ESCLUSIVA – Tarantino: “Sono nato a Palermo ma rossazzurro nel cuore. Catania avvantaggiato nel derby. Anno di transizione”

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Pietro Tarantino

Palermitano ma tifosissimo del Catania. Un caso abbastanza insolito, quello che riguarda l’ex calciatore Pietro Tarantino, protagonista della cavalcata rossazzurra verso la C1 nel ’98-99. Il Palermo non credette abbastanza nelle sue potenzialità, lui rispose togliendosi più di qualche sassolino nei confronti del club rosanero. A prescindere dal suo chiaro accento palermitano, il cuore di Tarantino è rossazzurro. Auspicando che lunedì sera il Catania riesca ad imporsi proprio al cospetto del Palermo:

Pietro, come vivi questo derby?
“Abbastanza bene. Sono palermitano e non tifoso del Palermo, mi piace sottolinearlo. Tifo Catania, sono molto contento che ce l’abbia fatta ad iscriversi. La situazione era molto incerta, poi grazie a questo gruppo d’imprenditori locali si è riusciti ad evitare il fallimento e garantire la partecipazione al campionato. E’ stata fatta una buona campagna acquisti prendendo soprattutto un allenatore molto valido che ha dimostrato ottime cose a Potenza. Il Palermo ha preso un grandissimo allenatore ma l’organico allestito secondo me non è così importante come ci si poteva aspettare”.

Questo Catania lo vedi più attrezzato del Palermo?
“Non credo che il Palermo quest’anno farà benissimo. Penso anche che sia stato un errore non avere puntato su una rosa composta da molti calciatori palermitani. Penso possa essere un anno di transizione per entrambe le società. Dobbiamo guardare in faccia la realtà. Fino a qualche anno fa erano in Serie A, ma adesso vengono da situazioni difficili a livello finanziario. Poi nel calcio mai dire mai. Di sicuro il Catania è partito meglio del Palermo, magari riuscirà a fare qualcosa d’importante ma ritengo che il Bari sia in vantaggio su tutti nella corsa al primo posto. Attenzione alla Ternana che non molla, avendo sostenuto una campagna acquisti di spessore ma alla lunga penso che il Bari verrà fuori”.

Lunedì si giocherà un derby che in Sicilia manca da sette anni. 
“Innanzitutto non sarà un derby vero e proprio perchè è sempre stata la partecipazione del pubblico a caratterizzarlo in tutta la sua essenza, la rivalità sportiva, la bellezza delle coreografie. Purtroppo attraversiamo un brutto momento ma lo dobbiamo accettare. Secondo me il Catania parte avvantaggiato nelle condizioni attuali. Il Palermo era fermo da diverso tempo, devo dire che a Catanzaro ha ottenuto un pareggio meritato tra mille difficoltà ma la fatica del ‘Ceravolo’ si aggiunge allo stop precedente, inoltre Boscaglia farà i conti con defezioni importanti e le squalifiche di Broh e Crivello. Il Catania credo abbia avuto il tempo per assimilare una condizione fisica migliore. Poi è chiaro che i derby sono derby, sfuggono ad ogni pronostico e sarà molto importante l’aspetto mentale. I derby sono partite bellissime da giocare ma con il pubblico, ripeto, è tutta un’altra partita. Il Catania, giocando in trasferta, potrebbe approfittare anche di questo aspetto”.

Quali impressioni hai ricavato dal Catania in questo avvio di stagione?
“Pensavo che potesse andare un pò meglio ma non sta facendo male. Direi che l’impressione è buona. Raffaele è un ottimo allenatore, lo scorso anno si è rivelato forse uno dei migliori della categoria. Scelta oculata. Forse il Catania ha una rosa un pò corta ma dobbiamo ringraziare l’attuale proprietà per i sacrifici portati avanti superando gravi problemi societari. Accontentiamoci della situazione attuale. Poi se ci fosse l’ingresso in società di una figura con maggiori risorse economiche sarebbe molto positivo, alzando l’asticella. Se Tacopina dovesse entrare, lo farebbe per una giusta causa”.

Ti chiedo una curiosità. Quando fosti contattato dal Catania, in quanto palermitano hai avuto qualche tentennamento all’inizio?
“Sapevo che il Palermo non avesse creduto in me, avevo un motivo in più per dimostrargli che si fossero sbagliati. Già qualche anno prima potevo vestire rossazzurro ma la Turris non mi volle cedere perchè avevo ancora un anno di contratto. Non mi facevo assolutamente scrupoli a venire a Catania. E’ una piazza grandissima del calcio italiano che non si può rifiutare. Da palermitano non è stato affatto un problema accettare il trasferimento. I fatti mi hanno dato ragione, vivendo alla grande la mia esperienza sotto il vulcano. Può anche darsi che la storia sarebbe potuta essere diversa se il Palermo non mi avesse scaricato. Più di un sassolino, comunque, me lo sono tolto contro i rosanero. Ricordo di avere segnato in Coppa Italia con il Trapani, oppure il rigore parato in un Palermo-Turris nel ’97, episodio che rimarrà sempre nella storia (ride, ndr)”.

Troppo scontato immaginare per chi farai il tifo lunedì…
“Qua a Palermo ormai lo sanno bene. Mi sfottono dicendomi che sono catanese ma è la verità. Io sono fiero di essere catanese (dopo queste parole, nel corso della telefonata, un amico di Tarantino esclama la frase «Portatelo via!»). A Catania sono stato benissimo e l’affetto mi è sempre stato ricambiato dai tifosi. Quando entravo nel sottopassaggio, al grido «Chi non salta è rosanero» io ero il primo a saltare. Pertanto, in vista del derby dico con ancora più convinzione «Forza Catania!»”.

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