ESCLUSIVA – Del Grosso: “Col Bari partita a scacchi. La velocità di giocata del Catania può mettere in difficoltà i pugliesi. Piccolo e i giovani…”

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Catania, Bari, Salernitana e Napoli sono le più importanti piazze in cui ha militato l’ex terzino Alessandro Del Grosso. In vista di Catania-Bari, partita in programma allo stadio “Angelo Massimino”, la redazione di TuttoCalcioCatania.com ha sentito il doppio ex (30 presenze in rossazzurro nei primi anni del 2000, 49 precedentemente in biancorosso) per alcune riflessioni e considerazioni su uno dei match clou della quarta giornata del girone C di Serie C.

Catania-Bari, sfida affascinante per la storia delle due squadre che però miitano ancora in Serie C.
“Sono due piazze stratosferiche che non meritano questa categoria. Contano i fatti però, la disponibilità economica. Il Catania cerca di portare avanti un progetto per risalire. In questi anni di Lega Pro ha tentato di centrare l’obiettivo del salto di categoria spendendo tanti soldi ma i debiti si sono accumulati e la squadra si trova ancora in C. Devi allora ridurre i costi di gestione, come fai però a spiegarlo ai tifosi? E’ come il cane che si morde la coda, non è facile ma adesso secondo me il Catania ha trovato un giusto canale. E’ cambiata la mentalità, cercando di arrivare più in alto possibile senza svenarsi anche attraverso l’innesto dei giovani. E secondo me il Catania ha un bel gruppo di giovani”

Il gruppo, comunque, è composto anche da giocatori d’esperienza come Piccolo. Quanto può essere importante il suo recupero per il Catania?
“Potrei mettere la mano sul fuoco sul potenziale di Piccolo. L’ho avuto anche a Lanciano. E’ un giocatore esperto che fa gruppo e sa rendersi molto pericoloso in avanti. Purtroppo ha riportato diversi problemi fisici, un grosso limite per la sua carriera. Tecnicamente è uno dei più forti che ho visto. Lui per la troppa voglia di fare e di recuperare in fretta, spesso anticipa i tempi di recupero da un infortunio ed ha avuto più volte delle ricadute negli anni. Poi, quando rientri, non giochi con la mente libera perchè sai di dovere aiutare il compagno, che non devi sbagliare, ed inconsciamente pensi al fatto che se acceleri magari rischi di riportare un nuovo infortunio o magari non te la senti di fare quello scatto. Piccolo è sicuramente un giocatore molto generoso e in grado di fare la differenza”

Catania-Bari, ti aspetti una sfida combattuta?
“Le due squadre se la giocheranno a scacchi e non vogliono perdere. Tutto sommato anche un eventuale pareggio potrebbe andare bene al Catania per ripartire dopo gli ultimi risultati, poi dipende da come andrà la gara. Rosa e staff biancorossi sono competitivi ma poi lo devi confermare sul campo. Fermo restando che, fin qui, vedo massimo impegno da parte dei galletti. Non potranno vincere tutte le gare ma ci proveranno. Ho visto il Catania giocare a Pagani, la Paganese ha fatto tre ripartenze di cui due in superiorità numerica ed ha vinto. Il Catania ha dimostrato di avere una mentalità propositiva, di giocare sempre per vincere ma la Paganese, che ha giocatori esperti ed abituati a giocare in C, ha preferito chiudersi, prendere le botte e ripartire colpendo il Catania dopo averlo fatto giocare. Poi succede che ti fanno gol ed è dura recuperare, anche se ti trovi in superiorità numerica. E’ dura in allenamento, figuriamoci in una partita ufficiale. Il Catania ha anche un’identità di squadra. Alla lunga se la prestazione c’è il risultato vien da sè. Baldini è un allenatore convinto di quello che dice ma adesso dipende dai giocatori. Soprattutto i grandi, sono loro principalmente chiamati ad aiutare i giovani alle prime esperienze. E qui è fondamentale anche la presenza della dirigenza perchè i giovani sono i primi a sbarellare nelle difficoltà. Ci vuole polso da parte dell’allenatore, della società e dei giocatori più esperti”

Il dinamismo del Catania può mettere in difficoltà il Bari?
“Più che il dinamismo, direi la velocità di giocata del Catania. Il Bari invece ha più qualità. Mignani è un tecnico bravo, preparato e la società ha effettuato scelte di mercato difficili. Basti pensare che il Bari aveva 30 giocatori in rosa, ne doveva prendere altri ma anche intervenire in uscita. A Bari ne sono usciti 12-15, mica facile. Polito è un dirigente molto presente, ha allestito un’ottima rosa, con elementi di prima scelta in tutti i reparti, ed è un punto di riferimento per la squadra, i giocatori sono anche più sereni e tranquilli nello spogliatoio in un ambiente non semplice come Catania del resto. Ma al Sud in generale è così. Il calcio da Roma in giù è vissuto diversamente rispetto al Nord. La maggior parte della mia carriera l’ho fatta al Sud e ne farei mille di anni al Sud. Quello che ti dà il Sud non è lo stesso. Al Nord quando esci dal campo non ti conosce nessuno. Al Sud invece sanno chi sei perchè vivono per il calcio. Io farei giocare ogni calciatore almeno 2-3 anni al Sud. Vuol dire anche saper stare in un gruppo, saper stare nelle difficoltà e saperle superare”

Salvezza, playoff. A cosa ambisce realmente il Catania a tuo avviso?
“Il Catania innanzitutto deve puntare ad avere i conti a posto, la situazione non è delle migliori e la dirigenza prima di muoversi sul mercato ha calcolato al centesimo cercando di spendere il meglio possibile per andare avanti. Poi, nel corso della stagione, la squadra capirà i suoi obiettivi. Per quello che sta facendo ed ho visto, ritengo che il Catania arriverà sicuramente ai playoff e che non lotterà per la salvezza. Poi per carità, non abbiamo la sfera magica. C’è un gioco propositivo, ci sono giovani bravi, il gruppo è fatto bene. Nell’ambiente c’è un pò di maretta, la tifoseria è divisa tra chi vuole i risultati e chi si è reso conto delle difficoltà ed ha capito che non si può fare il passo più lungo della gamba, come feci io a Catania sotto la gestione Gaucci in passato, sbagliando. La pressione di Catania molte volte non ti porta ad avere equilibrio ma i tifosi giustamente vorrebbero almeno la Serie B. Aggiungo che un Cibali pieno fa paura, peccato che adesso è come assistere ad un allenamento per via delle restrizioni anti-Covid ma anche avere pochi tifosi al seguito è sempre meglio di zero”

Quali potrebbero essere le chiavi del match?
“Dico le ripartenze ed i calci piazzati. Soprattutto i piazzati perchè quando giochi in una scacchiera cerchi di stare attento su tutto, la tensione sale e segnare è difficile. A meno che non ci sia uno svarione dei singoli o un episodio come può essere lo sviluppo di un calcio piazzato. Anche il Catania ha giocatori abili in questo senso che possono cambiare i ritmi della partita. Catania-Bari è una delle poche partite dove se ti dico il risultato finale sicuramente sbaglierei. Queste sono le gare da seguire. Vedi l’accorgimento tattico, fisico, come si muove il reparto, il singolo. I movimenti fanno la differenza. Aggiungo che i cinque cambi a disposizione potrebbero incidere

Cosa manca secondo te al Catania per avere continuità nei risultati?
“Non ha dato seguito al successo casalingo con la Fidelis Andria perché ha denotato difficoltà a finalizzare. Bei passaggi partendo dal basso, belle chiusure e bei movimenti ma poi quando deve finalizzare ci sono dei problemi e qualcosa da rivedere nell’ultimo passaggio. Ha dei giocatori che possono incidere tanto ma faticano a trovare il gol. Questo può far perdere la fiducia ma in una partita come questa magari ti bastano poche giocate fatte bene e ti sblocchi. I centravanti del Catania sono un 2000 e un 2001, ragazzi da vedere in prospettiva. E’ normale che adesso non si fa gol e potrebbe ricadere la colpa sulle punte. Poi se non segni e commetti degli errori difensivi le partite le perdi, come è successo a Pagani. Penso che bisogna dare il giusto tempo al Catania per venire fuori”.

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