PETRONE, l’ex Catania dall’Ecuador: “Coronavirus, ci siamo fermati a 5′ dal fischio d’inizio. Situazione non drammatica qui, per ora non torno in Italia”

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Mario Petrone

L’ex allenatore del Catania Mario Petrone, che attualmente siede sulla panchina del Club Deportivo y Social Santa Rita, parla ai microfoni di tuttomercatoweb.com della situazione legata al Coronavirus in Ecuador:

“Siamo in isolamento dall’altra domenica. Diciamo che la situazione non è drammatica: qui il virus è arrivato un po’ in ritardo e hanno potuto giocare d’anticipo. Seguendo gli esempi di Cina e Italia, hanno limitato gli arrivi. Sabato siamo andati in trasferta, a Pelileo, sul monte Chimborazo, in altura. Abbiamo fatto il riscaldamento, poi il riconoscimento con l’arbitro. Cinque minuti prima del fischio d’inizio, è arrivato un dirigente della Lega a comunicarci che il presidente dell’Ecuador ha sospeso ogni tipo di attività. Quel sabato erano decedute cinque persone. Sul momento la decisione ci è stata comunicata un po’ così, ma hanno fatto bene. La settimana precedente avevamo giocato a porte chiuse e sinceramente è stato meglio così”.

“Dalle 2 del pomeriggio alle 7 del mattino la polizia gira in lungo e in largo per la città. Non puoi spostarti da una città all’altra, salvo che in determinate circostanze. E in quei casi ti sanificano la macchina, sanificano te: ti spruzzano addosso dei prodotti igienizzanti. Certo, ci sono tante domande e poche risposte. Qui tanta gente vive davvero alla giornata, e se non può uscire di casa non sa come andare avanti. Oggi il problema è di salute, ma può diventare esistenziale e sociale”.

“La mia famiglia? In Italia. Sono tranquillo perché loro stanno bene. Ci sentiamo, ci videochiamiamo. A livello professionale e umano sono contento di essere venuto qui, è una bella esperienza. Certo, ora è tosta: sei impotente davanti a una cosa del genere. Se ho pensato di rientrare finché le cose torneranno alla normalità? Per ora no. Non è così facile ritornare in Italia, gli aeroporti sono chiusi. E poi se anche decidessi di rientrare dovrei fare degli scali e dovrei rispettare un periodo di 14 giorni di quarantena, non so dove. Con il rischio di dover tornare in Ecuador quasi subito per la ripresa del campionato”.

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