L’EDITORIALE | Serve un’impresa, ma prima ancora bisogna ritrovarsi

0
256
foto Catania FC

Brucia. Brucia tanto questa sconfitta. Non solo perché arrivata al Massimino, davanti a una piazza che non ha mai fatto mancare il proprio sostegno, ma soprattutto per come si è consumata: con un Catania in apnea, stanco, propositivo nel primo tempo e appannato nella ripresa – nonostante i cambi -, al cospetto di un Pescara lucido, ordinato, pronto a colpire nel momento giusto con Merola, che ha approfittato dell’unica vera sbavatura difensiva rossazzurra nel secondo tempo.

Un ko che impone una riflessione profonda. Le due vittorie casalinghe con Giugliano e Potenza avevano raccontato un Catania grintoso, resiliente, compatto. Ma contro il Pescara si è vista poca spinta sulle fasce, poca qualità negli ultimi sedici metri con Jimenez lontano parente di quello ammirato fino a qualche settimana fa, e un Inglese troppo isolato, stavolta mai davvero in partita.

Non tutto è perduto, sia chiaro. Il calcio, e i playoff in particolare, sono pieni di storie scritte al ritorno. Ma serve una svolta, immediata. Serve rispolverare il cuore visto contro il Potenza. Servono i leader, da Di Tacchio a Inglese, per ritrovare quell’identità combattiva che Toscano aveva saputo ricostruire. E proprio Toscano dovrà dare qualcosa in più a livello di letture, scelte e tenuta psicologica. A Pescara si giocherà senza due squalificati (Ierardi e Sturaro).

E poi c’è da affidarsi a un paradosso: giocare fuori casa, senza dover più gestire ma solo aggredire. Forse è lì che questo Catania può riscoprirsi. Servirà un’impresa, sì. Ma prima ancora, servirà ritrovarsi.

***CLICCA QUI per mettere MI PIACE alla nostra pagina Facebook***