ESCLUSIVA – Gregori: “Catania, mi hai fatto conoscere la Serie A. Si poteva aiutare il club a chiudere la stagione. Tifosi, non mollate”

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Ai microfoni di TuttoCalcioCatania.com Massimo Gregori, ex difensore etneo durante l’esperienza in massima serie nella stagione 1983/84, ha rivissuto la propria avventura catanese e commentato il futuro del nuovo sodalizio calcistico rossazzurro, confidando in una ripartenza di slancio.

Massimo il Catania ti ha permesso di esordire in Serie A durante il campionato ‘83/84. Cosa hanno rappresentato per te i colori rossazzurri?
Il Catania è stato un club molto importante per tutto il calcio italiano. Quando arrivai alle pendici dell’Etna provenivo direttamente dalle giovanili della Roma, pertanto ero ancora un ragazzino alle prime armi che in rossazzurro ha vissuto la sua esperienza da professionista. Anche se non giocai tantissimo, per me quella fu comunque un’annata molto importante che mi consentì di esordire in Serie A. Nel complesso riuscii a racimolare altre 7/8 apparizioni stagionali. Nonostante alla squadra mancasse qualcosa, per me quella fu un’esperienza davvero bella, in una piazza stupenda e calorosa. Di quell’annata ovviamente non potrò mai dimenticare il mio debutto contro il Genoa, ma anche tutte le altre partite che giocai, specialmente con Roma, Lazio e Juventus.

1 sola vittoria in 30 giornate. Cosa mancò a quella squadra per poter ambire alla salvezza?
A mio modesto parere quella squadra non era attrezzata per affrontare la Serie A. C’erano tantissimi elementi, calcisticamente parlando, già molto grandi di 33-34 anni e quindi ormai prossimi a concludere la carriera. Inoltre la maggior parte di loro non aveva mai giocato in massima serie. Erano sicuramente degli interpreti con parecchia esperienza in cadetteria e quindi ottimi per quella categoria, ma la Serie A di un tempo era tutta un’altra cosa. Purtroppo quel Catania non era allo stesso livello delle altre squadre. Noi ad inizio stagione partimmo con tantissimo entusiasmo ma la qualità si vedeva che non era adeguata per quel campionato. In più i nostri calciatori più rappresentativi, Mastropasqua e Mastalli, si fecero male praticamente già ad inizio stagione e, mancando pure loro, la squadra non seppe reagire, subendo l’urto veemente con una categoria così importante e qualitativamente superiore.

Dopo la retrocessione anche il successivo campionato di B non andò per il verso giusto. Quali furono i problemi di quel periodo?
Onestamente non saprei dirlo perché dopo il ritiro estivo praticamente andai via immediatamente. A mio avviso però dopo una retrocessione si susseguono tutta una serie di problematiche incominciando proprio dall’umore della piazza, visto che i tifosi ovviamente erano molto scontenti. Inoltre per riassestarsi e trovare un nuovo equilibrio servono sicuramente degli anni. Basti pensare anche al recente passato del Catania, dove comunque sono stati disputati grandissime stagioni in massima serie, per capire che in una squadra di calcio serve progettualità e lungimiranza. In ogni caso io ho un bellissimo ricordo di Catania, della sua gente e dei tifosi rossazzurri, trovandomi benissimo alle pendici dell’Etna e sentendomi praticamente a casa.

Ti saresti mai aspettato il fallimento societario con tanto di estromissione dal campionato?
Assolutamente no. Fino all’ultimo ho sperato nell’arrivo di qualche imprenditore che potesse salvare il club e la sua storia ma evidentemente c’erano troppi debiti o magagne che hanno fatto desistere chi avrebbe potuto fare qualcosa preferendo invece ricominciare da capo attraverso il fallimento. Se questa fosse stata realmente l’unica strada percorribile a mio modo di vedere si sarebbe dovuta intraprendere già molto tempo prima invece di continuare a trascinare fino all’estremo questa situazione che alla fine non ha portato altro che ad un epilogo indegno ed indecoroso per una realtà come quella catanese subendo l’esclusione dal campionato. Proprio su quest’ultimo aspetto forse, considerando anche la passione, il calore e l’importanza della piazza di Catania, si sarebbe potuto intervenire diversamente, magari concedendo qualche deroga o comunque aiutando in qualche modo il club a concludere almeno la stagione regolare. Anche per rispetto della piazza e della città probabilmente si sarebbe dovuta avere un po’ più di pazienza prima di decretarne la radiazione. Catania, così come Palermo, Bari e tante altre realtà, sono tutte piazze importanti che hanno calcato e meritano sicuramente ben altri palcoscenici rispetto ai dilettanti.”

Cosa ti auguri per il futuro?
“Spero che i rossazzurri possano ripartire in maniera forte attraverso una proprietà sana e seria, anche se ritornare nel calcio che conta sicuramente non sarà semplice perché la discesa è sempre più facile della risalita. Il mio augurio è quello di rivedere quanto prima il Catania nuovamente tra i professionisti, sebbene a mio modo di vedere la categoria di riferimento dovrebbe essere quantomeno la Serie B. Già anche il campionato di terza serie per una piazza come quella etnea è più che stretto, tuttavia come detto tornare nei grandi palcoscenici sarà molto difficile. Basti pensare anche alle altre realtà presenti quest’anno in Lega Pro, quasi tutte con un blasone ed una storia molto importanti, per farsi un’idea di quanto possa essere complicato ritornare su. Foggia, Catanzaro, Avellino, Palermo, Taranto, meriterebbero tutte ben altre categorie.
Ai tifosi vorrei dire, nonostante la delusione e l’amarezza, di rimanere sempre vicini alla squadra e cercare, attraverso l’entusiasmo ed il cuore, di aiutare la società a raggiungere nuovamente alti livelli. Catania ha un pubblico speciale e spero che possa continuare ad averlo anche in futuro. Mi ricordo ad esempio che allo stadio c’erano sempre trenta mila persone pronte a sostenerci ed incoraggiarci ogni domenica. Un grosso in bocca al lupo a tutti i tifosi, alla città ed alla futura nuova società per un rapidissimo ritorno nel calcio che conta.

Si ringrazia Massimo Gregori per la cortesia, la disponibilità ed il tempo concesso per l’intervista.

 

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