ESCLUSIVA – Monaco: “Fini, quando Ciccio Famoso fu profetico. Baldini, gara col Foggia non preparata benissimo. Elefante massacrato e deturpato in questi anni…”

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Gennaro Monaco

Catanese d’adozione e profondamente legato ai colori rossazzurri, l’ex difensore del Catania Gennaro Monaco auspica ai microfoni della redazione di TuttoCalcioCatania.com un concreto piano di rilancio per la squadra dell’Elefante, consapevole della situazione societaria attualmente delicata. Spazio anche ai ricordi vissuti sotto l’Etna, con particolare riferimento alla storica promozione in Serie B ottenuta 19 anni fa.

Gennaro, oggi ricorre l’anniversario di Catania 1-0 Taranto. Quante emozioni quel giorno…
“Una vittoria decisiva perchè, poi, nella finale playoff di ritorno a Taranto bastò lo 0-0 per salire in B. Per me sono giorni bellissimi da ricordare. Catania è stata l’esperienza più bella della mia vita. Quella settimana ci allenammo al ‘Massimino’ perchè Riccardo Gaucci voleva che i tifosi ci stessero vicini. C’erano 3-4mila tifosi a vederci durante gli allenamenti. Il giorno prima del match si tenne una riunione con il presidente, i capi storici, Ciccio Famoso, gli ANR, la Curva Nord, Saro degli Irriducibili. Una quindicina di capi ultras. Dopo tanti anni era il momento in cui non si poteva sbagliare. Ci diedero una carica impressionante. Ciccio disse a Fini, «c’ama a fari? Ama a fari gol!». Il giorno dopo segnò proprio lui. Bellissimo…”

Quale fu il segreto di quel grande Catania?
“Fini, Baronchelli, Iezzo e tanti altri costituirono un gruppo fortissimo e con tanta voglia di rivalsa, venivamo dalla sconfitta di Messina l’anno prima. Un gruppo composto da uomini veri. Allo stadio c’erano sempre 15/20mila tifosi e lì vedevi il calore e l’amore verso questa maglia. I tifosi hanno sempre trasportato il Catania. Anche quando non giocavo per me era come scendere in campo, caricavo a mille i giocatori, trasportavo le sensazioni della tifoseria sul rettangolo verde. Squadra, tifoseria e società eravamo un tutt’uno. Un meccanismo che funzionava a meraviglia. Servono elementi carismatici, gente motivata che va oltre l’orgoglio. Noi eravamo davvero un gruppo granitico, con tanti calciatori di carisma che ci hanno aiutato a vincere”.

Dal Catania di allora al Catania di oggi. Ti ha deluso la squadra rossazzurra quest’anno?
“Mi aspettavo molto, molto di più da una squadra tanto esperta. I playoff li vinci con l’esperienza, la scaltrezza, le punizioni, gli angoli. I derby col Palermo ed il ko casalingo col Foggia hanno rappresentato le mie più grandi delusioni. Ai playoff ho visto Baldini troppo tranquillo, secondo me avrebbe dovuto agitarsi di più, far capire che col Foggia fosse una partita diversa dalle altre. Il Catania non poteva uscire già al primo turno contro un Foggia che, al di là di tutto, è imbottito di giovani in organico. E’ stato molto brutto uscire così dai playoff”. 

Troppe chiacchiere extra campo influirono secondo te?
“Si deve dare il massimo sempre. Al di là delle voci parliamo di una squadra espertissima, di gente che ha fatto un certo tipo di carriera. Io penso solo a battere il Foggia. Le vicissitudini extra campo si superano, giochi a prescindere per fare risultato. E poi durante la stagione gli stipendi dei giocatori sono sempre stati pagati…”.

Come vivi questi giorni di apprensione per il Catania? 
“Male perchè la storia non si può e non si deve cancellare. Uno si augura sempre da tifoso che arrivi il salvatore che vuole bene il Catania ed i catanesi, che possa sistemare il danno enorme fatto nella gestione precedente. La nuova proprietà si è accollata qualcosa di molto grande. Affrontare una situazione del genere non è facile perchè la piazza ti chiede un rilancio delle ambizioni a frutto di tantissimi sacrifici economici. I debiti ci sono e vanno pagati. Poi adesso fai i conti con tanti giocatori di una certa età che hanno stipendi rilevanti per la categoria. Ti trovi questi contratti sul groppone e non è facile liberartene. Potevano fare la differenza ai playoff, non lo hanno fatto. Difficile piazzarli altrove”.

E intanto il prossimo campionato si preannuncia ancora più difficile…
“Ogni anno il girone C è sempre il più difficile e competitivo. Scendono club dalla B che hanno il paracadute. Poi c’è il Bari che vuole rilanciare per l’ennesima volta e non credo sbaglierà ancora. Anche il Palermo sicuramente rinforzerà la squadra. Ci sono sempre le sorprese. Il Foggia nessuno lo voleva allenare inizialmente, ma ha chiuso il campionato con un piazzamento dignitoso in classifica. E’ retrocesso il Cosenza. Non so se ci sarà anche il Pescara, ma secondo me militerà nel gruppo B. Covid permettendo, si preannuncia il ritorno dei tifosi sugli spalti. Per una grande città come Catania rappresenta un valore aggiunto. Spero che una tra Avellino e Catanzaro possa vincere i playoff, si eliminerebbe una diretta rivale in vista del prossimo campionato. Parliamo di due proprietà solide economicamente. Il Catania si appresta ad affrontare il settimo anno di Lega Pro portandosi dietro un flagello incredibile, quello dei debiti. Lo Monaco e Pulvirenti hanno prodotto 60 milioni di debiti. Lo Monaco aveva rassicurato tutti, invece poi il Catania era sull’orlo del fallimento”.

Come ripartire dalle difficoltà?
“Servono esperienza, entusiasmo ma anche giovani forti per ripartire. Mi aspettavo sinceramente l’ingresso in società di Tacopina. Ci vorrebbe una figura importante. Se vincessi al Superenalotto prenderei subito il Catania costruendo una rosa molto competitiva. Quest’anno, comunque, va detto che Pellegrino ha lavorato benissimo prendendo giocatori importanti per la categoria. Vedi Giosa, Sales, l’ex Crotone e Cremonese Claiton, Piccolo che a me fa impazzire, Reginaldo, Zanchi, ha ripreso Russotto. I giocatori di spessore li ha presi, purtroppo però non tutti hanno reso secondo le aspettative”.

Baldini merita la riconferma sulla panchina del Catania?
“Sì, se non sarà lo stesso Baldini che ha preparato non benissimo la partita col Foggia. E’ stato troppo inerme, più passava il tempo e più il Catania moriva lentamente nel corso dei 90′. Doveva arrabbiarsi di più, l’ho visto troppo tranquillo. Come dire, giochiamocela e poi andiamo al mare. Non è così. Comunque l’eventuale permanenza di Baldini può essere funzionale per il Catania, in quanto conosce da diversi mesi la rosa. Può dare indicazioni per prendere qualche giovane interessante. Magari 3-4 calciatori del girone C, gente che fa sportivamente la guerra. Serve una squadra di carattere, personalità, che si faccia trovare pronta anche nelle sfide decisive. Ricordo a Catanzaro un pareggio praticamente scontato, poi con un lancio di 60 metri non puoi scavalcare un difensore di grande esperienza come ho visto e prendere gol. Se fosse accaduto a me, non mi avrebbero più fatto giocare (ride, ndr). Penso anche alle reti ingenue subite a Foggia, oltre al già citato 1-3 in occasione dei Playoff”. 

Gennaro, chiudiamo con un tuo auspicio per il Catania.
“Quello di rivedere il nostro Catania risorgere come la fenice. Perchè Catania è stata massacrata, deturpata in questi anni. Stanno uscendo tutti gli scheletri dall’armadio, speriamo di bruciare tutto e di ripartire come facemmo 19 anni fa. La tifoseria e la gente di Catania meritano tutte le soddisfazioni possibili”. 

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