ESCLUSIVA – Costantini: “Catania, va ricreato entusiasmo. Futuro nelle mani di amministrazioni locali/regionali e imprenditoria”

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Maurizio Costantini

Maurizio Costantini, ex allenatore dei rossazzurri durante la primissima parte della stagione 2004/05, ha parlato ai microfoni di TuttoCalcioCatania.com augurandosi che l’eventuale partecipazione al prossimo campionato di Serie D del Catania possa rappresentare soltanto il punto di partenza. Spazio anche alle considerazioni sul prossimo torneo dilettantistico che, verosimilmente, vedrà proprio l’Elefante come il grande avversario da battere.

Epilogo triste per il calcio catanese. Un finale annunciato?
Onestamente non me lo aspettavo anche se, purtroppo, ormai era da tanto tempo che si andava avanti attraverso una miriade di voci poco rassicuranti. Apprendere del fallimento del club etneo mi ha fatto molto male. Una città come Catania, con una lunga ed importante tradizione sportiva, piena di passione ed amore verso i propri colori sociali, è davvero un peccato che abbia perso il professionismo. Purtroppo quando si commettono tanti errori allo fine non sempre si trova il modo di sistemare le cose rimettendo insieme i pezzi. Dispiace veramente tanto per come si sia conclusa la storia calcistica della città anche se mi auguro con tutto il cuore che si possa costituire quanto prima una nuova società che, nel più breve tempo possibile, possa riportare questa piazza nei palcoscenici che realmente meriterebbe. Sulle cause che hanno portato a questo disastro sinceramente faccio tanta fatica ad esprimermi anche perché, abitando dall’altra parte della penisola, non ho avuto modo di conoscere in maniera approfondita tutte le dinamiche interne alla società. In ogni caso è abbastanza evidente come ci siano stati parecchi momenti di difficoltà. In primis credo che l’avvento di Pablo Cosentino abbia un po’ destabilizzato l’ambiente proprio in un momento nel quale invece sarebbe stato fondamentale ed opportuno consolidare l’operato ed il lavoro svolto in precedenza da tutto il gruppo dirigenziale. Da lì in poi credo si sia rotto qualcosa. Inoltre nel mondo del calcio commettere degli errori può rivelarsi molto pericoloso, visto che per ritornare nuovamente a certi livelli ci vogliono ingenti somme di denaro. La Serie A ha un determinato appeal e quindi in termini di visibilità ed introiti è molto diversa da tutte le altre categorie, che invece presumono costi notevoli e guadagni molto più bassi per cercare di risalire o quantomeno rimanere a galla.

Non è il momento di stare con le mani in mano. Il Catania può e deve ripartire, come?
Mi auguro e spero che il nuovo Catania possa ripartire dalla massima categoria dilettantistica nazionale. Credo che, così come accaduto per altre realtà calcistiche, anche per la piazza etnea sia possibile ricominciare dalla Serie D. Ovviamente però tutto dipenderà dal mondo dell’imprenditoria. Sarà fondamentale capire se ci siano degli imprenditori disposti a rilevare il Catania tra i dilettanti, sobbarcandosi oneri ed onori di una piazza così importante ma percependone contemporaneamente anche potenzialità e benefici. Consequenzialmente le amministrazioni locali e regionali dovranno lavorare in maniera molto attenta affidando il club solo a persone serie e disposte realmente a rilanciare il calcio catanese. Se queste condizioni non ci saranno o non verranno rispettate, purtroppo si dovrà ripartire dalla massima categoria regionale ma sicuramente una piazza come quella etnea in Eccellenza non gioverebbe a nessuno. Mi auguro quindi che possano aprirsi le porte della Serie D ma, a mio modo di vedere, credo che il vero punto focale sia quello di riuscire a trovare una proprietà che lavori per bene, faccia le cose con serietà senza illudere i tifosi ma creando delle fondamenta solide attraverso una componente dirigenziale molto competente e che non si faccia prendere dalla fretta ma che anzi si ponga degli obiettivi non per forza a breve scadenza. Chiaramente ritornare immediatamente tra i professionisti sarebbe il desiderio di tutti ma bisognerà farlo con solidità, idee e lungimiranza, programmando per bene il percorso di rinascita e ricreando nuovamente grande entusiasmo all’interno della città.

Quali sono i pericoli nascosti che il nuovo Catania potrebbe incontrare nel corso della prossima stagione?
Sicuramente, considerando la storia, il blasone e l’importanza di una piazza come Catania, le insidie che il nuovo Elefante potrebbe incontrare sono quelle che tutti i grandi centri, prima falliti e poi ripartiti dalle categorie dilettantistiche, hanno riscontrato. Quindi ad esempio tutte le “piccole”, sapendo che stanno affrontando il Catania, in campo daranno sempre il 100% e quindi nessuno ti regalerà mai niente. Io ho vissuto questa esperienza a Trieste e posso dire senza ombra di dubbio che quando realtà calcistiche così importanti calcano i campi di Serie D, ogni Domenica gli avversari giocheranno sempre la partita della vita. Credo che l’insidia maggiore possa essere proprio la determinazione e la voglia delle altre squadre nel cercare di avere la meglio contro il Catania che, almeno ai nastri di partenza, sarà senza alcun dubbio la vera e (forse) unica squadra da battere. Tenendo bene a mente questo aspetto sarà determinante ingaggiare uno staff tecnico, in primis l’allenatore, e dei calciatori con determinate doti caratteriali oltre che tecniche. Dovranno essere molto equilibrati, determinati e soprattutto in grado di saper reggere le pressioni di una piazza ambiziosa e che tra i dilettanti non ha niente a che fare. Il tecnico dovrà essere bravissimo nel mantenere l’ambiente tranquillo e sereno, anche qualora le cose non dovessero andare come previsto, perché il percorso che Catania si appresta a vivere sarà tortuoso e ricco di insidie ma potrebbe anche nascondere diverse soddisfazioni e per gli stessi tesserati potrebbe essere molto bello ed entusiasmante da affrontare.
Ai tifosi vorrei dire di stare vicino alla squadra ed alla nuova proprietà perché questo sarà l’aspetto più importante. Il calcio com’è noto è costituto da emozioni e queste ovviamente soltanto i tifosi possono trasmetterle. Anche quando ero qui a Catania vedere lo stadio sempre pieno, straripante di colori e passione, mi trasmetteva una grandissima carica e mi spronava nel fare sempre meglio. Spero quindi che il pubblico catanese possa stringersi ancora di più verso la nuova società, la quale a sua volta dovrà essere composta soltanto da persone che abbiano a cuore il Catania e che lavorino esclusivamente per il bene della città e della squadra.

A proposito della sua breve esperienza sulla panchina del Catania, sotto il profilo dei risultati non è andata per il meglio. Cosa non ha funzionato?
Quello di Catania è stato uno dei momenti più importanti e significativi di tutto il mio percorso professionale. Ho conosciuto e vissuto, seppur per un breve periodo, una città davvero stupenda e popolata da persone veramente splendide. Ricordo con grande affetto tutti i catanesi, alcuni dei quali fanno ancora parte della mia vita in qualità di amici stretti ed ai quali sono molto legato. Questo vuol dire che, al di là di come si sia conclusa la mia avventura, la gente ha comunque percepito e riconosciuto il mio impegno. In quell’anno lì si era appena insidiata la nuova proprietà con il duo Pulvirenti-Lo Monaco che aveva traslato gran parte dello staff da Acireale a Catania. Considerando anche i nomi altisonanti che sono approdati tra le fila dei rossazzurri, ad inizio stagione c’erano sicuramente grandissime aspettative. Purtroppo i fatti hanno spesso dimostrato come non si vinca soltanto con i nomi ma serva anche molto altro. All’epoca io ero un giovane allenatore con determinate idee tecnico-tattiche che però non riuscivano ad essere messe in pratica ed assimilate dai miei calciatori. Probabilmente ha anche pesato il fatto che molti componenti di quella rosa erano ormai prossimi a concludere la carriera, pertanto non riuscivano o forse non avevano più la volontà di faticare abbastanza, così ovviamente sono sorti dei problemi che poi hanno portato al mio allontanamento. Fortunatamente per il Catania, si è cambiato il modo di lavorare e nel corso degli anni successivi questo ha generato grandi risultati, visto che il club rossazzurro è riuscito a scrivere pagine molto importanti della propria storia calcistica.

Si ringrazia Maurizio Costantini per la cortesia, la disponibilità ed il tempo concesso per l’intervista.

 

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