A MENTE FREDDA: l’analisi del match disputato dal Catania a Cittanova

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foto Catania SSD

Primo pareggio in questo campionato per il Catania. Gli etnei fiutavano la vittoria numero dieci nel gruppo I di Serie D che avrebbe anche consentito d’irrobustire il vantaggio sul Lamezia Terme secondo, portandolo a +10. Elefante che, inoltre, vincendo sarebbe riuscito ad eguagliare il record storico di vittorie consecutive risalente agli anni 90′ con mister Busetta seduto sulla panchina rossazzurra. Niente di tutto questo si è concretizzato, in compenso il distacco in classifica dal già citato Lamezia è rimasto immutato, un +8 che non è affatto male essendo giunti poco oltre la metà del girone d’andata.

E pazienza se il presidente Ross Pelligra, presente nella tribuna dello stadio “Morreale-Proto”, non abbia festeggiato il compleanno con i tre punti in tasca. Cominciamo subito nel dire che non è stata una bella gara, come tante in un campionato caratterizzato dai toni agonistici elevati e, spesso, pochissimi sprazzi di bel gioco. Non è la prima volta che il Catania fatichi al cospetto di avversari ben chiusi dietro, che mettono la gara sul piano fisico nella speranza di colpire in contropiede. Ma se in altre circostanze il Catania è riuscito comunque a portare a casa il massimo risultato, stavolta la squadra di Ferraro è sbattuta contro il muro eretto dai padroni di casa che hanno concesso poco.

Aggressività, marcature efficaci, capacità di lottare su ogni pallone triplicando i propri sforzi sono state sufficienti per la Cittanovese ad imbrigliare una manovra per lunghi tratti confusionaria, lenta, prevedibile, fatta prevalentemente di lanci lunghi e poche idee. La situazione non è cambiata neanche quando Ferraro ha effettuato il passaggio al 4-2-3-1 aumentando notevolmente il potenziale offensivo. E’ mancata la lucidità, la brillantezza negli interpreti scelti da mister Ferraro che, ancora una volta, ha confermato la quasi totalità dell’undici iniziale del turno precedente ma qualcuno è apparso in calo. Segno che, probabilmente, sarebbe opportuno inserire altri uomini dal 1′, sfruttando la disponibilità di una rosa ampia e di qualità.

Le difficoltà legate alle dimensioni ed alle caratteristiche di un terreno di gioco che non aiutava nella circolazione del pallone sono state legittimamente evidenziate dai protagonisti nel post gara, ma in D capita sovente di giocare su campi in condizioni tutt’altro che ottimali, quindi bisogna trovare il modo di far fronte a tali criticità. Detto questo, al di là della macchina da gol che si è inceppata per la prima volta in campionato, i rossazzurri continuano a non subire reti (aspetto mai trascurabile), mantengono l’imbattibilità e, nel finale, avrebbero anche potuto incamerare i tre punti se l’arbitro non avesse clamorosamente sorvolato sull’episodio di un rigore solare non concesso per fallo commesso ai danni di Sarao in area.

Grave abbaglio del direttore di gara, Sig. Nigro di Prato (fin troppo “protagonista” nel corso del match), ma dobbiamo abituarci ad una classe arbitrale spesso infruttuosa in queste categorie, salvo eccezioni. Niente alibi e lavorare, lavorare, lavorare. Questa l’unica ricetta per andare avanti proseguendo sulla strada maestra. Nessun allarmismo. Non sarà un pareggio a scalfire quanto di straordinario fatto finora dal Catania, che possiede le carte in regola per vincere (e continuare a dominare) questo campionato, a patto di stare sempre sul pezzo.

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