ESCLUSIVA – Fini: “A Catania mi sono sentito calciatore. Tacopina fa di tutto per raggiungere i suoi obiettivi. Mi auguro che Guerini e Pellegrino restino”

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Tre stagioni intense con la maglia del Catania. Un centinaio di presenze, autentiche battaglie sportive affrontate, l’emozione forte vissuta per la promozione in Serie B decisa nel 2002 da quel gol che il tifoso rossazzurro avrà rivisto dieci, cento, mille volte. Gol che permise al Catania di piegare la resistenza del Taranto nella finale d’andata dei Play Off, per poi lottare con le unghie e con i denti pareggiando a reti inviolate nell'”inferno” dello «Iacovone». Michele Fini, fino a qualche giorno fa allenatore in seconda di Diego Lopez sulla panchina del Brescia, è intervenuto ai microfoni di TuttoCalcioCatania.com per ricordare i suoi trascorsi alle pendici dell’Etna e parlarci di Joe Tacopina, che ebbe modo di conoscere ai tempi del Bologna:

Michele, qual è il primo ricordo che ti viene in mente se dico «Catania«?
“Catania è la finale Play Off, il gol al Cibali contro il Taranto. Quel ricordo è incancellabile, ogni volta che rivedo il gol mi emoziono e mi emoziona ancora di più tutta la gente sugli spalti che stava vivendo la mia gioia. Quando parlo di Catania ho dei ricordi indelebili, una delle esperienze più importanti avute da calciatore che mi ha dato la possibilità di dare seguito alla mia carriera con altri risultati positivi. Bellissimi ricordi. L’1-0 inflitto al Taranto rappresentò la ciliegina su una torta buona, ma ho dovuto mangiare anche altro (ride, ndr)”.

Catania l’hai conosciuta a 360 gradi…
“La piazza è molto complicata, devi calarti subito nella mentalità di una città e tifoseria molto esigente. Abbiamo attraversato momenti positivi ma anche negativi dove, in un senso o nell’altro, i tifosi ci hanno fatto sentire la loro presenza. Catania ti aiuta molto a crescere sul piano della personalità, ogni calciatore deve fare esperienza in una piazza come questa. Nel bene o nel male ti fa sentire calciatore, a tutti gli effetti. Vivendola, sai quale responsabilità c’è nell’indossare la maglia rossazzurra. Non tutti i giocatori sono da Catania. Devi riuscire velocemente a capire cosa si vuole, cosa la piazza pretende. Allineandosi con l’idea della città, quella di portare in alto il nome di Catania”.

Per tre stagioni hai indossato la maglia rossazzurra. Non hai mai avuto la possibilità di tornare ai piedi dell’Etna?
“Sarei potuto tornare come allenatore in seconda, lavorando con Diego Lopez, diversi anni fa. Lavoro con lui per il settimo anno. Chissà cosa potrebbe accadere un domani, mai dire mai. Quando lasciai Catania, ricordo che prima ci fu un approccio per una sorta di rinnovo con la società che poi era subentrata a Gaucci. Ricordo una chiacchierata a febbraio, ma poi non si arrivò a definire un’intesa. Non tanto dal punto di vista economico. Nel calcio si sa come vanno le cose. Le situazioni si modificano continuamente. Vivevamo un momento critico in campionato, io stesso avevo avvertito che la piazza si fosse un pò stancata di me, probabilmente come se fosse finito un ciclo ma mi sarebbe piaciuto continuare”.

Adesso c’è un clima di ristrutturazione in ambito societario a Catania, credi che si stiano davvero ponendo le basi per il rilancio?
“Con due figure come Guerini e Pellegrino i presupposti ci sono. Poi i risultati dipendono da tante situazioni. La società si sta ricostruendo. Catania vuole subito tornare in alto, la piazza non ti concede tanto tempo ma, con le persone giuste, si può fare molto nel percorso di rilancio del club. Purtroppo la Serie C non è semplice. Soprattutto quest’anno con tante squadre di spessore. Penso a Bari e Ternana, in primis. Il Teramo è forse una sorpresa, ma mi dicono che il mio amico Massimo Paci stia facendo un bel lavoro lì. Catania può ambire sicuramente ad un posto nei Play Off e giocarseli. Il tifoso vorrebbe andare in B senza passare dagli spareggi e lo capisco, però questo è un momento in cui bisogna unirsi e pazientare”.

Il Catania aspetta Tacopina, nome che conosci bene. E’ la persona giusta per fare ripartire di slancio i rossazzurri? 
“E’ uno che negli ultimi anni ha «puntato» diverse piazze. Dal punto di vista finanziario è un’operazione che potrebbe portare dei frutti al Catania. A Bologna era molto più presente lui che il Presidente attuale, il quale viveva spesso in Canada. Tacopina partecipava molto alla vita della squadra e dello spogliatoio durante le partite. Quando mira ad un obiettivo, se lo mette in testa e fa in modo di realizzarlo con tutto quello che ha da un punto di vista finanziario ma anche emotivo. Ha individuato un potenziale importante nel Catania se ha deciso d’investire alle pendici dell’Etna. Ben venga assolutamente l’ingresso di Tacopina in una piazza così rilevante e speciale. Ovviamente con il cambio societario l’organigramma può cambiare, io mi auguro che due persone come Guerini e Pellegrino non vadano via, ma non è detto che sia così. Parliamo di gente competente, professionale, attaccata ai colori del Catania che ha tutto l’interesse affinchè la squadra raggiunga grandi obiettivi”.

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