CATANIA: da Tabbiani a Lucarelli, cos’è cambiato?

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foto Catania FC

Nei giorni scorsi abbiamo messo a confronto i numeri in campionato di Luca Tabbiani e Cristiano Lucarelli, evidenziando qualche progresso. A cominciare dalla media punti, passata da 1.25 a partita a 1.67, con una fase difensiva che funziona meglio e meno sconfitte riportate. Fermo restando che Tabbiani ha collezionato 12 gare di campionato in questa stagione, rispetto alle 6 di Lucarelli. Più che le statistiche, va sottolineato il cambiamento primario sul piano tattico.

Se da un lato Tabbiani insisteva costantemente sull’utilizzo del modulo 4-3-3, andando a ricercare il play più funzionale alle esigenze della squadra alternando Rizzo, Ladinetti e Quaini (che proprio lui aveva indicato alla società per impiegarlo prevalentemente in difesa) con risultati mai del tutto convincenti, Lucarelli ha varato l’inserimento del doppio play in mediana con Rocca spostato qualche metro più avanti. Un modo per servire meglio le punte e, soprattutto, verticalizzare di più, cosa che con la gestione Tabbiani accadeva molto di rado.

Con Tabbiani si ricercava sistematicamente l’avvio dell’azione dal basso (spesso anche dal portiere), per poi andare alla ricerca delle corsie esterne, in particolar modo servendo Chiricò nella speranza che l’ex Crotone riuscisse ad inventarsi qualcosa. Soluzioni facilmente leggibili con frequenti cambi di gioco senza produrre alcunchè. Troppe volte il Catania non dava l’idea di esprimere un gioco corale. Al di là delle risposte non sempre idilliache sotto il profilo atletico e di episodi sfortunati, pali e traverse.

Senza una precisa fisionomia e identità di squadra, con un equilibrio tattico precario e poca intensità, il Catania ha dovuto cambiare guida tecnica in favore di Lucarelli, uno che conosce benissimo la piazza e la C l’ha già vinta rispetto ad un Tabbiani ancora acerbo ma che, forse, non ha lavorato con giocatori perfettamente adatti al suo pensiero calcistico.

Il Catania lucarelliano ha mostrato una maggiore solidità difensiva e propensione ad offendere, creando molte più occasioni da rete e aumentando la pressione nella metà campo avversaria, con la tendenza ad attaccare e difendere più da collettivo. La costanza di rendimento, però, continua a venir meno. C’è da lavorare sodo per oliare i meccanismi all’interno di una struttura che presenta delle lacune da correggere in sede di calciomercato. Allora sì che il Catania potrebbe cambiare definitivamente volto nel girone di ritorno.

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