CHI NON RISICA NON ROSICA: in campo chi dà tutto, il resto si faccia da parte. Arbitri, livello basso. Play Off, servirà un bel reset

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Catania vs Potenza

“Sconfitta ingiusta, ottima prestazione, giusto approccio…”: parole pronunciate al termine della partita di Brindisi da mister Walter Novellino e dal calciatore argentino Cristian Llama. Ci stanno quando una squadra dà l’anima in campo dimostrando, fino all’ultimo secondo di recupero del match, di volere vincere la partita a tutti i costi. Purtroppo stonano in questo caso. Il Catania, che inseguiva il primo od il secondo posto, adesso si trova costretto a difendere a denti stretti la terza posizione dagli assalti del Catanzaro rinunciando, ormai, anche al Trapani distante sette lunghezze. Vero è che per la pochezza evidenziata da entrambe le compagini su un terreno di gioco in condizioni indecenti il giusto risultato sarebbe stato il pareggio, ma il Catania non ha mai osato.

Al contrario della Virtus Francavilla che, invece, con organizzazione tattica, lucidità e compattezza di squadra ha trovato il momento perfetto per sorprendere i rossazzurri, portando la fortuna dalla propria parte. Diciamo anche che l’arbitro ha preso un abbaglio colossale perchè il fallo da cui è scaturita l’azione dell’1-0 in realtà andava fischiato in favore del Catania, ma per piacere non parliamo di mala fede. La classe arbitrale in questa categoria è molto deficitaria e non saranno gli auricolari in dotazione a semplificare le cose se, alla base, il livello dei “fischietti” è generalmente basso. Nessuna congiura contro l’Elefante, anche se si è trattato indiscutibilmente di un grave errore di valutazione da parte del sig. Marcenaro di Genova.

La sconfitta è figlia della prestazione fin troppo attendista di un Catania che solamente a sprazzi ha creato timidi presupposti di pericolosità nella metà campo francavillese. Due tiri in porta nell’arco dei 90′ più recupero, rispetto all’elevato potenziale offensivo di cui i rossazzurri dispongono, sono infinitamente pochi. Vien da chiedersi, poi, che fine hanno fatto i giovani rampanti che ottime tracce avevano lasciato la domenica precedente col Bisceglie? Solo un under in campo stavolta, Brodic, che giocava quasi a nascondino con Curiale in attacco. Evidentemente il mister si aspettava una reazione forte dagli “anziani” del gruppo, in realtà solo in pochi sono stati meritevoli di riportare voti perlomeno sufficienti in pagella.

I limiti di questo Catania nello sviluppo della manovra offensiva – che si conferma fin troppo prevedibile e farraginosa – sono evidenti, a centrocampo si sente oltremodo l’assenza di capitan Biagianti e di un trascinatore, di un elemento di spiccata personalità. Si è cambiato più e più volte sistema di gioco ed interpreti in questa stagione, siamo giunti a fine campionato e la squadra non riesce ancora a trovare il bandolo della matassa. Come può, questo, promettere qualcosa di buono in vista dei Play Off? L’auspicio è che davvero agli spareggi si resetti tutto. Novellino metta in campo chi è pronto a dare tutto per il Catania, il resto si faccia da parte. Perchè non è questa la strada maestra per andare lontano.

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