrea Sottil

Spulciando internet abbiamo dato un’occhiata alla pubblicazione della tesi del corso Master 2012/2013 a Coverciano per allenatori di Prima categoria Uefa Pro di Andrea Sottil, neo allenatore del Catania. “Il duello. Principi di tattica individuale del difensore”, questo il titolo della tesi attraverso cui Sottil attribuisce particolare importanza ai meccanismi in fase difensiva cercando “di spiegare come il difensore moderno deve assumere la postura ideale per cercare di contrastare (e marcare) nel miglior modo possibile gli attaccanti. Come deve correre, frenare e cambiare direzione nelle varie zone di campo e nelle varie situazioni di gara che affronta, pensare ed elaborare il più velocemente possibile le varie alternative a ogni situazione tattica e di gioco”.

In un breve estratto si legge anche che “tutto questo deve essere fatto con l’assoluto controllo del corpo. Quindi il difensore moderno deve essere forte, anche aggressivo (un po’ di Claudio Gentile deve esserci sempre nel difensore) ma agile, veloce, rapido assolutamente coordinato. Capace di anticipare ed elaborare velocemente le situazioni tattiche e in grado di partecipare al gioco, spesso diventando il primo regista di una costruzione bassa con il coinvolgimento costante del portiere. Ruolo anch’esso mutato nel corso degli anni, soprattutto con la regola del retropassaggio (la regola è cambiata nel 1992), fino al punto di creare superiorità numerica per un miglior palleggio da dietro”.

“Riassumendo: il difensore moderno deve essere un giocatore a livello tecnico ampiamente sufficiente, che sappia partecipare alla costruzione del gioco, che sia un mix di forza esplosiva e di destrezza e agilità, molto coordinato, con un livello di attenzione elevato, capace di elaborare contromosse tattiche in tempi ridottissimi. Con una distanza non troppo ridotta con l’avversario si evitano duelli di pura velocità che possono risultare pericolosi (se l’attaccante è più veloce). Stando un po’ più “allentato” dall’avversario, la probabilità di intercettare la palla senza ingaggiare sfide in velocità diventa sempre più alta. Mentre il rischio di “contatti” pericolosi diminuisce”.

Attraverso questo link è possibile leggere la versione integrale della tesi (oltre 100 pagine, ndr).

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