Doccia gelata. Una batosta non facile da digerire per il Catania, che era chiamato a dare continuità alle convincenti vittorie collezionate nelle precedenti gare di campionato. Invece è venuta fuori una prestazione assai negativa, al cospetto di un avversario agonisticamente molto più cattivo e determinato, tatticamente disposto meglio in campo, mettendo a nudo le pecche di un Catania assente ingiustificato. Luce spenta per i rossazzurri in quel di Cosenza. Quattro gol sul groppone, squadra umiliata sul rettangolo verde e che solo nelle battute iniziali del primo tempo ed a sprazzi nella ripresa ha provato a creare qualche presupposto per colpire la difesa cosentina.
Delusione forte nell’ambiente, ci si aspettava ben altra prova dopo che il direttore sportivo Ivano Pastore ed il direttore generale Alessandro Zarbano avevano fatto in qualche modo da pompieri in settimana, alla luce del clima di eccessiva euforia che si respirava. Lo stesso allenatore Mimmo Toscano aveva più volte sollecitato la squadra a prestare la massima attenzione a non sottovalutare l’impegno di Cosenza. Inconsciamente è accaduto l’esatto contrario. Dall’entusiasmo alle stelle si è passati ad un momento di profonda riflessione in seno allo spogliatoio rossazzurro.
I leader del gruppo, capitan Di Tacchio in primis, hanno adesso il compito di trascinare i compagni verso una reazione immediata. Da squadra vera. Se il Catania vuole rialzare la testa, è il momento che scatto d’orgoglio e spirito di rivalsa prendano il sopravvento già in vista del prossimo impegno con il Sorrento al “Massimino”. Un modo concreto per scusarsi nei confronti dei propri sostenitori per la non-prestazione offerta a Cosenza e riprendere subito in mano la situazione, ritrovando certezze e autostima.
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