ESCLUSIVA – Avv. Grassani: “Perseguire ogni strada per vendere l’azienda sportiva. Su bando, esercizio provvisorio e Torre del Grifo…”

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Mattia Grassani

(in collaborazione con Gianluca Virgillito)

L’avvocato Mattia Grassani, tra i massimi esperti di diritto sportivo in Italia, ha concesso un’intervista ai microfoni di TuttoCalcioCatania.com dopo che il Tribunale di Catania ha indetto un nuovo bando per l’acquisizione del ramo sportivo aziendale del Calcio Catania.

Siamo alle porte del terzo tentativo di indire un’asta per la cessione del ramo sportivo del fallito Calcio Catania, stavolta pare possa esserci ai nastri di partenza Benedetto Mancini, in passato già vicino ad altri club con esperienze non felicissime. Quanto ci vorrà indicativamente, sul piano economico, per rilevare il Catania, coprire i debiti e impostare il futuro? Secondo noi non è ancora un investimento per avventurieri…
“Da quanto mi risulta, l’importo necessario per acquisire l’azienda e subentrare nel titolo sportivo non sarà inferiore ai 3 milioni, tra debiti sportivi, piuttosto ingenti, e base d’asta. Certamente non è un importo modesto, ma si pone in linea con numerose altre situazioni verificatesi in piazze simili a Catania. Sarebbe probabilmente opportuno, carte alla mano, lavorare sul debito sportivo per valutare, in itinere, la possibilità di riduzione anche eventualmente ipotizzando un accordo con i creditori”.

L’esercizio provvisorio è stato già esteso diverse volte, ma in una recente intervista il tecnico dei rossazzurri, Francesco Baldini, ha chiesto chiarezza, soprattutto per il pagamento degli stipendi… Una richiesta legittima. Secondo lei, qualora anche questo terzo tentativo andasse a vuoto, ci sarebbero i margini per arrivare a fine stagione con la curatela fallimentare?
“A mio avviso, a circa un mese dalla fine del campionato, l’obiettivo dev’essere quello di perseguire ogni strada per salvaguardare il titolo sportivo, perfezionare la vendita dell’azienda sportiva ed incrementare la massa attiva da distribuire ai creditori. Per quanto riguarda le retribuzioni, fino alla data del fallimento le stesse sono garantite dalle fideiussioni prodotte ad inizio campionato, occorrerebbe individuare le risorse per garantire il pagamento degli stipendi quantomeno fino alla fine del campionato, eventualmente anche grazie all’apporto di soggetti interessati al subentro”.

Quali sono le tipologie di risorse che i curatori fallimentari possono utilizzare per il sostentamento del ramo sportivo? Ci sono anche i creditori da garantire, immaginiamo che questo sia un punto cruciale nelle future decisioni.
“Purtroppo il calciomercato non è aperto e, fino agli ultimi giorni di maggio, non sarebbe possibile trasferire i calciatori. Le risorse ulteriori potrebbero arrivare da nuove sponsorizzazioni, oltre che dalla biglietteria (per cui potrebbero essere anche emessi mini abbonamenti per garantire immediata liquidità)”.

Alcuni addetti ai lavori hanno parlato di bandi d’asta che non rendono appetibile il ramo sportivo d’azienda. Ma cosa si potrebbe fare a tal proposito?
“I Curatori possono anche rivedere le condizioni di accesso, purché siano rispettati i requisiti minimi previsti dall’art. 52, comma 3, NOIF. Effettivamente, le condizioni iniziali presentavano criteri piuttosto rigidi per partecipare, ma ciò assolveva alla comprensibilissima finalità di assicurare la partecipazione al bando di realtà solide e massimamente affidabili. Come principio appare assolutamente condivisibile, atteso l’impegno richiesto per soddisfare i debiti sportivi ed assicurare alla Catania sportiva una società forte e strutturata. A questo punto dell’iter, però, probabilmente si potrebbe valutare un intervento di alleggerimento, per consentire una maggiore apertura a soggetti interessati”.

Come si incastra Torre del Grifo in questa situazione così ingarbugliata?
“Torre del Grifo non è compresa nel bando. Il valore dell’azienda incrementerebbe non poco, per cui la scelta appare condivisibile. Tuttavia, rimanendo nella disponibilità della Curatela, il centro sportivo potrebbe essere oggetto di assegnazione successiva, una volta noto chi sarà – se esisterà – il nuovo soggetto individuato per rappresentare Catania nel calcio italiano. Considerata la specificità del bene, potrebbe configurarsi una operazione fortemente vantaggiosa per chi dovesse acquisire l’azienda sportiva, sulla falsariga di quanto accade per l’attuale Mapei Stadium, ex Giglio di Reggio Emilia, che venne acquistato dalla Curatela del Fallimento Reggiana Calcio dall’allora patron del Sassuolo Giorgio Squinzi”.

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