giovedì, 25 Settembre 2025
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L’EDITORIALE | La reazione non basta, servono cinismo e leader veri

Dopo la batosta con il Cosenza e il brodino annacquato con il Sorrento, il Catania di Mimmo Toscano a Trapani almeno ha dato un segnale di vita. Ma sia chiaro: un pareggio incoraggiante non è una vittoria. Senza cattiveria sotto porta, senza gambe davvero toniche e senza la capacità di difendersi con ordine nei momenti caldi, i rossazzurri continueranno a faticare. E qui entra in gioco chi deve fare la differenza. Perché se Forte è arrivato a Catania per fare l’attaccante di razza, allora è il momento che smetta di sprecare occasioni in serie e cominci a fare quello per cui è stato preso: buttarla dentro. La piazza non aspetta e non perdona.

Lo stesso vale per Cicerelli: indossare il numero 10 non è un dettaglio estetico, è una responsabilità. Serve che si prenda sulle spalle il gruppo, che diventi il faro tecnico e mentale di una squadra ancora troppo intermittente. In questo contesto, Lunetta resta l’unica certezza offensiva: quando c’è da pungere, il suo nome compare sempre. Una garanzia che però non può restare isolata. Dal centrocampo arrivano segnali di crescita con il graduale rientro degli acciaccati, e dietro c’è ancora molto da lavorare: i calci piazzati hanno concesso troppo agli avversari.

Intanto ottobre non lascia spazio a distrazioni: oltre al campo, il Catania vivrà due momenti che toccano cuore e appartenenza. La riconsegna di Torre del Grifo e l’acquisizione dello storico logo non sono semplici notizie societarie, ma simboli identitari che possono riaccendere entusiasmo e senso di comunità. Il rilancio passa da qui: una squadra più solida, guidata da leader veri e finalmente cinica. Perché il tempo delle attenuanti è finito, e Catania merita molto più di reazioni a metà.

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