A MENTE FREDDA: l’analisi del match disputato dal Catania contro il San Luca

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Il Catania conserva l’imbattibilità in campionato e, soprattutto, dà continuità al successo di Ragusa. Bene così, ma sono solo i primi sforzi nel contesto di una stagione che vedrà i rossazzurri sudare al cospetto di qualsiasi avversario. Perchè non basta essere nettamente favoriti sulla carta. Conta dimostrarlo, sempre. E tutte le squadre sulla strada del Catania preparano la “partita della vita”, a prescindere dal divario di natura tecnica. Lo ha fatto il Ragusa, idem il San Luca.

Entrambe hanno provato a dare filo da torcere al Catania, soprattutto i calabresi che solo nel finale si sono dovuti inchinare all’Elefante. Malgrado la spinta emozionante di 15mila caldissimi tifosi, la vittoria è arrivata in extremis ma non c’è da stupirsi. Perchè, anche se in un contesto di Serie D, non esistono gare dall’esito scontato. La squadra etnea si sta calando in una categoria dove il bel gioco non rappresenta l’arma principale attraverso la quale arrivare alla vittoria. Tanto agonismo, la giusta cattiveria agonistica e la capacità di lottare su ogni pallone sono i principi cardine della D.

Tutto questo fa la differenza nell’ambito di un collettivo granitico e concreto, con una manovra il più possibile fluida ed una buona organizzazione. In questo senso c’è ancora da lavorare in casa Catania. Migliorano gli inserimenti dei centrocampisti, cresce la condizione fisica di alcuni interpreti in particolare come Chiarella, Rapisarda (duo devastante sulla fascia destra) e Rizzo, che ha corso e recuperato tanti palloni, vedendosi anche annullare un gol per una sospetta posizione di fuorigioco.

Lorenzini guida il reparto arretrato con autorevolezza, Bethers a difesa dei pali è giovanissimo ma conferma di possedere una certa personalità; Somma si è fatto sorprendere nell’azione che ha portato al momentaneo pari sanluchese, non riuscendo ad anticipare l’avversario, prima che quest’ultimo servisse l’assist al compagno, poi atterrato fallosamente in area secondo l’arbitro (ma il fallo non sembrava esserci). In difficoltà il classe 2004 Vitale, un pò nervoso e che ha costretto il Catania a giocare in 10 nel finale a seguito di un cartellino rosso diretto che pesa.

In avanti si vedono poco Sarao e De Luca, mentre Andrea Russotto subentra nella ripresa cambiando marcia al Catania, rigore trasformato a parte. Anche l’ingresso in campo di Palermo rappresenta una felice intuizione di mister Ferraro, sostituendo il “re” dei calci piazzati Ciccio Lodi con l’aggiunta di un centrocampista dotato di maggiore corsa e capacità d’inserimento. Proprio lui si è procurato il fallo del rigore decisivo.

Complessivamente il successo rossazzurro appare meritato. Lo dicono i numeri dell’incontro, lo dice la voglia di vincere a tutti i costi della squadra che, spinta dal calore del “Massimino”, non si è smarrita nel momento più delicato dell’incontro tirando fuori tutto l’orgoglio possibile. E’ stata una vittoria sofferta, che deve giustamente fare riflettere sulle difficoltà incontrate ma anche dare al Catania la consapevolezza di essere un gruppo forte e compatto. Con il lavoro settimanale e un pò più di tempo per amalgamarsi, consentendo soprattutto ai giovani di crescere, la squadra di Ferraro potrà recitare fino in fondo un ruolo da protagonista.

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