ESCLUSIVA – Nino Leonardi: “Catania, organico non da primi posti. Questioni societarie si ripercuotono. Lucarelli è ancora più motivato”

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L’ex difensore del Catania Nino Leonardi, catanese doc e rossazzurro negli anni ’70/80, è intervenuto telefonicamente ai microfoni di ‘Radio Studio Italia’, nel corso della trasmissione Universo RossoAzzurro, in collaborazione con TuttoCalcioCatania.com

Il Catania sarebbe dovuto scendere in campo a Pagani, ma il match è stato rinviato…
“Purtroppo in Italia ci sono alcuni campi inadeguati ad ospitare eventi sportivi. E’ inconcepibile che nel 2019, in prossimità del 2020, succeda di rinviare una partita causa pioggia. Discorso che riguarda anche i campionati di Serie A e B ovviamente, non solo la C. Queste anomalie si ripercuotono sulla gestione del campionato. I tornei vengono un pò alterati perchè poi queste gare vanno recuperate successivamente. Oltretutto il Catania ha sostenuto una lunga trasferta. Sono disagi, non dovrebbero mai accadere”.

Cosa pensi del momento di difficoltà attraversato dal Catania?
“Purtroppo il Catania viene da una situazione deficitaria. Non sta rispettando i canoni della sua storia, del suo blasone, del suo passato. Questa categoria non è idonea alle aspettative di società e città. Le questioni societarie si ripercuotono sull’andamento della squadra che, come una spugna, assorbe tutte le emotività e sensazioni. Magari quei giocatori che hanno le spalle larghe, temperamento e carattere, reagiscono bene. Ma oggi di questi personaggi nel mondo dello sport e del calcio ce ne sono pochi. La squadra non riesce ad esprimere tutte le sue potenzialità anche per questo”.

Sei cresciuto calcisticamente nel Catania e ne sei sempre stato tifoso. Oggi come vivi la situazione?
“Io sono catanese, ho iniziato nelle giovanili per poi militare in prima squadra per un lungo decennio. Ho vissuto questi alti e bassi della proprietà del Catania che si sono susseguiti nel tempo. Quando ci sono sinergie e potenzialità per potere allestire una squadra vincente, tutto è subordinato agli investimenti fatti dalla proprietà. Tutte le componenti devono remare verso la medesima direzione, bisogna avere grandi capacità di gestione, anche amministrativa. Negli ultimi anni purtroppo, lo dico con grande rammarico, il Catania è venuto meno. La tifoseria si aspetta molto di più, un immediato ritorno in cadetteria ma il tutto si è dissolto nel nulla in questi anni. Ritengo che l’attuale formazione allestita necessiti di parecchi innesti. Non la ritengo competitiva per le prime posizioni”.

Ti aspettavi il ritorno di Lucarelli?
“No, sinceramente. Lui conosce la categoria. A Catania, tutto sommato, pur avendo perso lo spareggio con la Robur Siena ha fatto bene. Ricordo tante vittorie in trasferta al primo anno di gestione Lucarelli, ma c’è da dire che l’organico era molto più forte sul piano qualitativo, tecnico e muscolare. Quel Catania poteva ambire alla B, persa per alcuni episodi. Episodi che, poi, decidono le partite ed i campionati. Da calciatore ricordo un Lucarelli dal forte temperamento, uno che ci mette la faccia, la gamba, non si è mai tirato indietro. Conoscendo l’ambiente sarà ancora più motivato. Oggigiorno un allenatore deve essere un grande motivatore sia nella gestione dello spogliatoio che nei dettami tecnico-tattici da sviluppare sul campo”.

Che ricordo conservi di Calvanese, che ci ha lasciato pochi giorni fa?
“E’ stato uno dei miei principali idoli d’infanzia quando mio padre negli anni ’60-70 mi portava da piccolissimo a vedere il più grande Catania di sempre. Furono anni d’oro in Serie A. Non solo Calvanese. Su tutti cito Szymaniak, Cinesinho, Vavassori. Campioni ma anche uomini che lottavano per la maglia, per i colori e molto legati alla tifoseria. Quello era un calcio pieno di sentimenti che ho sempre amato, ma non tornerà più come allora. Calvanese è stato uno dei più grandi campioni del Catania”.

Si ringrazia Nino Leonardi per la gentile concessione dell’intervista.

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