GUERINI: “Catania, darei tutto me stesso curando il settore giovanile a Torre del Grifo. Una società forte deve vivere di questo”

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Vincenzo Guerini

Ospite di Futura Producion nel corso di ‘Aperinews’, l’ex allenatore del Catania Vincenzo Guerini torna sui trascorsi alle pendici dell’Etna commentando l’eventuale inserimento nel futuro organigramma rossazzurro:

“La mia avventura a Catania è stata meravigliosa, anche se durata poco tempo. Sei mesi comunque strepitosi con un gruppo di ragazzi che ancora oggi porto nel cuore. Ho avuto la fortuna di trovare moglie ed io mi sono stabilito qua, ad Aci Castello, anche se in questi anni ho lavorato altrove. Tante cose mi portano a Catania e ad essere innamorato di questa città. Quel gruppo era composto da uomini. Ancora adesso a distanza di 20 anni ci sentiamo, siamo solidali l’uno con l’altro. Io mi sentivo un loro compagno di squadra. A volte li maltrattavo anche, ma guai a chi me li toccava. Non abbiamo vinto la finale Play Off ma se i tifosi si ricordano ancora di noi, vuol dire che qualche traccia a livello umano l’abbiamo lasciata”. 

“E’ calata notevolmente la qualità della C, anche a seguito della crisi economica. Adesso non si sa come ne usciremo con questa pandemia perchè anche squadroni europei navigano in cattive acque. Più importante dei soldi sarà la qualità del lavoro e lo sviluppo dei settori giovanili. Costruirsi giocatori in casa rappresenterà il futuro del calcio. Sono particolarmente attento al discorso legato ai giovani, mi piacerebbe farlo a Catania ed in Sicilia dove secondo me c’è molto da coltivare e tanta passione. Il Catania ha la grande fortuna di avere un centro sportivo tra i migliori in Italia e sarebbe un peccato mortale non costuirsi giocatori in casa. Inutile illuderci. Mi piacerebbe tanto che arrivasse dentro il miliardario di turno che butti i soldi, ma non ci credo. Ritengo invece che si possa lavorare partendo dalle basi, facendosi amiche le società con il Catania che diventi punto di riferimento. Mi fa rabbia che un bravo giovane lo venga a prendere il Torino, il Bologna, la Juventus o l’Inter. Catania può rappresentare una ‘Cantera’ per formare i giovani. Senza arroganza, i conti tornano. Società come il Catania devono vivere di queste cose. Ho vissuto in tante realtà che, in presenza di settori giovanili forti, avevano anche club forti e con degli allenatori adeguati. I frutti arrivano, più lavori sul piano tecnico con istruttori adatti allo scopo e più ottieni risultati. Vorrei realizzare questo sogno“.

“Se avessi la possibilità di tornare a lavorare per il Catania ringrazierei innanzitutto Pellegrino, tra i principali autori di questa eventuale impresa. Lui lo sa, ci conosciamo da 30 anni. Parlerei solo di calcio. Per tutto il resto sono ignorante in materia. Nella mia testa ci sono già idee e proposte ma non dimentichiamo che, ne sono convinto, alla base di tutto deve esserci la società. Se è buona e solida il resto arriva di conseguenza, altrimenti non c’è futuro per nessuna squadra. Mi auguro che la città ed i tifosi, che hanno subito troppe umiliazioni in questi ultimi anni, escano da questa situazione con un club serio di cui i catanesi vadano orgogliosi. Se farò parte del nuovo Catania darò tutto me stesso. Non devo fare carriera ma neanche rovinare quel poco di buono che ho fatto negli anni. So che questo gruppo interessato ai colori rossazzurri è composto da persone che vogliono bene al Catania, non lo fanno per interesse ma passione. Non vedo alternative per ora, invito tutti a rimanere coi piedi per terra e guardare in faccia la realtà, sperando che il Catania non faccia la fine del Palermo”.

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