Seconda puntata della seconda edizione del format televisivo ufficiale Piacere Calcio Catania.Spazio alle parole di Tommaso Silvestri, difensore prelevato in estate dal Trapani. Riportiamo di seguito quanto evidenziato da TuttoCalcioCatania.com:
“Il mio primo gol stagionale con la maglia del Catania contro il Verona? Ricordo di essere salito per sfruttare una punizione da palla inattiva, solo che la palla inattiva non è andata come ci eravamo prefissati, il pallone viene mosso ed a un certo punto si trova verso il fondo campo. Io, vista l’opportunità di creare qualcosa in area, invece di tornare indietro come qualsiasi buon difensore farebbe, ho temporeggiato e decisi di rimanere in area. Kalifa mette questa bellissima palla arretrata, Marotta da attaccante vero si precipita. In un contrasto con un difensore scaligero la palla passa, ed io fuori dall’area piccola me la ritrovo sul destro e con il piattone riesco a dare sufficiente forza al pallone per insaccare”.“Il mio gol a Rende? Dovevamo dare sin da subito un segnale forte. Venivano da un periodo d’inattività forzata. Siamo riusciti a centrare la vittoria nella prima partita di campionato. Sulle palle inattive di solito cerco il secondo palo, allora scelsi oò primo palo. Questo perchè era uno schema ben studiato in allenamento, che provavamo da circa un mese. Sapevamo che in quella zona loro mancassero sia in marcatura che di uomini, e così è stato. Ho valorizzato il bellissimo angolo di Lodi mettendola dove il portiere non è arrivato. E’ stato come impennare in bicicletta”.“Il ‘5’ come numero di maglia? Mi fa sperare nella vittoria, lo immagino un numero che faccia in modo che tutto l’ambiente possa apprezzare quello che io personalmente do a questa piazza. Nel 5 mi identifico anche come guida soprattutto in un ruolo in cui l’essere punto di riferimento è fondamentale. Immaginiamo il pugno chiuso, ecco. Lo usa anche mister Sottil come metafora di un gruppo di persone che lottano uniti per un obiettivo ben preciso. Deve essere un insieme d’intenti, di forze che ci dovrà portare tutti quanti al raggiungimento del traguardo”.“Una canzone che mi identifica è ‘L’amore conta’ perchè tocca l’argomento dell’amore in maniera molto mirata. Qualsiasi cosa fatta con amore, dedizione ed intelligenza secondo me è una cosa fatta bene. Non solo dal punto di vista calcistico. Penso allo stare con i compagni, la famiglia, avere degli ottimi rapporti con tutti. L’amore è alla base di tutto. E naturalmente si può e deve amare anche il Catania“.
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Qualche mese ancora e Francesco Lodi diventerà nuovamente papà. Il centrocampista del Catania, andato a segno contro la Paganese, come nel caso di Marco Biagianti ha riservato una dedica speciale domenica scorsa. Dedica rivolta, nello specifico, alla moglie Lea Maiolino, in dolce attesa di una bimba che nascerà a giugno. Momento particolarmente felice nella vita privata di Lodi, attuale capocannoniere rossazzurro.
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Il 10 novembre scorso 37 tifosi del Catanzaro erano stati colpiti da provvedimento Daspo, in occasione della partita disputata dalla squadra giallorossa a Catania, per danneggiamenti ad un autobus che li aveva condotti fino allo stadio “Angelo Massimino”. Ebbene, il Tribunale Amministrativo Regionale di Catania ha annullato un’ulteriore parte dei Daspo emessi. Da due si passa a cinque assoluzioni finora, potrebbero non essere le ultime. Secondo i giudici gli accertamenti della Questura etnea non hanno soddisfatto i requisiti di elevata probabilità che dovrebbero contraddistinguere l’affermazione della responsabilità. Il Tar ha anche condannato il Ministero dell’Interno ad una pesante rifusione delle spese processuali sostenute.
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Focus sulla lotta al vertice nel girone C di Serie C. Ai microfoni di zonacalcio.net parola all’ex tecnico del Catania Francesco Moriero, il quale ritiene la Juve Stabia favoritissima per la vittoria finale del campionato:
“La Juve Stabia sta facendo un grande percorso da imbattuta, personalmente la reputo la favorita per la vittoria finale, soprattutto con lo stesso livello di umiltà e concentrazione. La compagine campana merita questo primato, sarà difficilissimo per le rivali. Il Catania? Non è facile giocare a Catania, la dirigenza degli etnei ha costruito un organico all’altezza per vincere il campionato, ma l’ambiente pretende tanto e ciò a volte risulta controproducente. Mi ricordo quando riuscii a salvare all’ultimo il Catania, certamente non fu semplice lavorare in un contesto del genere nonostante la fiducia della società”.
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Il campione paralimpico di sci nautico Daniele Cassioli, affiancato dal giornalista Cesare Zanotto ha presentato il romanzo “Il Vento Contro”. Un’occasione per scrivere una dedica speciale allo sport che lo ha aiutato molto ad accettare la sua cecità.
E’ intervenuto anche il centrocampista e capitano del Catania Marco Biagianti. Ecco alcune dichiarazioni rilasciate da quest’ultimo nella Sala Conferenze di Torre del Grifo:
“E’ importante che la squadra abbia ritrovato la vittoria, al di là del fatto che io sia riuscito a siglare la quarta rete in questo campionato, notizia che comunque fa piacere. Sicuramente dobbiamo svoltare in trasferta perché in casa stiamo facendo veramente bene. Fermo restando che ultimamente, vedi Trapani, siamo stati anche poco fortunati. I numeri parlano chiaro. Già dalla prossima partita dobbiamo assolutamente vincere. Attraversiamo un periodo un pò complicato, va ritrovata l’unione tra squadra e tifosi. Anche perchè giocare con questo clima non aiuta. Cercheremo di fare sempre meglio nelle prossime gare. Gli attaccanti faticano a segnare? Li conosco bene, si allenano tutti i giorni sempre al massimo, succede di non riuscire a capitalizzare al meglio le occasioni create ma ci sono anche i centrocampisti e difensori che provano a trovare la via della rete. Sono sicuro che le punte si sbloccheranno. Ora pensiamo alla Viterbese continuando a lavorare per trovare le giuste soluzioni davanti. Concentriamoci su noi stessi, il campionato è ancora lungo e può succedere di tutto”.
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Catania in campo nel pomeriggio a Torre del Grifo: conclusa l’attivazione tecnica, mister Andrea Sottil ha disposto e diretto lo svolgimento di una partitella. In gruppo anche alcuni calciatori della formazione Berretti. Dopo un’ora di gioco in due tempi da 30′, dieci reti: tripletta di Curiale, doppietta di Sarno e reti di Brodic, Bucolo, Manneh, Marotta e Silvestri.
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Al Centro Commerciale Porte di Catania, spazio ad alcune grandi firme del recente passato rossazzurro nel corso del dibattito “Il Catania di Riccardo Gaucci, da Taranto alla battaglia al Palazzo”. Per i tifosi è stata l’occasione di riabbracciare il Presidente Gaucci che gestì il club dal 2000 al 2004 ma anche due grandi ex attaccanti come Alessandro Ambrosi e Lulù Oliveira, oppure l’ex difensore Gennaro Monaco. Presenti, inoltre, due allenatori dell’epoca: Vincenzo Guerini, che adesso gestisce un’attività di ristorazione al centro di Acireale, e Maurizio Pellegrino. In un clima generale di festa con momenti ricreativi, di divertimento e spensieratezza si è parlato delle vicende del Catania legate alla promozione in B dopo la finale di ritorno dei play off giocata a Taranto e anche del caso Martinelli e della conseguente battaglia legale che i Gaucci condussero al fianco di Catania e del Catania mantenendo la B, costringendo l’allora presidente federale Carraro ad ampliare il numero delle squadre portandolo fino a 24. TuttoCalcioCatania.com, presente sul posto, ha raccolto le dichiarazioni salienti degli ex rossazzurri, i quali hanno anche voluto rivolgere un pensiero all’indirizzo dello storico tifoso Ciccio Famoso, ritenendolo “emblema del Catania”:
GENNARO MONACO – “Catania mi ha dato qualcosa di fantastico. Io ho vissuto per tanto tempo a Catania, ho mille ricordi di questa città. Catania mi legherà per tutta la vita. Sono stato sempre voluto bene da tutti. Ho potuto esprimere il mio carattere, ero il portavoce della città nello spogliatoio. Riuscivo a trasmettere il calore di Catania ai compagni. Lo scorso anno feci 50 anni, ricordo che Michele Fini, un grande ex Catania, scrivendomi su Whatsapp mi disse che io per lui rappresentai la persona più importante della sua vita perchè gli diedi quella forza morale che poi ha portato con sè. Michele è un uomo vero e mi ha fatto complimenti inestimabili. Lucarelli disse che i tifosi sarebbero dovuti andare al Bingo lo scorso anno? Adesso non allena più nemmeno a Livorno, ci sarà un motivo. Non ha capito la città. La pressione di Catania, poi, è una cosa bellissima che ti aiuta a dare il mille per mille venendo ripagato per l’eternità”.RICCARDO GAUCCI –“Emozioni grandissime. Non ho parole per esprimere quello che oggi ho provato tornando a Catania dopo 16 anni, rivivendo momenti indimenticabili. Con la mia famiglia sono sempre stati momenti importanti e molto intensi. Tengo sempre dentro di me la promozione ottenuta a Taranto dopo 15 anni, non potrò mai dimenticare cosa trovai al ritorno in Sicilia. 15mila persone che ci aspettavano, che hanno gioito, sofferto. Momenti che mai dimenticherò, impossibile. Clima molto caldo allo stadio Iacovone? Infernale, una guerra trovammo. La squadra lo sapeva, l’avevamo preparata nei minimi dettagli. Siamo andati a Taranto consapevoli del fatto che avremmo trovato un clima infuocato, ce ne hanno fatte di tutti i colori. Ricevemmo anche aggressioni personali, questo ci ha caricato ancora di più. Quella B impressa nel loro campo, poi, ha dato ancora più stimoli alla squadra. Caso Martinelli? Forse quello che è successo quest’anno al Catania è paragonabile a quel che accadde a noi. Vincemmo alla CAF e non si sa perchè la Federazione s’inventò di riunire una Corte Federale che ci fece perdere i punti necessari per mantenere la B. Noi ci sentimmo derubati, abbiamo difeso la B in tutte le sedi opportune calcistiche e fuori dal campo. Dopo mille battaglie e centinaia di migliaia di euro spese, alla fine siamo riusciti a mantenere la cadetteria. Il mio più grande rammarico è stata la fine del rapporto con il Catania. La mia famiglia era anche proprietaria del Perugia, in quel momento storico ci fu una forte discussione familiare tra di noi. Se avessimo portato 2-3 giocatori importanti avremmo conquistato la A, però le decisioni familiari furono diverse ed io dovetti vendere il Catania”.“Erano altissime le aspettative. Ricordo come se fosse ieri il primo giorno in cui arrivai a Catania. C’era tantissima gente ad accogliermi. E’ stato un amore a prima vista. Capì che la città avesse bisogno di un obiettivo importante da raggiungere. Il primo anno partimmo malissimo, cercammo di risollevarci con giocatori importanti. Con mister Guerini rincorsa incredibile, purtroppo al primo anno perdemmo la finale di Messina. L’anno successivo abbiamo dato veramente tutto quello che avevamo dentro. E siamo arrivati a raggiungere l’aspetto più bello della mia presidenza, la promozione in B. Se io un giorno tornerò ad essere Presidente del Catania? Sono a Malta adesso, presiedo il Floriana. Nella vita mai dire mai. Comunque quest’anno il Catania, anche se non sta facendo grandi prestazioni, è terzo. Noi nell’anno della promozione arrivammo proprio terzi vincendo i Play Off. Secondo me nulla è perduto. Si può fare ancora tanto. In questo momento, però, devo essere sincero dicendo che non ci sono i presupposti affinchè io faccia ritorno a Catania”. “C’è una grande differenza tra Malta e l’Italia. A Malta il Presidente è quello che deve tirare fuori i soldi ma non è il proprietario del club, a Malta lo sono i tifosi. C’è un modo di gestire completamente diverso. Ogni anno ci sono le elezioni ed il Presidente se si comporta bene viene confermato. Sono passati cinque anni adesso, qualcosa di buono abbiamo fatto. La società era fallita, l’abbiamo portata ai Preliminari di Europa League. In Italia fare il Presidente è una cosa non tanto diversa da allora ma cambiano gli introiti. Gli introiti di 15-20 anni fa oggi sono completamente diversi. In Serie A e B introiti maggiori, in C niente. Adesso ci sono i diritti televisivi che incidono in misura notevole”.LUIS OLIVEIRA –“Bello tornare in una città così calda e bella. Quanti ricordi e gol. La ‘danza’ di Palermo, le reti siglate ai rosanero che restano le mie preferite… Alla fine la cosa importante era buttarla dentro. La testa viene prima di tutto, i piedi dopo. Nel Catania attuale le punte faticano a segnare? E’ un momento particolare quando una squadra non riesce a finalizzare con i propri attaccanti. L’attaccante pensa soprattutto a fare gol, questo è un grandissimo errore. A me è successo a Firenze di rimanere a digiuno per sette giornate. Non dormivo, pensavo soprattutto alla domenica per fare quello che ero abituato a fare. Trovai però un allenatore che mi diede fiducia, Malesani. Lui mi ha tranquillizzato. Mi ha dato tantissima fiducia, dopo 8 giornate mi sbloccai facendo poi 15 gol. Non sono momenti facili, un allenatore deve essere in grado di capire anche la situazione. Io consiglio di allenarsi con grande volontà e semplicità, sapendo che se non tiri in porta non fai mai gol. E questo lo diceva mio padre”.VINCENZO GUERINI –“Purtroppo la finale di Messina diede ragione ai peloritani. Chi vince ha sempre ragione, ma io ho portato dentro il ricordo di questa città. Sono stato talmente bene che ho trovato moglie e casa a Catania. Mi sono ambientato alla grande e ringrazio la città per l’accoglienza ricevuta. Il gesto di Simeone in Champions League con la Juventus? E’ stato poco sportivo ma difendo sempre la categoria, immagino il suo stato d’animo in quel momento. Adrenalina al massimo. Anch’io a volte non mi riconoscevo guardandomi in televisione, talmente forte è lo stress che provi. E’ un gesto brutto ma chi ha praticato questa professione sa qual è l’importanza di quel tipo di partita e come arrivi a quella gara. Io ero più matto da giocatore, da allenatore non tanto. Una volta a Firenze mandai a quel paese tutto lo stadio. La pressione può giocare brutti scherzi? Se temi la pressione non puoi fare questo mestiere. E’ il sogno di tutti quando c’è tanta pressione, io mi preoccupavo quando vedevo poca gente allo stadio…”.ALESSANDRO AMBROSI –“Mancavo da tantissimo tempo da Catania, 18 anni. E’ bello tornare in questa città. Non tutti mi riconoscono per via dei capelli però… E’ stato un periodo fantastico. Peccato solo per l’epilogo di quella stagione e la mancata prosecuzione dell’avventura a Catania. Problema gol per il Catania attuale? Chiaramente gli attaccanti hanno un proprio carattere e va gestito in modo diverso. Dovere dimostrare qualcosa fa ottenere l’effetto inverso. Quando la punta non trova la porta, deve restare tranquilla e rendersi utile in altri modi. Piano piano la giocata ed un pizzico di fortuna fanno sì che torni a svilupparsi quell’alchimia che riporta al gol. Bisogna evitare la ricerca a tutti i costi della rete, mantenendo la giusta serenità”.MAURIZIO PELLEGRINO –“Tanti bei ricordi mi legano al Catania. Quando in questa città vedi la gente felice, si è sempre contenti. Sono eventi che lasciano il segno, da ricordare profondamente. La mia esperienza con Ciccio Graziani? L’impatto è stato piuttosto energico, però avevo una grande fortuna. C’era la base di una squadra formata da uomini veri, giocatori forti, gente con gli attributi, un club che mi sosteneva. Già dal primo allenamento ho acquisito quel minimo di credibilità attraverso il lavoro. C’erano da preparare per bene le partite rimanenti. Ci siamo chiusi in noi stessi. Abbiamo avuto una spinta ulteriore da parte dei tifosi e siamo andati avanti, abbiamo lavorato e pensato a quattro gare significative, forti, verissime facendo una grande impresa. L’emblema sono stati i 90′ a Taranto. La squadra ha dimostrato quanta personalità e valori avesse. Per me è stato un lavoro faticoso ma anche molto lineare. Una grande felicità ma grazie a tutti, a giocatori veramente straordinari come pochi”.“Oggi si è perso un pò di quel calore umano dove la passionalità dei tifosi era accompagnata da mille aspetti. Andare allo stadio era un rito, un ritrovo importante per una famiglia. Oggi è tutto cambiato, si ha a disposizione la tv, una risonanza pazzesca di fronte anche a piccoli gesti che vengono messi in risalto in maniera clamorosa. La televisione ha preso talmente piede che si fa fatica a staccarsi da questi rapporti e ne risente l’affluenza allo stadio. All’estero gli stadi sono pieni. Evidentemente qualcosa stiamo sbagliando”.
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La Lega Pro ha organizzato un incontro con club e amministrazioni comunali sul tema dei criteri infrastrutturali per la stagione 2019-2020. Si terrà presso la sede a Firenze, martedì 26 febbraio.
Nel corso della riunione verranno illustrate le novità, che riguardano gli impianti nei quali le società di Lega Pro potranno disputare le gare ufficiali nella prossima stagione e le relative scadenze.
“I requisiti infrastrutturali sono una condizione imprescindibile per l’ottenimento della Licenza Nazionale – dichiara Francesco Ghirelli, Presidente Lega Pro– e, conseguentemente, per l’iscrizione al prossimo campionato”.“Il confronto – continua Ghirelli– servirà anche a rendere noti i progetti di natura sia tecnica che finanziaria, avviati dalla Lega Pro per fornire un supporto ai club interessati ad interventi di adeguamento dell’impianto al fine di poter rispondere alle scadenze previste per l’iscrizione al campionato Serie C 2019/2020”.
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Mauro Balata, Presidente della Lega B, torna sulla composizione del format del campionato cadetto rilasciando le seguenti dichiarazioni ai colleghi de Il Tirreno:
“Il format della Serie B? La forza derivante dall’unità in Lega, mai verificatasi in passato, ci fa tenere una posizione coerente verso quello che è il percorso di riforma già iniziato che possa, attraverso una riduzione degli organici, portarci a una A e una B a 18 squadre e due gironi di C da 20 squadre. Dopo 17 anni la serie B tornerà al formato originario a 20 squadre e se ci saranno posti vacanti andranno a società cadette retrocesse per scorrimento della classifica. E dal 2020/21 arriveremo al format a 18 che i nostri club hanno votato all’unanimità”.
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Ai microfoni di ‘Radio Studio Italia’, in collaborazione con TuttoCalcioCatania.com, è intervenuto telefonicamente Alessandro Ambrosi, doppio ex di Catania e Viterbese soffermandosi su vari aspetti:
Alessandro, oggi sarai presente alla Mostra dello Sport Catanese. Quali sensazioni per te?“Per me è un piacere, ho l’occasione di tornare a Catania dopo una ventina d’anni. Sono davvero felicissimo, incontrerò vecchi amici ritrovando una città che porto sempre nel cuore”. Passiamo alla realtà del Catania, l’attacco fatica a segnare con regolarità ed il gioco latita. Come la vedi?“L’attaccante vive di momenti. A volte le cose vanno per il meglio, in altre occasioni i gol non arrivano. L’importante è non intestardirsi nel cercare la rete. Come vengono, vengono. Basta che i gol arrivano. Soprattutto in questa fase della stagione. Conta che il Catania vinca e basta. Tralasciamo chi segna. Anche se segnasse l’arbitro (ride, ndr). I rossazzurri devono vincere, provare questa rimonta difficile ma bisogna crederci. Pensando solo ed esclusivamente a portare a casa il risultato, a prescindere da tutto”.C’è un ex compagno di squadra che hai particolarmente apprezzato e vedresti bene in questo Catania?“Ai miei tempi si parlava di un altro calcio. Sarebbe difficile individuarne uno solo. Fu un’annata fantastica, attraverso quel gruppo vennero gettate le basi da cui poi arrivarono tutti i successi del Catania. Si rivelò il punto di partenza, sfiorammo quasi un’impresa. Purtroppo quella finale Play Off persa col Messina brucia ancora, ma era un gruppo importante e l’anno successivo il Catania salì in B”.Hai vissuto anche un’esperienza alla Viterbese, quale ricordo conservi?“Anche lì fu un’annata eccezionale. Siglai 18-19 reti, militavo in una categoria diversa ed ero nella fase calante della carriera, Viterbo è una cittadina, rappresenta un bacino d’utenza molto ridotto, un’altra realtà a confronto con Catania. Anche lì il calcio è seguito ma sono due parametri totalmente diversi. Mi sono trovato comunque bene a Viterbo con società e tifosi”.Catania sulla carta favorito a Viterbo, ma tu sai benissimo che queste non sono affatto partite semplici…“Sarebbe da matti andare a Viterbo pensando di passeggiare. E’ un campo difficile e la squadra allestita è competitiva, fastidiosa da affrontare. Ma al Catania conta poco l’estetica, servono praticità e concretezza, anche vincere sporco se si vuole mettere pressione alla capolista”.Catania e Viterbese sono state coinvolte nel caos estivo, che idea ti sei fatto di quanto successo?“Dove stiamo giocando, al bar? Neanche nei campetti di periferia succedono determinate cose, vedi anche il 20-0 del Cuneo alla Pro Piacenza. Alla fine pagano sempre i tifosi, coloro che ci mettono il cuore. Campionato falsato. Ogni anno è sempre così purtroppo”. Quali gol rossazzurri i più belli che ricordi?“Tutti. Forse, se proprio devo scegliere, dico la rete del 2-0 contro l’Avellino ai Play Off. Più che altro perchè è stata molto significativa, in quanto dovevamo recuperare il ko dell’andata. Fummo costretti a vincere e quel gol ci diede la sicurezza dell’approdo in finale”.Alle Universiadi hai avuto il primo approccio con Catania. Portò bene, alla luce della tua futura esperienza rossazzurra…“Vincemmo. Fu un crescendo eccezionale. Nessuno s’immaginava quello che poi diventò la reale portata dell’evento. Feci anche una tripletta contro l’Olanda, ricordo un gruppo incredibile anche quello. Si trattò del mio primo approccio con la Sicilia. Fu un battesimo che mi ha portato ad avere la fortuna di giocare in una piazza importante come Catania, anche se solo per 20 partite”.
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