PAGELLE DI REPARTO: errori devastanti in difesa, a centrocampo spicca Maldonado, attacco abulico

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La prematura estromissione della compagine etnea dagli spareggi promozione ha gettato ancor più nello sconforto la tifoseria rossazzurra che, al di là delle incognite societarie, si aspettava quantomeno di poter accedere alla seconda fase. La pesante sconfitta casalinga, per mano di un Foggia cinico ed ordinato, ha evidenziato tutti i limiti di una squadra molto volitiva ma poco lucida ed attenta nella gestione delle dinamiche, che ha subito con troppa facilità la velocità di Balde ed i colpi dell’ex dal dente avvelenato Alessio Curcio. Di seguito le pagelle di reparto:

Difesa 4: la coppia Silvestri-Giosa era sembrata la migliore possibile nel 4-3-3 baldiniano ed in effetti nei primi 30 minuti i due centrali difensivi non hanno concesso praticamente nulla. Dopo la mezz’ora di gioco però il Catania subisce le ripartenze foggiane ed il duo difensivo entra in confusione. Decisamente da dimenticare la gara di Giosa che non riesce a marcare adeguatamente Balde lasciandogli spesso campo libero. Male anche Silvestri che, inoltre, lancia Curcio nell’1vs1 contro Martinez. Rivedibile anche la prova di Pinto. Il terzino pugliese spinge con costanza nei primi venti minuti, iniziando poi a soffrire fin troppo il dinamismo di Kalombo sulla sua corsia. Non bene pure Luca Calapai. Il canterano etneo tenta, con la solita corsa e le sovrapposizioni, a creare la superiorità numerica sulla fascia destra senza però trovare la giocata vincente. Si rivela abbastanza ingenuo nell’azione del vantaggio ospite abboccando alla finta di corpo dell’attaccante foggiano. Incerto Martinez a difesa dei pali. Dal doppio volto il match di Zanchi. L’ex Rieti, chiamato ad inizio ripresa per sostituire Pinto, si dimostra inizialmente molto in palla, cercando spesso il fondo ed il dialogo con i compagni. Nel finale però commette molti errori in fase di costruzione perdendo palla con troppa facilità. Ingiudicabile la partita di Rosaia, subentrato a 3’ dalla fine.

Centrocampo 5,5: il migliore del Catania è Maldonado. Il regista ecuadoregno prova a sobbarcarsi la squadra sulle spalle ma, specialmente nel secondo tempo, viene ben imbrigliato dalla formazione pugliese, dimostrandosi comunque il più in palla dei suoi. Si rivela molto utile sui calci da fermo trovando anche il gol della speranza (oltre ad un palo clamoroso) prima del tris rossonero. Poco determinante nell’economia generale Nana Welbeck che, pur offrendo la solita grinta, non riesce ad entrare nel vivo del gioco. Ambivalente anche la prova di Dall’Oglio. I primi minuti del numero 23 sono molto incoraggianti, con il jolly rossazzurro che riesce a rappresentare il giusto collante tra centrocampo ed attacco. Si rende pericoloso in più di una circostanza prima di subire anch’egli l’inaspettata metamorfosi che condanna il Catania alla prematura uscita di scena.

Attacco 5: nonostante il risultato dica il contrario, il Catania ha prodotto molte occasioni ma, un po’ per la giornata di grazia di Fumagalli ed un po’ per l’imprecisione degli attaccanti rossazzurri, non sono state sfruttate a dovere. Il meno peggio del reparto avanzato è Reginaldo. Il brasiliano si dimostra molto dinamico, giostrando sulla corsia mancina e provando a duettare con terzini e mezzali. Da matita rossa l’errore a colpo sicuro (con la grandissima risposta di Fumagalli) che avrebbe riequilibrato il match sull’1-1. Molto deludente invece la prova di Sarao che, pur lottando e battagliando con la retroguardia pugliese, fatica a rendersi pericoloso e dialoga davvero poco con i compagni. Anche da Antonio Piccolo ci si sarebbe aspettati molto di più. Complice l’assenza forzata di Russotto, le trame offensive sarebbero dovute passare dall’estro e dalla fantasia del calciatore napoletano che però non è riuscito a far fare il salto di qualità alla squadra, con pochissime giocate davvero degne di nota. Impalpabili i neo entrati Golfo e Manneh. I due esterni pur essendo dotati di grande tecnica e rapidità non incidono, facendosi imbrigliare dalle maglie della difesa avversaria. Infine anche Matteo Di Piazza non lascia il segno. Entra al minuto 67 ma l’unico sussulto lo regala nel finale con un’incornata respinta sulla linea dall’estremo difensore avversario.

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