FERRARO: motivazione, lavoro e spirito di gruppo. Conosciamo meglio il tecnico campano

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foto Il resto del calcio

Sarà Giovanni Ferraro il nuovo allenatore del Catania, in attesa dell’ufficialità. Trattativa che si è sviluppata nel giro di una settimana, vincendo la concorrenza di numerosi altri profili, soprattutto il collaboratore tecnico della Fiorentina Marco Turati.

Ferraro è nato a Vico Equense (Napoli) nel 1969. Da calciatore lo si ricorda nelle vesti di difensore centrale che ha iniziato la carriera nella Juve Stabia, militando successivamente tra le file di molteplici formazioni campane. Dopo il salto di categoria con l’Albanova nel 1994 nell’allora Serie C2, si è guadagnato la chiamata della Serie B ripartendo dall’Avellino. Poi una cinquantina di apparizioni con la maglia del Siena in C1 e, negli anni seguenti, esperienza tra i Dilettanti con la Turris. Sant’Anastasia, Sangiuseppese, Ferentino (giocatore-allenatore), Sorrento (scalata dalla D alla C1 come capitano) e la chiusura a Vico Equense. Per un totale di 511 partite, divise fra le 17 presenze in B, 182 in C con 9 gol, 278 in D con 21 gol e la chiusura a casa col Vico in Eccellenza. Senza contare Coppa Italia, playoff e spareggi.

Due anni più tardi l’inizio della carriera da tecnico nel 2007 con la squadra della sua città, la Vico Equense (scalata dall’Eccellenza all’ex serie C2). Dopo la retrocessione in Serie D nei playout contro l’Isola Liri, avventure con Pomigliano (D) e Arzanese (Lega Pro Seconda Divisione), in mezzo la ripartenza dalla massima divisione dilettantistica alla Casertana (finale playoff persa dopo una bella cavalcata). Dal 2016 esperienze sulle panchine di Gragnano, Casertana, Savoia e Giugliano, portando quest’ultimo club in C grazie alla vittoria del campionato con 75 punti raccolti, 63 gol fatti e 24 subiti, a +9 dalla seconda classificata Nuova Florida. E’ andato vicinissimo anche all’aggiudicazione dello Scudetto di categoria, venendo sconfitto in finale dalla Recanatese per 3-2.

Il modulo più frequentemente utilizzato da mister Ferraro è il 4-3-1-2, ma ha giocato anche con il 4-3-3, il 4-4-2 e la linea difensiva a tre. Nelle sue conferenze stampa di presentazione ripete spesso che “l’aspetto motivazionale è tutto”, facendo tutto il possibile per generare entusiasmo tra i tifosi, rendendoli orgogliosi: “Per me la motivazione è avere un motivo per fare qualcosa di bello e importante. Io sono un uomo di campo, mi piace lavorare con grande umiltà e voglio vincere sul campo che nel calcio è l’unico giudice supremo”. Vitale il concetto di gruppo: “La cosa importante è essere leader tutti insieme. Dobbiamo ragionare come un gruppo: uniti e compatti. Leader non deve essere una parola fine a se stessa. I nostri leader devono essere il lavoro e i risultati. E’ importante il sorriso, in qualsiasi posto di lavoro l’allegria è la miglior medicina. Io voglio che i ragazzi stiamo bene e siano felici di venire al campo ad allenarsi. L’unica strada da seguire è il lavoro, serio. Sono io che mi devo adattare alle caratteristiche dei calciatori”. Adesso riparte da Catania per una nuova, grandissima, opportunità.

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