ESCLUSIVA – Di Julio: “Biagianti, non mi aspettavo esclusione. Catania, devi essere un ruolo compressore. Fondamentale il gruppo. Manca un pò la simbiosi squadra-tifosi”

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Due anni da protagonista in C2 con l’indimenticabile promozione conseguita nel 1999. Dino Di Julio ha sempre onorato la maglia rossazzurra ed ancora oggi è profondamente legato ai colori sociali del Catania. La redazione di TuttoCalcioCatania.com ha avuto il piacere di sentirlo telefonicamente, in quanto ex calciatore etneo con trascorsi anche nel Monopoli:

Che idea ti sei fatto del caso Bucolo, Marchese e Biagianti?
“Sono giocatori che hanno dato un apporto morale alla squadra. Non so cosa sia successo. Biagianti in particolare possiede dei valori importanti e credo che Catania lo abbia preso a ben volere, avendo fatto molto bene in rossazzurro. E’ molto significativo quando la piazza si affeziona così tanto ad un ragazzo del genere. Non avrei immaginato che questi tre giocatori, soprattutto il capitano, venissero esclusi dalla rosa. Ti lascia un pò di malumore. Adesso la priorità per il Catania è tornare in Serie B, ma queste situazioni potrebbero diventare un grosso problema per lo spogliatoio se il Catania non dovesse riuscire a fare risultati immediati. Probabilmente la società intende responsabilizzare maggiormente il gruppo. Tutti devono remare nella stessa direzione per uscire fuori da questa brutta palude della C. Servono uomini di personalità e qualità”.

Lodi capitano, maggiori responsabilità per lui?
“Sicuramente, ma le sue responsabilità in mezzo al campo se l’è sempre prese. Poi non si può pretendere da lui il salto di qualità, deve essere il collettivo a funzionare in un certo modo. Lodi conosce l’ambiente ed il complesso di giocatori a disposizione del Catania farebbe bene anche in categorie superiori. La C però è dura e quest’anno le squadre da battere saranno tante”.

Con tante rivali in lotta per la vetta, come si riesce a spuntarla?
“Spesso incappi in situazioni difficili da comprendere, non so se per questioni mentali. Il Catania ad Avellino avrebbe potuto siglare molte altre reti. Poi succede che, dopo averne fatti sei su un campo tradizionalmente ostico, vai a Potenza e perdi. L’aspetto caratteriale diventa determinante. Soprattutto su certi campi. Prima di tutto devi assicurare il giusto approccio alla gara, sempre. Devi essere un rullo compressore fino all’ultimo secondo dell’ultima giornata, mordere e far capire che per battere il Catania serve una vera impresa. Quando ti distrai un attimo rischi di buttare a mare tutto. Alcune squadre, per sopperire al gap tecnico, provano a dare qualcosa in più sul piano agonistico. Secondo me 4-5 formazioni se la giocheranno per la vetta, poi trovi sempre le sorprese e quelle formazioni che col Catania fanno la partita della vita. Non è facile vincere, in C le vittorie devi sudartele fino alla fine. A meno che tu non abbia delle super qualità. Serve tanta bravura e tanto spogliatoio per fare la differenza”.

Forse in questo momento sarebbe stato preferibile non affrontare il Monopoli, cosa ne pensi?
“Probabilmente sì, ma il Catania deve cercare di avere un ruolino di marcia importante al di là dell’avversario. Il Monopoli l’ho visto giocare in Coppa Italia contro il Cosenza e mi meravigliai. Sono andati a vincere a Terni contro una delle pretendenti al salto di categoria. Camplone e Scienza sono due ottimi allenatori che esprimono un bel calcio e se la giocano a viso aperto. Questo lascia intuire che potrebbe essere una bella partita. In questi casi il singolo fa la differenza, ed il Catania in tal senso ha qualcosa di più rispetto al Monopoli. Tra l’altro conosco il Direttore Sportivo biancoverde che ha giocato con me. Ha messo su una squadra di giovani. Quest’anno sono stato invitato alla presentazione del Monopoli. Ho sentito parlare ancora del 5-0 inflitto due stagioni addietro al Catania. Io, avendo giocato anche in rossazzurro, non ti nascondo che ho rosicato. Per loro queste gare rimangono indelebili nella storia”.

Monopoli è una tappa importante per il Catania, anche alla luce dei prossimi tre impegni ravvicinati…
“Il Monopoli non avrà niente da perdere, le pressioni saranno tutte addosso al Catania. Poi sono sempre gli uomini e lo spogliatoio che fanno la partita. L’allenatore può dare un input fino ad un certo punto, sul rettangolo verde ci saranno solo i giocatori. Devi dare qualcosa in più ed inanellare una serie di risultati importanti consecutivi. Secondo me sarà una partita tosta. Il Catania dovrà dare il massimo, il tifoso non ti contesta se dai tutto te stesso. Non va bene se vinci 6-3 ad Avellino e nelle successive partite fatichi. Sei gol non li fai così, hai dato una bella botta ad una squadra che secondo me è stata creata per stare nelle prime posizioni di classifica. Guarda, forse era meglio vincere 1/2-0 ad Avellino. Magari si sono sentiti troppo superiori in quella partita, non saprei. Il Catania lo vedo sempre come super favorito ma deve trovare la giusta dimensione”. 

Manca qualcosa a livello di simbiosi tra squadra e tifosi secondo te?
“Il tifoso catanese vuole venirne fuori, anzi vogliamo perchè io sono un tifoso aggiunto del Catania. Ripeto, la Serie C è un campionato veramente difficile e strano. Tutte queste squadre blasonate faticheranno ad ottenere la promozione. Uscendo vincente dalla C, fortifichi tantissimo il gruppo per affrontare il successivo torneo cadetto. I giocatori d’esperienza sono pezzi importanti della squadra per raggiungere un obiettivo, il Catania ne ha parecchi in rosa. Ma questo non garantisce la vittoria. L’esperienza può aiutarti fino ad un certo punto. Poi la categoria pretende tanta corsa, cattiveria, agonismo e personalità. Noi a Catania avevamo Ciccio Bifera, un martello. C’era il Gennaro Monaco, il Furlanetto, il Di Dio che si facevano sentire. A centrocampo gente come Marziano di forte personalità e che sapeva inserirsi. Io andavo a rubare palla, sapendo che lui potesse inventare. Nello spogliatoio tutti stavamo bene insieme. Andavamo a cena fuori. Ecco, ribadisco che senza gruppo non vinci. Noi ci fermavamo a parlare spesso con i tifosi e loro ci rispettavano. Tuttora la gente ci saluta sui social. Il rapporto squadra-tifosi era ottimo. Cito un episodio a Messina. Il mitico Pippo, magazziniere del Catania, aveva portato solo la divisa bianca da trasferta. Il Messina ci fece lo scherzo di giocare proprio in tenuta bianca. Mi venne in mente di chiedere la maglia rossazzurra ai tanti tifosi del Catania presenti. Dopo 5 minuti arrivarono una ventina di magliette. C’era anche il doppio numero 11 a disposizione. Uno l’ho tramutato in 14, un altro 44. Giocammo con le maglie dei tifosi. Andavamo spesso ai club. Secondo me manca un pò questa componente squadra-tifosi oggi”.

Si ringrazia Dino Di Julio per la gentile concessione dell’intervista.

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2 COMMENTI

  1. Non ho capito quali sono i motivi del l’allontanamento dei 3 giocatori, soprattutto di Biagianti, dalla prima squadra. Il Signor Lo Monaco, la dirigenza e gli stessi giocatori devono essere chiari e dire pubblicamente i motivi di questa esclusione. Continuando cosi rimaniamo anche quest’anno in serie C.

  2. C’è un deferimento con richiesta di rescissione. Cio stante, come mai i tre giocatori tacciono? La Società non ha bisogno di spiegare, gli atti parlano. Forse i tre giocatori tacciono perché sperano in una ricomposizione benevolo e in un perdono in limine, forse la coscienza limpida non l’hanno e forse questa è l’ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso.

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