ESCLUSIVA – Stampa locale, Barbera: “Tacopina, trattativa fu pompata troppo. Meglio il silenzio. Catania, spesso si pagano cali mentali”

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Torre del Grifo

E’ intervenuto telefonicamente su Radio Antenna Uno, nel corso della trasmissione Città Rossazzurra (appuntamento dal lunedì al venerdì ore 19/20), in collaborazione con TuttoCalcioCatania.com Edoardo Barbera, Direttore Responsabile della testata giornalistica Il Podcast dell’Elefante.

Edoardo, scindendo il campo dall’extra campo quali sono le tue riflessioni?
“Noi operatori dell’informazione siamo sempre un pò spiazzati perchè ci ritroviamo in una situazione che vede il Catania fare benino a livello di campo dando delle soddisfazioni ai tifosi. Per il resto da anni ormai parliamo di extra campo, aumentano i motivi di ansia e preoccupazione di una piazza che vede il rischio che la storia rossazzurra possa scomparire da un giorno all’altro”.

Adesso è arrivata inoltre la prima penalizzazione in classifica.
“Considerando anche le altre penalizzazioni in arrivo, se non saranno complessivamente più di 4-6 punti io ritengo che questa squadra possa anche collocarsi tra l’ottavo ed il decimo posto, entrando quindi in zona Play Off. La squadra fa discretamente bene sul campo, peccato per queste vicissitudini societarie nell’anno in cui il Catania ha trovato finalmente il bomber. Il reparto che non dà garanzie è la difesa. Con l’inserimento di Sala in porta, la retroguardia ha acquisito maggiore sicurezza ma dietro ci sono dei giocatori che non assicurano serenità al reparto. La squadra sta esprimendo i suoi valori e nel mercato di gennaio non mi aspetto chissà quali rinforzi, al massimo che arrivi qualche svincolato che sostituisca gli eventuali partenti”.

Fai riferimento al mercato di gennaio, ma il 21 dicembre è stata fissata l’udienza prefallimentare che potrebbe anche spegnere la luce. Quali sono le tue sensazioni?
“Quando la Sigi ha preso il Catania, l’avvocato Ferraù ha sempre ribadito che loro non hanno mai avuto piani B o C, con l’intento di cedere a Tacopina. Il progetto con Pagliara non è mai partito, invece di ricapitalizzare e rilanciare il marchio Catania la Sigi ha sempre avuto l’idea di vendere il Catania a Tacopina. Qualunque movimento di quest’ultimo era conosciuto da noi operatori dell’informazione, sapevamo persino quando andava al ristorante. Credo sia giusto che adesso la Sigi faccia tutto in silenzio perchè con Tacopina si era pompata troppo la trattativa ma le condizioni per portarla a termine non ci sono mai state. Poi Tacopina ha fatto in pochi giorni quello che in molti mesi non è riuscito a fare a Catania, prendendo la SPAL. Io guardo il bicchiere mezzo pieno, mi auguro che ci sia qualcosa di fondato negli interessamenti di cui si parla. Statisticamente il Tribunale di Catania raramente emette giudizi e sentenze nel periodo natalizio, qundi potrebbe esserci un ulteriore rinvio. Preferisco aspettare però. In ogni caso mi auguro che chiunque sia interessato al Catania, se fosse vero, faccia qualcosa. Provo anche a mettermi nei panni di un imprenditore, per quale motivo dovrebbe prendere una società con così tanti debiti? Catania è pur sempre una piazza importante ma in caso di fallimento penso sarebbe più agevole rilevare solo il titolo sportivo del Calcio Catania”.

Torniamo a parlare di campo. Come ti spieghi i cali del Catania nei secondi tempi?
“Non credo ad una carenza tecnica o ad un calo fisico, piuttosto mentale. Io ho l’impressione che ad un certo punto il Catania molli, come se staccasse la spina in campo. A livello statistico quasi sempre la squadra subisce gol negli ultimi minuti di gioco perdendo fin qui una decina di punti. Poi ovviamente quando affronti compagini più blasonate è normale soffrire di più. Penso anche che ci siano calciatori in rosa che paghino l’inesperienza nella gestione delle pressioni in determinati momenti della partita”.

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