BIAGIANTI – CATANIA: il capitano di mille battaglie appende le scarpe al chiodo, il passo d’addio è amaro

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Marco Biagianti

Il compleanno numero 74 della storia rossazzurra è stato offuscato inevitabilmente dalla notizia del ritiro di Marco Biagianti dal calcio giocato. Il centrocampista fiorentino ha deciso di appendere le scarpe al chiodo dopo 480 partite giocate tra i professionisti e 17 gol realizzati in competizioni ufficiali con le maglie di Florentia Viola, Fano, Chieti, Pro Vasto, Livorno e Catania. Una carriera legata indissolubilmente alla casacca rossazzurra, indossata 284 volte con lealtà, impegno, sacrificio e senso d’appartenenza.

Acqua sotto i ponti ne è passata da quel 7 aprile 2007, giorno dell’esordio in Serie A con la maglia del Catania allo stadio “Via del Mare” di Lecce. Per l’occasione Marco rileva l’esperto compagno di squadra Giorgio Lucenti al minuto 92 del match giocato a porte chiuse contro la Roma. Un mese più tardi, è il 27 maggio 2007, viene gettato nella mischia da Pasquale Marino in quel di Bologna. Al “Dall’Ara” va in scena il “dramma” dello spareggio salvezza tra gli etnei e il Chievo Verona. La posta in gioco è altissima, la tensione in campo e sugli spalti dell’impianto felsineo si taglia a fette.

Biagianti, in campo sin dall’inizio, non si tira indietro e spinto da una sana incoscienza giovanile si batte con grande ardore in mezzo al campo nel tentativo di aiutare la squadra a raggiungere l’obbiettivo. I gol di Fausto Rossini e Mauro Minelli portano in salvo la nave e quella data densa di significato diventa il numero di maglia da indossare per tutta la vita.

Una carriera giocata per Catania e per il Catania. Il prestigio dei palcoscenici più illustri, i duelli con grandi squadre e impareggiabili campioni, la chiamata di Marcello Lippi in Nazionale insieme all’amico Peppe Mascara. Ma anche le prove più difficili: la dura lezione della sconfitta, la polvere della Serie C e lo spettro del fallimento della matricola 11700.

La sofferta decisione viene resa nota nel corso di una conferenza stampa. Il capitano di mille battaglie si mette a nudo e con la voce rotta dall’emozione dichiara: «Se non posso più giocare con questa maglia, non sento più il bisogno di andare avanti». Parole che echeggiano come un pugno nello stomaco e toccano le corde più intime dell’anima.

Marco Biagianti oggi esce di scena ma la sua vicenda sportiva è di quelle che appassiona e fa riflettere. L’emblema del calciatore a fine corsa che ha ancora benzina in corpo e voglia di fare ciò che ama di più ma arreso di fronte all’evidenza di non poter più scendere in campo e combattere per i colori del cuore.

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